Diario
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18/10/2012

Perché lì si e qua no. Perchéééééééééé?

Fonte: Cinecittà News

Ma per fortuna ci pensano le associazioni di categoria a proteggersi. L’Italia, il Paese fondato sulle corporazioni. In cui lo Stato mette solo tasse.

Fonte: Cinecittà News 2

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18/10/2012

Cannibale

Si, lo ammetto, sono stato (e in parte sono ancora) un “cannibale”. Ho amato tutti i libri di Niccolò Ammaniti. Qualche sera fa, a Roma, in un bar di Prati l’ho visto insieme ad amici comuni. Come sempre accade con i talents non ho voluto conoscerlo. Per me è un mito che deve rimanere tale. Scoprire che magari dice o fa cose banali lo troverei insopportabile. E’ uno dei più grandi scrittori italiani. E nessuno me lo tocchi. Nemmeno io, stringendogli la mano.

Penso che il più bel film di Salvatores, l’unico che non invecchia, sia “Io non ho paura”. Non è per caso. La storia è robusta, intelligente, commovente. E’ la storia di noi tutti. Inguaribili ragazzi degli anni ’70. Che viviamo il presente sospesi tra gli anni che furono e un futuro che siamo perennemente condannati a cambiare. Schiacciati da quaranta-cinquantenni che non mollano nemmeno un pezzo di potere e da nativi digitali agguerriti e inconsapevoli del mondo da cui vengono, sospesi nell’eterno presente.

Il mondo dei “cannibali” è un mondo curioso, divertito, aperto al confronto. Mai cinico, anche quando fa il gioco di esserlo.
Insomma grazie Niccolò per avermi accompagnato in questi anni. Avrei voluto dirti solo questo l’altra sera. Ma sono un cannibale anche io, che senso aveva dirtelo lì, col drink in mano?

Fonte: Il Giornale

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17/10/2012

1X2

Viviamo un momento decisivo per l’industria dei media e per il mondo dei contenuti.
Ce lo ha mostrato il MipCom.
In molti, forse troppi, stanno lavorando a nuovi canali di distribuzione e diffusione.
In pochi, forse toppo pochi, invece, lavorano a nuovi contenuti in grado di percorrere le autostrade digitali che i grandi gruppi stanno preparando loro.
Nel mezzo la politica. Incapace di capire che non siamo più nel Novecento, che Berlusconi è morto per sempre e che se risorge lo farà sotto altre vesti, che il duopolio è destinato a morire di consunzione.
Incapace dunque di costruire una prospettiva digitale che rilanci e protegga la crescita del settore audiovisivo, che noi riteniamo decisivo per la crescita dell’intero Paese.
Nel frattempo il mondo gira veloce. Vecchi volponi si riciclano sperando di svoltare in politica, vecchi arnesi continuano a succhiare budget milionari alle tv, vecchi produttori non sanno che pesci prendere e (alcuni) moriranno.

Facendo spazio a chi? Questa è la vera scommessa. Ed è tutta apertissima. 1×2.

 

 

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09/10/2012

Non è un problema economico.

E come dare torto a Marco Giusti quando scrive:

“Al solito, il problema non è economico, ma di idee. Dovremmo pensare, oltre a produrre all’infinito i film dei soliti dieci registi e commedie meno riuscite di quelle degli anni precedenti, a quale cinema stiamo facendo e a quale ci piacerebbe fare, e a quale spazi possiamo offrire ai ragazzi che si affacciano con freschezza e idee originali in un simile contesto culturale. Altrimenti, oltre a rottamare la vecchia politica, si potrebbe rottamare anche il nostro cinema. E, ahimé, nessuno se ne accorgerebbe.”

Fonte: Dagospia

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08/10/2012

Ammirazione

Ho ammirazione per Iginio Sraffi, il disegnatore, produttore e regista delle Winx e, oggi, di “Gladiatori di Roma 3D”.
Ha coraggio, intuizione, capacità imprenditoriale e creativa che lo rendono raro nel panorama produttivo nazionale.
Leggete questa intervista e capirete di che parlo.

Fonte: La Repubblica

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02/10/2012

Fiction

Non male le prime parole della nuova responsabile della fiction Rai, Eleonora Andreatta.
Un po’ di speranza per la nostra fiction, per la sua ambizione internazionale e per la qualità dei territori.

