“L’Albero di Trasmissione” di Fabrizio Bellomo su MyMovies.it
Presentato a dicembre 2014 in anteprima mondiale al 55° Festival dei Popoli di Firenze, dopo aver ottenuto un buon successo di critica e pubblico in diversi festival internazionali, il film documentario L’Albero di Trasmissione di Fabrizio Bellomo, è ora disponibile sulla piattaforma on-line Mymovies.it
Prodotto da Amarelarte, col sostegno di Apulia Film Commission e Fujifilm Italia, L’Albero di trasmissione racconta la storia dei Ciliberti, una famiglia che inventa e realizza congegni meccanici, motori, opere d’arte nel quartiere San Cataldo di Bari, dove vive.
Un film essenziale e profondo in cui Bellomo racconta tre figure maschili – nonno, figlio, nipote – e la loro genialità tecnico-meccanica. I protagonisti sono appunto il nonno Rocco e la sua creativa macchina d’avanguardia, costruita trent’anni addietro, pezzo per pezzo, ecologica, il figlio Simone e il suo cantiere pieno zeppo di oggetti di riciclo che lui trasforma in una sorta di museo d’arte, grezzo ma attraente e infine, il nipotino Nicola e il suo smartphone con cui gioca, fotografa, videoriprende, sempre pronto a raccogliere le competenze di famiglia per imparare a riparare la sua bici.
NOTE DI REGIA
Gli oggetti meccanici creati dalla famiglia Ciliberti diventano nel film metafora per raccontare i loro passaggi generazionali: si parte dalle geniali invenzioni del nonno Rocco, fino ad arrivare al telefonino che accompagna la vita del nipotino Nicola. Nel mezzo troviamo le strane sculture del figlio Simone, dove gli
ingranaggi hanno una funzione più simbolica che funzionale. A ogni passaggio corrisponde infatti la perdita o la distorsione delle informazioni trasmesse dalla generazione precedente. Lo sfondo è il quartiere peninsulare di San Cataldo, a Bari, luogo che ha subito nei decenni una pesante stratificazione edilizia, stratificazione che ricorda gli scarti generazionali della famiglia. Il Faro rimane l’elemento più imponente del quartiere, anche se il più vecchio e datato; così come Rocco, il nonno, è la figura più ingombrante di tutto il film.
Così la critica d’arte Gabi Scardi sul film L’albero di trasmissione:
“Il lavoro di Bellomo è un documentario dal quale spira un senso di presa diretta e di grande familiarità. Ma è anche un denso saggio di antropologia della contemporaneità: rivela, in filigrana, numerosi temi, e genera una serie di riflessioni; sulla storia d’Italia, dal miracolo economico a oggi; sulla discrepanza tra generazioni, sulla trasformazione della struttura sociale ed economica del paese, e su un presente vitale, ma inconcludente, fatto di continue digressioni; sul successo e sul fallimento; sul consumismo e sulle cose che troppo frettolosamente tendiamo a rimuovere come scarti; sulla relazione tra arte e artigianalità; sul rapporto tra lavoro e tempo libero; sulla tensione tra i meccanismi che inquadrano e la libertà individuale di inventare e di inventarsi.”