Ecco spiegato il mistero buffo della regione Salento.
E così, tra il lusco e il brusco, un articoletto apparso oggi sul giornale locale “Il paese nuovo”, appaiono finalmente chiari i veri motivi che agitano certa classe dirigente del sud pugliese.
Altro che equilibrio delle risorse o diritto alla autodeterminazione storicamente data della terra d’Otranto!
C’entra, come sempre, la politichetta da quattro soldi e lo sguardo miope di qualche arraffone di campagnette localistiche.
Proprio mentre, ancora una volta, il Salento si presenta al mondo con la forza della sua cultura meticcia grazie alla Notte della Taranta (fulgido esempio di successo salentino, inventato da un grande sindaco e un grande direttore artistico e produttore musicale barese…).
Fonte:
“Lecce (Salento) – Dopo lo scontro sulla notte della Taranta tra Vendola e Gabellone. Il presidente della Provincia, Gabellone, diventa motore del progetto di secessione e soprattutto referente politico del ministro delle Regioni. Il ministro mira a indebolire ancora la Poli.
(Franco Antonacci) – Il confronto-scontro, peraltro molto civile, tra il presidente della Regione, Nichi Vendola, e il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, in occasione della conferenza stampa per il concertone finale de La Notte della Taranta a Melpignano, sull’iniziativa del Comitato promotore del referendum sulla Regione Salento, ha evidenziato due fatti: che il presidente della Provincia di Lecce, Gabellone, è diventato in generale l’interprete più autorevole, molto più del sindaco di Lecce Paolo Perrone, della linea politica del ministro delle Regioni, Raffaele Fitto, nel Salento. Più in particolare si appresta a diventare il motore principale per portare avanti il progetto Regione Salento.
Un progetto al quale inizialmente lo stesso ministro, non sappiamo se volutamente o meno, aveva dato poca importanza ma che nel giro di poche settimane ha visto un totale capovolgimento di linea. A parte l’adesione dello stesso Gabellone, va segnalata quella del Consiglio comunale di Miggiano il cui sindaco, Giovanni Damiani, è uomo fidato del ministro e del suo braccio destro alla Regione Rocco Palese. Teoricamente, dunque, la promozione di Regione Salento dovrebbe essere perseguita con l’adesione di un certo numero di consigli comunali e provinciali. Nelle prossime settimane ci aspettiamo, ad esempio, che lo stesso Gabellone lo metta all’ordine del giorno del Consiglio. Non sappiamo se lo stesso farà Perrone che nei giorni scorsi si era mostrato alquanto scettico.
Ma se Fitto ha cominciato a interessarsi al progetto, evidentemente pensa di poterne ricavare qualche vantaggio. Anche a breve e non solo a lunga scadenza. Tra le prossime scadenze la più importante, politicamente parlando, è senz’altro il rinnovo del Consiglio comunale di Lecce nel 2012. Sempre che il sindaco non cada prima. Lo stesso ministro e più in generale il centrodestra lo danno in netta difficoltà. Soprattutto la fuoriuscita della sen. Poli Bortone e del suo movimento IoSud, dalla maggioranza lo hanno fortemente indebolito come sia le elezioni provinciali dell’anno scorso che le regionali di quest’anno hanno testimoniato. Certo, le comunali sono un’altra cosa e, va detto, Perrone ha messo in campo tutto l’armamentario a disposizione per raccogliere consensi anche nelle roccaforti polibortiane. Ma basterà, ci si chiede dalle parti dell’entourage del ministro?
Poiché il problema è sempre cercare di ridimensionare la popolarità della ex-sindaca di ferro il movimento Regione Salento può diventare in prospettiva l’arma ideologica con cui convogliare sul candidato sindaco del centrodestra quei consensi, per così dire, in libera uscita. Ci può essere una Regione Salento senza Lecce come città capoluogo? Poiché i sindaci di Brindisi e Taranto sono piuttosto freddini perché non prende Lecce, la capitale del barocco, questa bandiera dell’identità salentina e ne faccia soprattutto un discrimine anche politico visto che il centrosinistra, come Vendola ha detto chiaramente, è oggettivamente contrario? Il centrodestra, cioé, deve trovare una bandiera per scaldare i cuori del suo popolo altrimenti la battaglia per vincere a Lecce è persa in partenza. Perrone, è chiaro, è in pole per una ricandidatura alla guida della città ma se non dà un’anima anche popolare alla sua giunta, se questa resta confinata dietro la gestione ragionieristica che pure è importante, rischia di uscirne sconfitto. E non è detto che il ministro Fitto sia del tutto rassegnato a questa ipotesi.”
Fonte : Il Paese Nuovo
Credo che si debba riflettere prima di parlare. Quale cultura meticcia nel salento? Una cosa è il confronto e il mutuo scambio tra culture, altro è la marmellata culturale (il meltin-pot) che si lascia dietro una indistinta confusione. La Taranta è “tipica”, non generica. Affonda le sue radici nella Terra Salentina, non nel deserto del Negheb o nella forese amazzoniche. Esiste, è vero, un filo che unisce diverse tradizioni – ad esempio – nella trance; ma ognuna è splendida nella sua unicità, senza la quale le meraviglie che oggi si vorrebbero fondere nel calderone non avrebbero senso: compreso il inguaggio salentino, ad esempio. Che magari con le tue premesse vorresti cambiare in un “Esperanto dialettale”…?! :-/