Fonti:

EDuesse
“Alla sua prima uscita pubblica, il neo direttore di RaiFiction Eleonora Andreatta illustra la sua ricetta per promuovere l’internazionalizzazione della fiction italiana: «Il nostro obiettivo è di arrivare a chiudere degli accordi strutturali con i player stranieri, che non riguardino solo singole produzioni, ma che abbraccino molteplici titoli». Un modo per favorire la circolazione e la conoscenza della nostra produzione, il cui punto di forza deve essere prima di tutto la qualità: «Qualità di scrittori, attori, production value e location». Andreatta insiste su quest’ultimo punto: «Ogni fiction costruisce un suo mondo e quando questo è ben identificato, la fiction diventa memorabile», spiega. «Da qui, la nostra volontà di lavorare sul territorio. Ma il nostro non può essere un impegno unilaterale». Il direttore auspica infatti un tavolo dedicato alla politica del territorio, «per rendere sistematico l’intervento delle Regioni.”

La Repubblica

 

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02/10/2012

E ora?

E se avessero ragione Il Giornale e Marco Giusti?
Se, cioè, anche i cinepanettoni facessero parte dell’identità culturale del Paese e se rappresentassero semplicemente il naturale desiderio di evasione di massa da un mondo triste e cupo?
Se fossimo noi, amanti del cinema di qualità, impegnato a impegnare lo spettatore, ad essere sbagliati e inutilmente complicati?
Se il Paese meritasse di essere sepolto sotto una enorme, puzzolentissima e fragorosa scoreggia?
Se fosse che non abbiamo capito niente?

Link: Il Giornale

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02/10/2012

Portare il vento nuovo.

L’Italia, diceva Palmiro Togliatti, è il Paese degli ottomila campanili. Un numero enorme di comuni, borghi, paesi dove si riproduce da sempre la qualità della vita tra le più alte del mondo, dove antichissime e secolari tradizioni si rinnovano, dove la vita scorre placida all’ombra del campanile. Quando arrivano il cinema o la televisione, in contesti urbani piccoli e fragili, alle nostre latitudini la reazione è sempre ammirevole e mi lascia d’incanto.

Come Muro Leccese o Cisternino o come l’incantevole Bovino, uno dei borghi più belli d’Italia, arroccata sui monti dauni, orgogliosa della propria storia e della natura verdeggiante che le fa da cornice.

Portare il vento nuovo dell’audiovisivo in luoghi magici come Bovino rappresenta la gioia più viva. E dà un senso diverso a tutto quel che facciamo, perché è linfa nuova, proiezione del futuro, “sogno di una cosa”.

Fonte: Bovino

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24/09/2012

Paul Haggis

La conferma la dà lui. In persona.
Andiamo avanti.

“Il regista Paul Haggis è a Roma da alcuni mesi, dove girerà il suo prossimo film ‘Third Person’. Che avrà tre storie ambientate in tre diverse città: oltre alla Capitale, anche Parigi e New York. Ma le location saranno italiane anche per queste due altre città: «Il cento per cento delle location – ha spiegato il regista, come riporta oggi il ‘Corriere della Sera’ – sarà in Italia anche quando l’ambientazione è in altri Paesi. Per Parigi cercheremo dei luoghi di Roma che la ricordino mentre New York verrà ricostruita a Cinecittà». In ‘Third Person’, la storia ambientata a Roma racconta di un americano che si trova a Roma per affari, ma non vede l’ora di ripartire; ma l’incontro con una zingara lo porterà fino a Taranto. Nel cast del film, tra gli altri, Liam Neeson, Moran Atias, Olivia Wilde, James Franco e Mila Kunis.
Haggis ha anche commentato lo stato attuale del nostro cinema: «Avete bravissimi registi, sceneggiatori, attori. E poi sono impressionato dalla professionalità della troupe di Roma. Queste persone sono fra le migliori con cui ho lavorato».”

Fonte: e-duesse.it

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21/09/2012

Il clima che c’è

C’è un bel clima sui set pugliesi che ho visitato, come sempre faccio, in questi ultimi giorni.
A Bari si gira “Leone nel basilico” di Leone Pompucci, maestro nell’uso della camera da presa e della direzione attori.
A Bovino, tra lo stupore e la curiosità della popolazione locale, si gira “Marina” del belga Stijn Coninx.
E tra poche ore iniziano le riprese de “Il venditore di medicine” opera prima di Antonio Morabito.

E’ questo il nostro lavoro. Concentrati sull’obiettivo: aiutare il cinema indipendente ad esprimersi nella completa libertà, facilitato dai nostri servizi, facendo lavorare le nostre maestranze, gli attori e attrici, i fornitori, gli alberghi, i ristoranti. Ed è un lavoro di cui si parlerà a lungo. Perché parlano per noi le nostre opere.

Che meravigliosa condizione: tra molti decenni noi tutti non ci saremo più e del lavoro da noi fatto si parlerà ancora.