Diario
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Irish guns

Mi ricordo bene gli anni della mia formazione universitaria, quando docenti e molti commentatori glorificavano le mirabolanti performance macro economiche della stupefacente flessibilità irlandese.
Erano gli anni del liberismo made in Fondo monetario internazionale, prima di Genova 2001, e tanti giornalisti commentavano che quella era la strada giusta per ammodernare anche l’Italia e il suo vecchio welfare affaticato dal debito pubblico.
Ed eccoci qui, a leccarci le ferite, dopo vent’anni di ciclo liberista con le pistole alla tempia dei lavoratori dell’occidente, con le borse in picchiata libera senza protezione e l’Europa unita che deve salvare la Grecia e poi l’Irlanda e poi il Portogallo e poi chissà. E Cindia che avanza per condizioni di lavoro ancora più soffocanti e una competizione verso il basso, sino a raschiare il fondo.

Chiedo: dove sono finiti quei tanti liberisti di casa nostra? Cosa pensano dei contratti precari, della corsa pazza di un paese fragile e piccolo come l’Irlanda? Pensano ancora che meno stato e più mercato sia la ricetta? Lo pensano davvero questi liberisti da strapazzo, dopo che Obama ha dovuto salvare il suo paese dalla quasi decennale cura di Bush Jr., con 800 miliardi (ottocento miliardi!) di dollari pubblici per nazionalizzare le banche massacrate dai subprime che loro stesse avevano inventato e dalla insolvenza dei cittadini mutuatari?

Dove siete adesso? A scrivere qualche trattatello sulla potenza del denaro e delle motivazioni all’acquisto? Oppure a raccontarvi finalmente la verità di un mondo sconquassato dai vostri argomenti imposta tramite media, libri e dibattiti per venti lunghi anni di un pensiero dominante che avete trasformato, nell’epoca della morte delle ideologie, in un unico pensiero di morte?

Un Commento a “Irish guns”

  1. Francesco Morra scrive:

    Buongiorno dr. Maselli,

    domani 30 novembre, alle ore 11, presso la sala consiliare del Comune di Bari presentiamo in anteprima il trailer

    “Top Secret – Bari 2 dicembre 1943″

    di cui io sono l’autore.

    Il trailer della durata di 6 minuti, si basa su interviste a sopravvissuti inglesi, a un marinaio italiano sopravvissuto e su documenti d’archivio, molti inediti, dei Nara di Washington, National Archives di Londra, e Bundesarchiv-Militaerarchiv di Friburgo.

    Cordiali saluti

    Francesco Morra

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