Diario
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05/07/2011

CinecittàLuce

Il capitale sociale della AFC è più alto della newco CineccitàLuce prevista in manovra finanziaria.
Non significa nulla sotto il profilo operativo, ma molto sotto quello politico.

Sono state recepite nel testo della manovra Finanziaria presentata ieri, le indicazioni del ministro per i Beni Culturali, Giancarlo Galan, in merito al riassetto di Cinecittà Luce. Come anticipato ieri da e-duesse (www.e-duesse.it/News/Cinema/Cinecitta-Luce-in-liquidazione-116234), l’ente cinematografico pubblico da SpA si trasformerà in una società a responsabilità limitata, Istituto Luce Cinecittà, con un capitale sociale di 15mila euro; le quote azionarie saranno intestate al Ministero dell’Economia mentre i diritti di socio saranno esercitati dal Ministero dei Beni Culturali. Il nuovo assetto societario comporterà una riduzione di personale che sarà riassorbito dal Ministero dei Beni Culturali. Istituto Luce Cinecittà continuerà a svolgere le tradizionali attività di promozione del cinema italiano all’estero, di distribuzione di opere prime e seconde e di conservazione del patrimonio cinematografico attraverso lo storico archivio del Luce.

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27/06/2011

Esempi

Sapete quanti soldi pubblici o di televisioni italiane sono stati ottenuti per realizzare questo film?
Zero.
E lo chiamano mercato.
Forse meglio chiamarlo censura?

Sono partite sabato 25 giugno a Bucarest le riprese di ‘Diaz – Don’t Clean Up This Blood’, il nuovo film di Daniele Vicari. La pellicola sui pestaggi alla scuola Diaz avvenuti durante il G8 di Genova del 2001 da parte della polizia ai danni dei manifestanti, durante la notte tra il 21 e il 22 luglio, è prodotta dalla Fandango di Domenico Procacci insieme alla romena Mandragora e alla francese Le Pacte. Le riprese si sposteranno in agosto nel capoluogo ligure per girare gli esterni. Il film corale si basa sugli atti del processo e ha per protagonisti Elio Germano, Claudio Santamaria, Rolando Ravello, Alessandro Roja, Pippo Del Bono, Paolo Calabresi, Pietro Ragusa, Jennifer Ulrich e Monica Barladeanu. Il budget di produzione ammonta a circa 7 milioni di euro.

Fonte: E-duesse

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26/06/2011

Ancora numeri…

L’andamento in sala negli ultimi 25 anni
Finalmente, dopo venticinque anni, il cinema torna a superare la barriera dei 120 milioni di presenze. Lo ha certificato la Siae ieri alla presentazione dell’’Annuario dello Spettacolo’. Che questo risultato fosse nell’aria era abbastanza prevedibile dopo gli splendidi incassi dell’anno scorso grazie al fenomeno ‘Avatar’, al 3D e all’exploit del cinema italiano. Ora ne abbiamo avuto la certezza; nel 2010 sono state registrate 120,5 milioni di presenze. Ed era dal 1986 (124,8 milioni di biglietti venduti) che questa soglia non veniva superata. Come si può vedere dal grafico, da allora si è registrato un costante e preoccupante calo di biglietti venduti che nel 1982 raggiunsero la misera cifra di 83,5 milioni, la più bassa della storia per l’Italia. Da quel momento è iniziata una lenta risalita che ha portato le presenze a superare di nuovo i 100 milioni di ingressi nel 1997. Il 1998 è stato l’anno del grande rilancio grazie al successo di ‘Titanic’ con gli spettatori saliti a quota 118 milioni. E proprio il 98 è stato preso come metro di paragone in questi ultimi anni; da allora, infatti, l’industria puntava a superare il tetto dei 118 milioni. Ci si è avvicinati nel 2004 con 115 milioni di presenze e poi ancora nel 2007 con 116,4 milioni; non dobbiamo dimenticare, però, i cali che si sono registrati nel 2003, 2005, 2006 con 105 milioni di biglietti venduti. Il record assoluto di presenze è quello del 1955 con 819 milioni di spettatori.

Fonte:E-duesse

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26/06/2011

Che numeri!

Nell’annuale conferenza stampa di presentazione dei dati relativi agli incassi e al volume d’affari del settore spettacolo, spicca nel 2010, l’incasso generato dal cinema. Che numeri!

