Diario
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15/11/2011

Eppure Galan sembrava una persona perbene…

Sembrava perbene il Ministro che aveva il coraggio di dire quel che tutto pensano, ma che nessuno diceva apertamente rispetto alla diatriba tra i festival di Roma e Venezia.
Invece eccolo qua, come negli ultimi giorni di Pompei, a fare lo schifo come i peggiori politicastri da quattro soldi.
Mi domando, ma esisteranno politici i quali, foscolianamente, mirano ad essere ricordati per azioni buone?

Cit.:

Dalle poltrone del talk-show di Marzullo a quelle delle commissioni ministeriali che si occupano di cinema. Sono le nomine in extremis lasciate in eredità dal ministro dei Beni culturali Giancarlo Galan, del Pdl. Il caso lo solleva Il Secolo XIX, in un impietoso ritratto dedicato alle scelte compiute dall’ex governatore della Regione Veneto negli ultimi giorni del suo incarico, prima di lasciare l’ufficio al prossimo ministro probabilmente scelto da Mario Monti. A cominciare dallo stesso Gigi Marzullo, messo in Rai da Ciriaco De Mita e da allora inamovibile, conduttore del programma serale “Cinematografo”, su Raiuno. Marzullo entra nella commissione ministeriale dedicata alla promozione cinematografica. Insieme al critico del Mattino Valerio Caprara, polemista del programma e già presidente della Campania Film Commission, “che è un ruolo istituzionale e quindi sarebbe stato meglio lasciar perdere”, nota il quotidiano genovese. Napoletano è anche l’altra new entry, il giornalista politico di Panorama Carlo Puca. Per il quale “fu galeotta, pare, un’intervista al ministro Galan”.

Nella commissione che invece si occupa di vagliare le opere prime e seconde va un altro ospite fisso di Marzullo, Gianvito Casadonte, animatore del Magna Grecia Film Festival in Calabria. Nella stessa commissione già siede il volto più noto di “Cinematografo”, la critica Anselma Dell’Olio (moglie di Giuliano Ferrara), insieme a Carlo Cozzi, che scrive di film su Il Secolo, storico giornale dell’Msi e successive trasformazioni. Dall’ente che valuta i registi esordienti se ne va Antonia Postorivo, avvocato e moglie di Antonio D’Alì, senatore berlusconiano siciliano, già sottosegretario all’Interno. Ma solo per approdare alla commissione più “sostanziosa”, quella che decide i finanziamenti delle opere ritenute di interesse culturale nazionale.

A dispensare denaro dello Stato per il cinema, Galan piazza anche Valeria Licastro Scardino, in passato segretaria di Fedele Confalonieri e in contatto con il ministro mancato Aldo Brancher. Attualmente è responsabile delle relazioni istituzionali della berlusconiana Mondadori e grande animatrice della mondanità romana, nonché moglie dell’ex deputato forzista campano Antonio Martusciello (sistemato all’Agcom). Ma, scrive ancora Il Secolo XIX, “nessuno si spiega, neppure al ministero, perché la bionda signora, non proprio nota come esperta di cinema, debba esprimersi sui film d’autore da coprodurre coi soldi pubblici”. In compagnia, tra gli altri, di Alessandro Voglino, esponente di Alleanza nazionale a Roma.

Fonte:Il Fatto Quotidiano

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14/11/2011

Fragnelli e Mezzapesa

E’ certamente un motivo di orgoglio (viva e vibrante commozione, direbbe Crozza), per noi di Apulia Film Commission, aver assistito alla proiezione nelle sale cinematografiche italiane dei film di due giovani talenti registici pugliesi, Cesare Fragnelli e Pippo Mezzapesa.
Due storie filmiche, produttive e distributive completamente diverse: l’uno radicalmente, felicemente e professionalmente indipendente; l’altro più fortunato nella autorevolissima sponda produttiva della Fandango.

