(In)civiltà.
Stamattina alcuni fascisti infami hanno bruciato vivo un giovane indiano che aveva la colpa di dormire su di una panchina della stazione di Nettuno, pochi chilometri da Roma. Lo sdegno della insulsa politica italiana è rappresentato della parole di un noto esponente del PdL, importante carica dello Stato, che ha dichiarato: “Tale efferato episodio, è sintomo di inciviltà”.
Ma io non ce la faccio più a sentire i tiggì. Le parole sono importanti diceva il giovane Moretti: incivile è buttare una carta per terra, suonare il clacson in situazioni che non siano di pericolo imminente; incivile è non alzarsi dinanzi ad una anziana sull’autobus, sputare per terra, buttare la spazzatura di mattina, non raccogliere la cacca del cane.
Quelli sono fascisti e criminali, altro che incivili, e troppi fascisti sono in giro, liberi di affiggere deliranti manifesti in pieno centro e in profonda periferia; di aggredire i più deboli solo perchè tali. Bisogna alzare la guardia a modo nostro, quello dei cttadini per bene e democratici: aumentando il controllo democratico, in ogni luogo fisico e istituzionale e abbassando i toni, smettendola di gridare allo straniero, perché si sa, in Italia nessuno dev’essere straniero dopo esserlo stato noi, per anni, stranieri in terre lontane.
La madre del fascismo è sempre incinta, diceva Bertold Brecht, non era l’unica cosa intelligente che scriveva.
Un documentario sugli emigranti italiani in Svizzera, e su come venivano trattati fino agli anni 90, andrebbe trasmesso su ogni autobus dell’AMTAB e di tutte le municipalizzate, in ogni stazione FS e della metropolitana, in ogni sala d’attesa di medici o di studi professionali, e in qualsiasi altro luogo pubblico raggiunto dai media e dalla gente comune. Oltre al fascismo, c’è ignoranza, su cui attecchisce il “buon senso” propugnato dai venditori di parole che abbiamo al governo…