Dati Siae: è il record degli ultimi 25 anni per biglietti staccati
Un risultato che il cinema attendeva da 25 anni: superata nel 2010 la soglia dei 120 milioni di presenze al cinema. Gli ingressi in sala, nel corso dell’anno scorso, sono stati infatti 120.582.757, +10,39% rispetto al 2009. Gli incassi sono cresciuti del +16,37% per un totale di 772.772.356 euro. Sono questi i dati riportati dall’annuario Siae 2010 che è stato presentato oggi a Roma. Il cinema, tra le varie branche dello spettacolo, è stato il settore con i risultati migliori; il numero degli spettacoli è salito del 43,26% (2.558.481 spettacoli), la spesa del pubblico è aumentata del 14,33% (per un totale di 849.841.907 euro) e il volume d’affari del 16,22% (la cifra ammonta a 872.001.016 euro). Per quanto riguarda più in generale l’intero settore dello spettacolo, il 2010 ha fatto registrare un +3,97% di incassi e una crescita delle presenze, rispetto al 2009, del 3,85%. La spesa complessiva del pubblico è stata di 3 miliardi e 973 milioni con un incremento dell’1,59% rispetto al 2009. Il volume d’affari è invece sceso del 13,14%, dato che il direttore generale Siae, Gaetano Blandini, ha definito preoccupante. La voce “volume d’affari” è costituita dalla somma della spesa del pubblico e dei proventi per prestazioni pubblicitarie, sponsorizzazioni, contributi pubblici e privati, riprese televisive, ecc. Tra i settori con buoni risultati, oltre al cinema, si segnalano il teatro, la commedia musicale e le mostre. Segno meno, invece per attività concertistica, ballo e concertini (che è però il comparto con la maggiore spesa del pubblico in valore assoluto con 1 miliardo e 99 milioni di euro), per lo sport (anche se è primo per volume d’affari di oltre 2 miliardi di euro, ma del 14,18% in meno rispetto al 2009) e per la voce parchi di divertimento e spettacolo viaggiante (anche se cresce il pubblico pagante del 2,36%).

Fonte:E-duesse

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14/06/2011

Siamo un esempio.

Se devo considerare questi dati, allora noi di Apulia film commission siamo un esempio.
La maggioranza assoluta del nostro staff, anche contando le posizioni di vertice, è composta di donne.
Bello no?!

Fonte:D di Repubblica

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12/06/2011

“Mi sintonizzo con Dio”

Qualche giorno fa, a Roma, un nutrito gruppo di cineasti s’è riunito per discutere, finalmente, del merito dei contenuti di chi fa cinema in Italia oggi, invece che di duopolio e tagli al Fus. L’idea diffusa tra loro – prevalentemente appartenenti alla generazione TQ – è che troppo spesso, soprattutto i giovani cineasti, si auto censurino pur di arrivare all’opera prima (o comunque all’opera cinematografica tout court) e che a furia di auto censurarsi, non siano più in grado di guardare alla realtà quale principale fonte di ispirazione.
Per questo il cinema italiano degli ultimi anni, ha scelto il genere della commedia quale via di fuga e, insieme, quale unica possibilità di espressione.

Ma ogni tanto sfugge all’auto censura qualche nuovo autore o nuova autrice e, con loro, qualche coraggioso produttore e distributore.
Non mi credete? Pensate che il cinema italiano sia finito oppure sia appannaggio dei soli Garrone e Sorrentino? O, ancora, pensate che a dire qualcosa siano rimasti solo i vecchi maestri incapaci di fare una scuola come Bellocchio?

Bene, fate così, stasera andate al cinema a vedere “Corpo celeste” di Alice Rohrwacher e inneggiate al nuovo cinema italiano, capace di dire e di dire bene, di unire contenuto e forma, di dominare il mezzo cinematografico senza lasciarsi dominare dall’ansia di dire tutto alla prima opera. Un cinema che ha il coraggio di mettere il dito dentro la piaga, senza sconfinare in facili e predatorie polemiche (la pedofilia di molti parroci, ad esempio, che viene abilmente schivata).

“Corpo celeste” è un film che parla di religione e di mediazione culturale, di spiazzamento culturale e di povertà d’animo, di fede anchilosata da troppa liturgia e di morbosità affettiva annientata da troppo amore per il potere, di commistione tra politica e fede e parla di una distanza tra la chiesa e la religione in nome della quale è stata eretta.