Ma c’è un “ma”. Pur nella abissale differenza di sponde produttive entrambi i film registrano uscite non larghissime con meno di trenta copie ciascuno e incassi che procedono paralleli con pochi scarti sotto i 50mila euro ciascuno, almeno a giudicare dal primo weekend de “Il paese delle spose infelici” che, peraltro, in Puglia, esce solo negli schermi del nostro circuito D’Autore. Ovviamente con tutta probabilità il film di Mezzapesa crescerà ancora arrivando e superando i centomila, ma la sostanza non cambia.

Perché vuol dire che il problema è quasi tutto concentrato nell’esercizio. E quello lo scoglio da superare e abbattere. Ne riparleremo.
Per il momento in bocca al lupo a Cesare e Pippo e che il loro sia un esempio per i tanti e le tante che sognano di fare cinema.

P.S.
Dei 38.000 euro di incassi totali nel weekend del film di Mezzapesa, 26.000 € sono stati incassati nelle 9 sale del nostro circuito D’Autore.

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11/11/2011

Ecco a cosa serve il circuito D’Autore

Cit:
“Quando si dice “le coincidenze”… Il film di Pippo Mezzapesa “Il paese della spose infelici”, tratto dal libro di Mario Desiati, uscirà nelle sale l’11 novembre, il giorno di San Martino, il patrono della città in cui è ambientata la storia di Veleno e di Annalisa, la città natale dello scrittore. Una fortunata coincidenza, una sorta di predestinazione, sembrerebbe.

Infatti non è così, perchè il film di Mezzapesa non sarà proiettato a Martina Franca. La produzione ha stampato 24 pellicole, di cui 10 saranno distribuite solo in Puglia. Sarà proiettato a Bari, Andria, Barletta, Bitonto, Castellana Grotte, Foggia, Lecce, Massafra, Molfetta e Taranto. A Massafra, il paese in cui sono state fatte le riprese sarà proiettato in anteprima nazionale domani sera, alla presenza del regista e dell’autore, mentre a Barletta, addirittura, è stata organizzata per domenica un evento speciale, che parte dalle 18:00 con l’incontro con Mario Desiati, Pippo Mezzapesa e Antonella Gaeta, e prosegue alle 20:00 con la proiezione del film. Il tutto voluto dall’amministrazione comunale di Maffei e sostenuto dal Presidio del Libro di Barletta, dall’Associazione Liberincipit e sostenuto dall’Apulia Film Commision. Una bella occasione, sembra, per conoscere un’opera che dall’inizio (il libro) alla fine (il film) è 100% made in Puglia.

A Martina Franca però, pare non la pensino allo stesso modo. O meglio, pare non pensino e basta. Il film infatti non uscirà per ora, ma forse tra qualche settimana, perchè ci sono già prenotate pellicole che potranno attirare più pubblico.

Alla Fandango, produttrice del film, ci dicono che non è inconsueto, che per i prodotti più piccoli la vita è dura. Il film non uscirà nemmeno a Firenze, per esempio. Tutto dipende, dicono da Roma, dal fatto che i proprietari dei cinema non vogliono togliere dalle sale i film che incassano di più, soprattutto in un periodo in cui ci sono molti nuovi film, preferiscono andare sul sicuro.

La distribuzione del film passa dalla casa produttrice ad un’agenzia di distribuzione territoriale, che per la Puglia è la Ciak. Questa su Martina ha rapporti esclusivi con il Cinema Teatro Nuovo. Il film, quindi, se fosse stato messo in programmazione, l’avremmo visto in questo cinema. Dall’agenzia ci dicono che Martina è impegnata con un’altra programmazione. E, inoltre, a Martina non “ha mai fatto quel genere di film”, cioè, i film di un certo spessore culturale non hanno mercato. Nessuno va a vederli.

Ma non è tutto, o meglio, è solo una parte della storia. Mercoledì 16 novembre esce nelle sale la prima parte dell‘ultimo capitolo di Twilight, la saga della ragazza triste che è indecisa se sposarsi un vampiro o un licantropo. Se “Il paese delle spose infelici” fosse stato proiettato al Nuovo, sarebbe rimasto in sala per pochi giorni, perchè avrebbe dovuto comunque fare posto al film di cui sopra. Troppo poco, ci dice la direttrice del Cinema Nuovo, per un buon film. Infatti in programmazione, venerdì, esce Immortals. Dopo Twilight forse ci sarà spazio.

