Il trinomio perfetto comprende le imprese, il Fisco e il territorio. La cinematografia può agire da incubatore delle interrelazioni tra questi elementi, a condizione di sviluppare il talento nella creatività in misura almeno pari alla capacità di attrazione degli investimenti. È stata questa la tesi, ancora poco frequentata nella pubblicistica fiscale, che ha tenuto banco al workshop “Tax credit. Sviluppo dei rapporti tra le cinematografie italiana e straniera e investimenti proficui per l’imprenditoria nazionale”, organizzato a Bari dalla Camera di Commercio Italo Orientale.
Il seminario si è tenuto il 17 novembre, con il contributo di enti territoriali, associazioni di categoria, ordini professionali e con il patrocinio dell’Apulia Film Commission. Anche l’Agenzia delle Entrate ha partecipato ai lavori, con l’intervento di Pasquale Ferrante, funzionario dell’Ufficio Fiscalità delle Imprese e finanziaria, in rappresentanza del direttore regionale della Puglia, Aldo Polito.
La Camera di Commercio Italo Orientale – Il filo rosso che tiene insieme il cinema e il Fisco è stato dipanato, in apertura del workshop, dal presidente della CCIO, Antonio Barile: i consulenti delle imprese e i rappresentanti delle Istituzioni possono agevolare il rapporto fluido tra produttori e finanziatori dell’audiovisivo cinematografico. Barile ha, quindi, assicurato che la Camera di Commercio intende proporsi quale vettore dell’economia delle relazioni, in grado di favorire la raccolta delle risorse territoriali utili alla crescita del settore cinematografico. Infine, il presidente ha formulato un ringraziamento all’Agenzia delle Entrate per aver testimoniato, con la propria presenza al seminario, sensibilità istituzionale alla vita culturale della Puglia, oltre che agli aspetti economici, direttamente connessi alla funzione propria dell’Amministrazione finanziaria.
Il punto di vista delle imprese e dei consulenti – Sul versante delle imprese, hanno preso la parola Paolo Bevilacqua, coordinatore del Club delle Imprese per la cultura (Confindustria) e Giorgio Treglia, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bari. Il primo ha raccontato l’esperienza del suo Club, al quale aderiscono 15 aziende delle province di Bari e Barletta-Andria-Trani, unite dallo scopo di promuovere iniziative di impatto culturale, sociale ed economico, dalla fase dell’ideazione a quella della realizzazione.
Giorgio Treglia ha inquadrato il tema da un angolo di visuale complementare, ovvero quello dei professionisti della consulenza fiscale. Secondo il presidente dei commercialisti baresi, infatti, la remunerazione degli investimenti è condizione imprescindibile della vita di un’impresa. Saper guardare ai bilanci con attitudine professionale e specialistica, ricercando percorsi di corretto e lecito ritorno degli investimenti è la prerogativa dei professionisti.
Il giro di tavolo tra rappresentanti del mondo imprenditoriale si è chiuso con la riflessione di Sergio Ventricelli, consigliere Dialogoi, distretto produttivo pugliese della comunicazione. La Puglia si è avviata, negli ultimi anni, verso una svolta epocale sul fronte della comunicazione. È vero, secondo Ventricelli, che le eccellenze del territorio sono il turismo, l’agroindustria e le energie rinnovabili, ma è anche necessario dire che le eccellenze, per essere tali, devono essere comunicate e richiedono competenza culturale per essere rappresentate in modo efficace.
Cosa ne pensano gli enti locali – Silvio Maselli è il direttore generale dell’Apulia Film Commission, organismo al quale si deve il forte dinamismo pugliese nel campo cinematografico. Maselli ha sottolineato che, sì, il compito della AFC è quello di attrarre e sostenere le produzioni nella regione, ma l’obiettivo non è semplicemente quello di comunicare il territorio. Una produzione cinematografica, infatti, ha un budget medio di 4-4,5 milioni di euro e rappresenta, dunque, un’occasione formidabile per la crescita locale. I costi di produzione cosiddetti sotto la linea, infatti, vengono sostenuti sul territorio con effetti positivi sul lavoro delle maestranze e sull’indotto ad esse collegato. L’audiovisivo, insomma, è una leva di sviluppo locale e non solo uno strumento di marketing territoriale e il Fisco, in questa dinamica virtuosa, è un apparato amico, in quanto il meccanismo del tax credit vanifica l’arbitrio nell’assegnazione dei fondi pubblici a sostegno delle produzioni.
Alle potenzialità del settore cinematografico in Puglia ha creduto la Regione, come primo attore in scena, ma anche il Comune di Bari vuole dare il suo contributo. Lo ha dichiarato Gianluca Paparesta, assessore comunale al Marketing territoriale. Il ruolo della città nel contesto cinematografico è cresciuto in modo visibile negli ultimi anni, grazie all’ambientazione di film, festival, eventi. Il Comune guarda con disponibilità e sostiene le iniziative in grado di promuovere la qualità della vita e l’immagine di Bari, anche in vista della candidatura a Città europea della Cultura nel 2019.
Il ruolo dell’Amministrazione finanziaria – L’Agenzia delle Entrate è intervenuta nel dibattito con un contributo di caratura tecnica. Pasquale Ferrante, funzionario della Direzione regionale della Puglia, è partito dalla Costituzione (articolo 9) e ha tracciato lo sfondo giuridico nel quale si muove la promozione della cultura e, in particolare, del cinema. Si tratta di un’arte che vive in contesti globalizzati e molto competitivi, bisognosi di continui e dispendiosi investimenti tecnologici. A partire dal d. lgs n. 28/04, il legislatore ha manifestato attenzione alle fonti di finanziamento del cinema, oggetto di specifiche agevolazioni. Ferrante, quindi, ha proposto alla platea una rassegna di norme fiscali rilevanti per l’impresa cinematografica e ne ha illustrato l’iter attuativo, spesso travagliato, con fughe in avanti e arresti. Uno degli aspetti che ha segnato il percorso del pacchetto agevolativo basato sul credito d’imposta (l. n. 244/2007) è stata la disciplina europea sugli aiuti di Stato, che pone limiti al finanziamento delle imprese nazionali, in nome della concorrenza e del libero mercato. La seconda parte della relazione ha avuto ad argomento le condizioni che le imprese devono rispettare per accedere al credito d’imposta, la procedura amministrativa da seguire e il ruolo di controllo attribuito all’Agenzia delle Entrate. La gestione delle agevolazioni, in sede istruttoria, è riservata invece alla competenza del Mibac (Ministero per i Beni e le Attività culturali).
Il contributo di Anica – Dall’ufficio Tax credit dell’Anica sono intervenuti, infine, Andrea Pietra e Ludovica Baldan per trattare il rapporto tra capitali privati e benefici fiscali. Pietra ha illustrato l’andamento delle prime tappe del roadshow Anica, in corso in tutto il Paese, mirato ad identificare potenziali investitori interessati al settore cinematografico da mettere in contatto con le imprese produttrici. Ludovica Baldan, a seguire, ha descritto le fasi della produzione cinematografica con agganci ai momenti di innesto dell’agevolazione fiscale. Un film presenta una filiera dotata di caratteristiche tipiche e chi opera in questo settore non può ignorarle, soprattutto se agisce in veste di consulente. Anche il quadro statistico delle imprese attive nel settore aiuta a comprendere la dinamica specifica del mercato, per ricavarne aspettative razionali.
Daniela Lopedote
pubblicato Venerdì 18 Novembre 2011