Brava Alice Rohrwacher, viva il cinema italiano.

 

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10/06/2011

Il generale dei briganti.

Ricevo e pubblico volentieri, perché a sto giro abbiamo sbagliato noi e ce ne assumiamo la responsabilità:

“Un grande cantautore meridionale, Rino Gaetano scrisse nella sua
canzone forse più riuscita, il verso “Mio fratello è figlio unico
perché non ha mai criticato un film senza prima vederlo”. Tutta la
troupe del film “Il Generale dei briganti” ha ripensato a quelle
pungenti parole, leggendo le feroci accuse del signor Rocco Biondi
riguardo al lavoro di cui abbiamo da poco iniziato le riprese. Il
signor Biondi, certamente per amore riguardo la storia del meridione e
delle lotte portate avanti dai briganti, si scaglia contro il nostro
progetto, accusandoci di superficialità e ignoranza storica. Ma il
signor Biondi non solo non ha potuto vedere il film (dovrà aspettare
l’autunno, abbiamo appena iniziato a girare!!) ma non ha nemmeno letto
la sceneggiatura. Se lo avesse fatto avrebbe saputo che “Il generale
dei Briganti” è frutto di oltre due anni di lavoro molto intensi:
ricerca storica, documentazione storiografica iconografica e persino
merceologica, perché non solo le vicende narrate, ma anche costumi,
ambientazioni, acconciature, arredamenti ed ogni piccolo particolare
rispecchi le vicende narrate. Se chi si scaglia contro di noi avesse
letto il copione scritto con profonda cura da Paolo Poeti e Giovanna
Koch, saprebbe che raccontiamo le vicende di cui Crocco fu
protagonista, senza mai falsificare la storia, pur confezionando un
prodotto artistico e non un semplice documentario. Raccontiamo dunque
la delusione dei briganti per come andarono le cose dopo l’iniziale
patto stipulato con Garibaldi, come avremmo potuto fare altrimenti? Se
chi ci attacca avesse contezza del film che stiamo girando, saprebbe
che sull’immagine di una nave che porta lontano il valoroso Carmine
Crocco, si racconta della sua angusta fine nel carcere di
Portoferraio, nonché di come l’iniziale condanna a morte venne
furbescamente tramutata in ergastolo, così da rendere meno pericolosa
l’immagine eroica e simbolica di Crocco fra la sua gente. Vorremmo
rassicurare gli studiosi del brigantaggio, che il nostro lavoro
rispetta profondamente la storia del meridione italiano, e tenta di
raccontarne una parte (peraltro controversa e lunga) proprio nel
150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, per offrirla in prima
serata al pubblico di Rai Uno. Sarebbe bastato -prima di strepitare e
condannare il lavoro meticoloso e complesso di un gruppo produttivo ed
artistico italiano- chiamarci per chiedere lumi sulle inesattezze
lette in un comunicato stampa: avremmo rassicurato il signor Biondi e
tutti coloro i quali si sono inalberati, e fortemente preoccupati
senza averne ragione certa. Naturalmente dispiace anche a noi che per
un disguido (forse una sinossi trovata su altre fonti) sia comparso
sul sito dell’Apulia film Commission (il cui eccellente lavoro non
smetteremo mai di lodare) un comunicato stampa che non raccontava con
precisione il nostro film, ma ci dispiace anche (e ci lascia
perplessi) che oggi sia più facile avvitarsi in polemiche violente
anche quando esse non hanno nessun fondamento nella realtà. Amiamo il
meridione, caro signor Biondi, e abbiamo intenzione di far tutto
fuorché offenderlo!
Vorremmo a tal proposito sottolineare come la Ellemme group abbia
deciso ancora una volta di realizzare le riprese INTEGRALMENTE nel sud
Italia, dando così lavoro a tantissimi italiani (meridionali in
particolare), a differenza di altre produzioni che per risparmiare
girano in Argentina, in Portogallo o nei paesi dell’Est vicende che
narrano storie del nostro paese, paradossalmente “ricostruito”
altrove. Lavorare in Italia con lavoratori italiani è una scelta
precisa -e costosa- di cui andiamo orgogliosi. A tal proposito è
d’obbligo per noi ringraziare pubblicamente l’Apulia film Commission
per il contributo prezioso con cui supporta le produzioni che scelgono
il territorio e la manodopera locale. Siamo convinti che se la Puglia
è diventata un set così appetibile per chi fa cinema o televisione è
anche grazie al fondamentale aiuto di chi ha saputo valorizzarne le
potenzialità, come ha fatto e fa l’Apulia film Commission, che ci
aveva già dato una grande mano nel 2010, quando producemmo “Mia madre”
(altro film interamente girato in Italia), enorme successo di pubblico
e critica.
Riassumere una vita ricca come quella di Carmine Crocco e in due
sole puntate è molto difficile, ed è possibile che il nostro lavoro
potrà scontentare qualcuno, che non vi piacciano gli attori scelti, o
le scelte di regia. Ma vi preghiamo di vederlo -in autunno, quando
verrà trasmesso da Rai Uno- prima di applaudirci o fischiarci. Siamo
certi che anche Rino Gaetano approverebbe questa richiesta! Intanto
promettiamo di pubblicare entro domani un comunicato stampa che
riassuma REALMENTE il nostro film, sperando di avere incoraggiamenti,
critiche, consigli e quant’altro sul nostro lavoro.”