Anna Maria Montinaro, del Presidio del Libro di Martina Franca, non si capacita che ad un film che è stato presentato al Festival del Cinema di Roma, tratto da un romanzo di un autore finalista del Premio Strega, sia preferito un blockbuster. Racconta, avvilita, che Mario Desiati l’ha contattata circa tre settimane fa perchè si informasse se a Martina sarebbe dovuto essere presente il cast, un onore concesso alla cittadina che ha ispirato il romanzo. Cercando conferma, la Montinaro si è resa conto che non solo a Martina Franca non volevano il cast, ma non volevano nemmeno il film.

Non ci resta che metterci in macchina per andare a vedere un film che parla di noi.”

Fonte:Martina News
Precisazione: del circuito D’Autore non fa parte la sala di Martina Franca (Ta) citata nell’articolo, perché i gestori di tale sala NON hanno MAI fatto domanda di adesione.

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07/11/2011

Costernazioni

Leggo i dati del Cinetel di questo lunedì e scopro che il film Medusa – Tao Due “I soliti idioti” ha incassato, in 475 schermi circa 4,5 milioni di euro in un weekend. E allora penso che questo paese merita di trovarsi nella situazione di merda in cui si trova.
Poi, per rincuorarmi, leggo le altre news di cinema. E scopro che il signor Gianluigi Rondi ha dichiarato di essere certo di essere riconfermato alla guida della Festa del cinema di Roma. Niente contro la persona, sia chiaro. Ma si può essere così gerontocrati e attaccati al ruolo?
Poi penso che tra qualche giorno mio papà, diventa uno splendido settantenne e da qualche anno s’è messo l’anima in pace andando in pensione (non certo un baby pensionato!). E non mi pare se la passi male. Nonostante gli acciacchi, si può essere padri e nonni dignitosi e felici, senza essere arroccati nelle posizioni di comando (ammesso mio padre ne abbia mai avuta una…temo proprio di no!) e liberando il mondo ai figli.

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07/11/2011

Facts & Figures

Arriva un momento nelle riunioni a livello comunitario in cui il chairman annuncia la discussione di facts&figures. E’ il momento che amo di più, perché si esce dal “si dice che” e si entra nel “si può fare” o “non si può fare”.
Fatti, numeri e tendenze.
Per questo amo leggere le ricerche che a livello internazionale mi capita di ricevere e cercare: capire è necessario per cambiare.
Questo è il mio motto, da sempre.

In Italia sono davvero pochi i ricercatori in grado di “sentire” i fenomeni e di analizzarli con facts&figures.
Tra questi c’è uno studio, curato da Angelo Zaccone Teodosi e da Elena D’Alessandri per la IsiCult, che si chiama “Italy: a media creative nation” che mi ha insegnato alcune cose molto utili da capire prima di parlare a vanvera di new media, social network e di televisione.
Lo studio è commissionato da Mediaset, dunque un colosso interessato a dimostrare la centralità (anche a fini pubblicitari) della televisione generalista.
Ma la serietà della IsiCult è al di sopra di ogni sospetto, pertanto ve lo segnalo volentieri e vi invito sempre più a studiare, studiare, studiare.

