Certi politici.
Una buona parte dei politici parla senza sapere, nel merito, quel che dice.
A me personalmente piacciono i politici che coniugano la visione prospettica con la capacità di creare soluzioni innovative, di narrare e insieme di costruire le condizioni per dare forza e gambe alle idee che vengono affidate ai tecnici.
Ultimamente ho sentito troppo spesso attaccare, da parte di molti politici locali e nazionali, di sinistra, di destra e di centro l’uso dei fondi strutturali europei nel campo della produzione e diffusione di attività culturali.
Tali politici dicono che con i FESR non si devono sostenere le attività culturali e che tale uso “burocratizza” le sensibilità culturali.
Trovo queste affermazioni devastanti e i politici che le avallano non avranno mai il mio voto.
Perché dico questo?
Perché è la stessa Unione Europea (a proposito, cari politici, si dice Unione Europea, non più Comunità europea, UE non CEE!) a parlare in generale del potenziale delle iniziative culturali che sono appunto vettore d’impatti economici, ovvero le CCIs (per cui le iniziative a sostegno sono tali).
Ed in particolare vanno segnalati:
- Il libro Verde 2010 della Commissione Europea “Le industrie culturali e creative, un potenziale da sfruttare” in cui si fa esplicito riferimento ai FESR;
- Il parere del CESE (Comitato Economico e Sociale europeo) sulle Iniziative Culturali e Creative e la loro importanza;
- La stessa Strategia Europa 2020 ed, in particolare, alle due Iniziative faro: l’”Unione dell’innovazione” e “Una politica industriale per l’era della globalizzazione” (si riferiscono specificatamente alle industrie creative e alla necessità di un approccio interdisciplinare);
- Il lancio della ECIA da parte della DG Enterprise;
- L’incremento stesso del budget (+37%) messo a disposizione del nuovo programma Creative Europe (che include il programma Cultura, oltre che il MEDIA), rappresenta un passaggio importante.
Che i fondi siano quelli dei programmi a gestione diretta o quelli dei fondi strutturali non cambia, su questi però va considerato tutto il POR e quindi il Quadro Strategico Nazionale (QSN) che ha come priorità, la 5, la “Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo” e quindi le iniziative culturali.
Può bastare?
Insomma, cari politici, quando parlate di cultura, per cortesia fatevene prima una.
Grazie
…queste non sono solo parole…
che comunque bastano x definire un quadro sconcertante.
Quindi basta alla politica ignara della politica!!!
Tante grazie, Silvio.
Cristian