La troupe di “Il generale dei briganti”;
La ELLEMME group
Vanessa Ferrero

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09/06/2011

Pmi

Il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI (piccole medie imprese), attivato per supportare le imprese di diversi settori industriali italiani, sarà esteso anche al settore cinematografico; la notizia è stata data durante un seminario presso il Ministero dello Sviluppo Economico: “È un traguardo fondamentale per il nostro cinema, un riconoscimento della sua importanza strategica per lo sviluppo del Paese e della sua dignità di vero e proprio comparto industriale” ha affermato davanti ai presenti il presidente Anica, Riccardo Tozzi. “Ritengo – ha aggiunto Tozzi – che questo strumento sia utile per rafforzare il processo già in atto che vede la creazione di nuove imprese di produzione cinematografica, di distribuzione e tecniche”. Il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI, nato nel 2000, è un meccanismo di garanzia, da parte dello Stato, che favorisce l’accesso delle PMI alle fonti finanziarie e al mondo del credito. Recentemente rifinanziato per 2 miliardi di euro fino al 2012, il Fondo può garantire le imprese fino a 1,5 milioni di euro di e-
sposizione. Lamberto Mancini, segretario generale Anica, ha avanzato la proposta di aprire un tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico che coinvolga tutti i soggetti pubblici che dedicano risorse al Cinema, in primo luogo il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

fonte: E-duesse

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08/06/2011

Closing the gap

Abbiamo pubblicato il bando, fatto un comunicato stampa, postato su facebook la notizia del bando, inviato una newletter.
Eppure nessun pugliese si è iscritto a “Closing the gap”, workshop internazionale finanziato dal programma Media (cui noi abbiamo partecipato, vincendolo…) e rivolto a giovani produttori europei che vogliano apprendere al meglio gli strumenti per finanziare opere cross mediali.
Peccato, perché oggi il clima è bellissimo: trenta professionisti europei e in gamba. Ma solo una pugliese che peraltro vive in Spagna.
Ragazzi, ma siam pazzi?
A queste occasioni non si rinuncia.

Ps
Ieri sera bellissima serata per la presentazione dei lavori di Progetto Memoria 2010/2011.

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07/06/2011

Enzo Del Re

Un tempo riempiva i teatri e gli bastava una sedia, la sua voce cantilenante e testi al fulmicotone che spingevano alla consapevolezza e alla lotta.
Oggi se n’è andato così, senza che ci accorgessimo di lui, teatralmente, à la Monicelli forse. Chissà.
Un documentario di Nicola Morisco e Daniele Trevisi ed un altro di Angelo Amoroso D’Aragona parlano di lui. Ma soprattutto una sua canzone ha dato il titolo al bel film di Guido Chiesa. E quel testo, quel “lavorare con lentezza” con il quale ancora il primo maggio dello scorso anno accompagnava la festa di generazioni più giovani di lui, rimane il suo testamento spirituale. Lasciato ai posteri senza che questi gli riconoscessero almeno la cosiddetta legge Bacchelli, pensata per sostentare gli artisti ridotti in povertà, quale lui era, afflitto anche dalla quotidiana dialisi.
Ci mancherà il tuo fraseggiare arguto. Addio Enzo.