Fonte:Italia Audiovisiva

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02/11/2011

Opinioni

“Ancora parole dure da parte del ministro per i Beni Culturali, Giancarlo Galan, contro il Festival dio Roma. Intervistato dal ‘Corriere della sera’ di oggi Galan, che ha partecipato alla proiezione del film ‘Il cuore grande delle ragazze’ di Pupi Avati in concorso a Roma, non rinuncia a specificare il suo pensiero sul festival romano: “Sono venuto perché è mio compito fare anche delle cose che non avrei voglia di fare. Continuo a pensare che questo festival sia un doppione di quello veneziano, una brutta copia, e in quanto tale sia perciò dannoso per il Paese. Mi fa impazzire l’idea che la signora Detassis e il signor Müller, vale a dire i responsabili artistici dei due festival, siano andati in giro per il mondo cercando di rubarsi i film da portare in concorso. Venezia ha una storia e un prestigio che Roma non ha e non potrà avere” Chiudere il festival, quindi?: “Io dico che non devono imitare Venezia. Roma deve diventare il centro del mercato cinematografico. Punto. Si inventino un evento che sia orientato al mercato del cinema. Ne ho già parlato con Alemanno e credo che sia d’accordo”. A proposito dello scongelamento dei 270mila euro circa, che il Ministero eroga a favore del mercato del festival (Business Street), Galan chiosa: “Li scongeleremo a condizione che ci sia un progetto speciale dedicato allo sviluppo del mercato cinematografico”

Fonte: E-duesse

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31/10/2011

Banche, imprese e cinema

‘Banche, Imprese & Cinema: si può fare’. L’industria cinematografica fattura circa 6 mld di euro l’anno
Industria che dà lavoro a 200 mila persone, tra lavoratori dipendenti e indipendenti, autonomi e liberi professionisti.

MEDIA – E’ solida l’industria cinematografica italiana. Lo dimostrano i dati, mai diffusi prima, presentati al convegno “Banche, Imprese & Cinema: si può fare”, organizzato da ABI, ANICA e Unindustria svoltosi di questa mattina in apertura di “The Business Street”, il Mercato del Festival Internazionale del Film di Roma.

Le imprese attive sul territorio nazionale sono 6.120 secondo i dati ISTAT 2009, diffuse sul territorio nazionale in maniera disomogenea, dal momento che si concentrano nel Lazio (1800 – 28,2%) e in Lombardia (1247 – 19,5%).
Il fatturato generato da tali imprese in Italia nel 2008 ammonta a 5,7 miliardi di euro (di cui 3,2 nella sola produzione): interessante il confronto con la Germania, che fattura nello stesso comparto 6,3 miliardi di euro e con la Gran Bretagna, che tocca i 16,8 miliardi di euro.
Importante anche il numero di addetti, che tocca le 200 mila unità, tra lavoratori dipendenti e indipendenti, autonomi e liberi professionisti.

L’investimento annuo complessivo di capitali italiani privati e pubblici nelle opere filmiche supera i 300 milioni di euro. Il peso del finanziamento pubblico è diminuito negli anni, fino a coprire, nel 2010 circa il 12% dell’investimento complessivo.

Il Convegno di questa mattina ha focalizzato anche l’importanza delle misure fiscali che incentivano l’investimento nel cinema, in particolar modo su quelle rivolte a imprese esterne al settore che prevedono un credito d’imposta pari al 40% su un tetto massimo per la singola impresa di 2,5 milioni di euro, a condizione che l’investimento complessivo da terzi sia inferiore alla metà del budget complessivo del film.
Il coinvolgimento di banche e imprese, rappresentate da ABI e da UNINDUSTRIA, insieme ad ANICA nel Convegno di oggi sta a significare lo sforzo comune per utilizzare al massimo le opportunità offerte dagli incentivi fiscali.

“Il tax credit esterno, ovvero il credito d’imposta per imprese e istituti finanziari che investono nel cinema senza far parte del settore, è il cuore degli incentivi fiscali di cui usufruisce l’industria cinematografica”, ha dichiarato il Presidente dell’ANICA, Riccardo Tozzi.
“Se infatti le altre forme di incentivazione hanno ricadute positive intervenendo direttamente sui costi di produzione e di gestione delle imprese cinematografiche, attraverso il tax credit esterno si possono aggiungere importanti risorse all’ammontare complessivo degli investimenti. Più quantità, ma anche più qualità delle risorse a disposizione per il settore”.
“Lo sforzo di ANICA – ha precisato Tozzi – è coinvolgere sempre di più le associazioni e le istituzioni del mondo finanziario e imprenditoriale, sviluppando sinergie tra i diversi comparti e, soprattutto, facendo incontrare tra loro mondi che fino a qualche anno fa non erano riusciti a stabilire rapporti durevoli ed efficaci”.
“Un nuovo rapporto tra cinema e imprese, cinema e mondo della finanza, è possibile e utile per tutti. Il convegno di oggi – ha concluso il presidente ANICA – dimostra che il cammino comune intrapreso da ABI, ANICA e UNINDUSTRIA è indispensabile per la riuscita di quel processo di autonomia finanziaria che il cinema italiano, forte della sua tradizione produttiva e culturale, ha intrapreso da anni, e di cui i provvedimenti fiscali di cui oggi si parla sono soltanto un primo seppur fondamentale passo.”

“Come Unindustria riteniamo molto importante sensibilizzare gli operatori economici di tutti i settori esterni al mondo del cinema sulla applicazione della normativa sulle agevolazioni fiscali a favore della produzione cinematografica – ha dichiarato Giampaolo Letta, Vicepresidente di Unindustria con delega all’audiovisivo e al multimediale e Amministratore Delegato di Medusa Film – e questo incontro con ANICA e ABI vuole essere il primo step per avviare una efficace campagna d’informazione sul tax credit a favore delle imprese del Lazio e del paese”.
“E’ un interessante opportunità di business – ha continuato Letta – anche per le PMI e per tutte le aziende che desiderano diversificare i propri investimenti. L’investimento nella produzione cinematografica infatti può essere, con risultati finanziari positivi, un’alternativa alla Borsa o ai titoli di stato, ed è importante che gli imprenditori di tutti i settori ne siano a conoscenza”.
“Con ANICA abbiamo siglato un accordo ad hoc proprio per promuovere iniziative congiunte che avvicinino le imprese di Roma e del Lazio all’industria dell’audiovisivo. L’accordo ha lo scopo di creare da una parte opportunità di business e dall’altra nuove risorse sulla produzione di pellicole, in un momento in cui al cinema italiano, grande patrimonio nazionale di know how e professionalità, va riconosciuto il valore strategico per l’economia della Regione e di tutto il Paese.”

II Direttore Generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, ha sottolineato come la sinergia tra banche e cinema deve produrre una nuova modalita’ di colloquio tra mondo finanziario e industria cinematografica, in cui la banca deve farsi carico di esaminare anche gli elementi qualitativi del progetto cui partecipa.
Le posizioni di Tozzi e Sabatini sono sostanzialmente condivise anche da Nicola Borrelli, Direttore Generale per il Cinema del MiBAC, che ha parlato di un buon risultato raggiunto dal Tax Credit interno e invece una maggiore necessita’ di estenderlo alle aziende non di settore. Lo strumento, ha detto infatti Borrelli, è ancora poco conosciuto al di fuori del mondo del cinema.

Al Convegno hanno portato i loro contributi Roberto Cicutto, Direttore Mercato Internazionale del Film di Roma; Stefano Selli, Capo della Segreteria di Paolo Romani, Ministro per lo Sviluppo Economico; Alberto Baldini, Responsabile Settore Cinema BNL – Gruppo BNP Paribas; Stefano Melazzini, Responsabile Settori Specialistici Mediocredito Italiano – Gruppo Intesa San Paolo; Federica Lucisano, AD Italian International Film; Mario La Torre, Ordinario di economia degli intermediari finanziari – Università La Sapienza. Nel pomeriggio il convegno, coordinato dal presidente dei produttori ANICA, Angelo Barbagallo, con un’introduzione esemplificativa dell’esperto Gian Marco Committeri, si è rivolto più direttamente agli investitori esterni, mostrando le esperienze delle imprese che hanno già usufruito degli incentivi in vigore.

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27/10/2011

Una generazione al bilancio

Cit:

Damiano Russo, ragazzo gentile del cinema italiano, è il centro di bellissimi cerchi di vita. Il primo, il più importante è formato dalle otto persone che hanno ricevuto i suoi organi “vitali”. Ha donato tutto di sé, è morto per un trauma cranico, forse bastava poco così e l’avrebbe scampata quando è caduto dalla sua Honda impattando con un auto che usciva da un passo carrabile sulla via Prenestina. Ma così non è stato. La strada, le traiettorie delle moto e il fato hanno leggi inesorabili e questi giorni ce l’hanno insegnato. E’ stata aperta un’indagine per omicidio colposo, era doveroso farlo.

Nella chiesa dell’Annunciazione nel quartiere Poggiofranco di Bari, il giorno del suo funerale gremito da un migliaio di persone, Damiano Russo è il centro di un altro cerchio che lo piange, sorride a ricordarlo e lo commemora dall’altare con le bellissime parole di Delia che parla per i compagni di scuola dell’Istituto Margherita. E un altro cerchio in lacrime, più in là è composto dai colleghi attori della serie tv “Liceali”, prima e seconda serie. Attoniti, avevano ricevuto una mail da Damiano solo giovedì che li chiamava a raccolta, per una rimpatriata. Appuntamento per domenica. E domenica si sono visti sì ma per commemorarlo al teatro Valle. Perché Damiano era così, amava sentire tutti intorno, da lui partivano gesti d’amore e in questa piccola chiesa che non basta per tutti, in tanti sono qui a restituirglieli.

Stanno accanto alla mamma Rosamaria, al papà Girolamo e alla sorella Luciana che, a un certo punto della funzione, va a dar manforte al coro che non ce la fa. Tutti sono qui a prendere e portare un po’ di Damiano con sé, che vuol dire gentilezza, disponibilità, caparbietà nel proprio lavoro, studio, applicazione, modestia. Un esempio, un piccolo amuleto da portare sul cuore da questo momento in poi. E c’è un altro cerchio, ancora, quello degli attori di “Tutto l’amore che c’è” di Sergio Rubini, nati con quel film come attori, registi, operatori culturali. Michele Venitucci, Pierluigi Ferrandini, Antonio Lanera, Marcello Introna, Francesco La macchia, Antonio Tuzza, che ricorda: “avevamo pensato una bella rimpatriata a dieci anni dal film ma c’è sfuggita per un pelo”.

C’è chi fa il cinema in Puglia, ci sono il presidente e il direttore dell’Apulia Film Commission, Oscar Iarussi e Silvio Maselli, i registi Francesco Lopez, Roberto De Feo, l’attore Fabrizio Buompastore, il responsabile casting Lello Petrone. Ed è prematuro tempo di bilanci. Di guardarsi un po’ persi, occhiali scuri contro occhiali scuri, ad accorgersi di aver perso già qualcuno per strada. Domattina, Damiano continuerà il suo viaggio, sarà sepolto in Calabria, a Cirò, accanto a suo nonno.
(Antonella Gaeta)

Fonte:La Repubblica

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25/10/2011

Coprodurre.

BRUXELLES, 25 OTT – Euromed Audiovisual, il programma finanziato dall’Ue, ha organizzato un seminario oggi a Montpellier sulle coproduzioni nella zona del Mediterraneo, insieme all’International Mediterranean Film Festival.

La conferenza, riferisce il sito web di Enpi (www.enpi-info.eu), includera’ la presentazione del lavoro intitolato ‘Un uomo senza un telefono cellulare’ di Sameh Zoabi e prodotto da Marie Gutman, ma anche di un database del programma Euromed Audiovisual, per favorire la coproduzione nella regione. Nell’agenda dei lavori si prevede anche di affrontare il tema delle due commissioni per il cinema esistenti in Marocco e in Giordania, oltre alla discussione sui possibili metodi per aumentare le coproduzioni fra Europa e paesi della sponda Sud del Mediterraneo. I partecipanti includono il direttore della Commissione Film di Ouarzazate, Abdessadek El Alem, il coordinatore del progetto di formazione ‘Industria Med Film’ della commissaione sul cinema giordana, Deema Azar, oltre a registi e produttori. Il programma Euromed Audiovisual III cerca di contribuire allo sviluppo e al rafforzamento della capacita’ dell’industria del cinema con i partner Ue del Sud (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Territori palestinesi, Siria e Tunisia) , per una reciproca comprensione, il dialogo interculturale e la diversita’ culturale. (ANSAmed)

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24/10/2011

Ciao

Ciao Damiano.