Diario
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07/03/2011

Gli altri

E’ utile leggere questa intervista a Elsa Martinez Portero, nuova Presidente della Spagna Film Commission. Già, gli spagnoli infatti hanno dato vita ad una film commission nazionale che, si badi bene, ha sede ad Alicante e non a Madrid come ci si aspetterebbe. Hanno incentivi fiscali (18%) oltre alle normali agevolazioni tipiche di una film commission.
Da leggere.

The Location Guide talks to the Spain Film Commission’s new Chairwoman to find out about her plans for Spain’s audiovisual industry, how Spain is seen internationally and the prospects for future filming incentives.
What’s your background and what was your route to your new position?
I became chairwoman of the Spain Film Commission as a result of my position as Director of Ciudad de la Luz – Comunitat Valenciana Film Commission and the Comunitat Valenciana Film Offices Network, as well as CEO of the film studios Ciudad de la Luz in Alicante. I’ve also had the honour of being elected member of the Board of the European Film Commission Network.
What do you hope to achieve as President?
I will try to promote the audiovisual industry in Spain and attract shoots to our country. For that reason we have to professionalise the association, make good reports on the economical and touristic impact of the films, promote our image internationally, open new markets both geographically and thematically speaking (in terms of TV and commercials too), improve our website, increase the number of members, raise more funds, work on film commissioners’ training, organise congresses, visits and events.
What do you think are the existing strengths of the Commission?
Spain is the third most popular tourist destination in the world and not only for its nice weather, its more than 300 sunny days per year, its food, its quality of life and its varied locations (beaches, mountains, countryside, modern cities…). It also has cutting-edge transport infrastructures, with the most complete high-speed train network in Europe. Moreover, Spain is a safe country with one of the best public health systems in the world, not to mention the wide roster of audiovisual professionals who are used to dealing with international productions.
We also have a very competitive offer in accommodation and an industrial film complex that’s unique within Europe, Ciudad de la Luz studios, with state of the art technology and everything you may need while shooting a big blockbuster.
Do you plan to focus on any specific areas of the Spanish industry? Do you have specific targets?
Step by step I would like to reach something that stills sounds a bit like a utopia. To be able to give incentives to any foreign production for shooting in Spain, but without damaging Spanish producers, because they are the first we should take care of. Actually the incentives are only given provided that there is a co-production. The problem is that doing so we lose productions and therefore their economical impact in our territory.
Will the Commission be pushing for national filming incentives in the immediate future?
We’re working on it. We’re getting in touch with other audiovisual institutions to join forces and create a solid framework.
How do you think Spain is seen internationally as a filming industry?
I think Spain has a wide group of professionals who are very competent at both the technical and the artistic side – that’s well known abroad. We have to keep on with it and improve training opportunities. One of the issues we should care more about is, perhaps, our image as a brand. Spain is an awesome country, vanguardist, with deep culture, renowned professionals in many areas, science, literature, sports, arts or gastronomy, with leading universities… I don’t know if all that is well known abroad. Improving our image as a brand will undoubtedly enhance the image of our powerful audiovisual industry.
How have your first three months in the job been?
It’s been crazy and busy, but also fascinating. Being the chairwoman of Spain Film Commission, a non profit organization, you need to have an unconditional passion for cinema and the belief that your country is an ideal place for shooting. You need a lot of faith in the audiovisual industry and a lot of energy to fight for it all.

Fonte: The Location Guide

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07/03/2011

Le mamme

Non so quale sentimento si diffonde in me alla lettura dei verbali di intercettazione apparsi sui quotidiani di questi ultimi giorni, in relazione all’affaire Ruby.
Non riesco a non mettere in relazione l’assedio che le mamme e i genitori portano qui al Cineporto durante i casting, quando i film che noi ospitiamo cercano bambini e ragazzi minorenni; alle parole orride della mamma di Noemi (“l’abbiamo cresciuta nel culto di Silvio”) o della insopportabile mamma di Elisa la quale, dinanzi alle parole affrante e stanche della figlia, le ricorda che aver ricevuto ben seimila euro per una settimana ad Arcore sono una buona ricompensa.
Pazienza che l’anima è andata per sempre perduta.

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28/02/2011

Giramenti di testa

Il Consiglio di Amministrazione della film commission ha deciso oggi di rinnovare il mio incarico per altri quattro anni.
Alla fine di questo nuovo percorso avrò quarant’anni.
Mi gira la testa. :-)

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23/02/2011

Il momento della verità

Il momento della verità per chi lavora qui è la rendicontazione di un progetto Fesr (o Fas). Milioni di euro impacchettati in un grosso faldone.
Vivo quel momento con trepidazione, perché nei pochi minuti in cui devo apporre le firme di controllo, mi piace scrutare lo sguardo delle professioniste straordinarie che lavorano con noi, mentre attendono il mio riscontro. Le adoro per questo, perché sono appassionate, difendono il proprio lavoro, lottano per renderlo ogni volta migliore del precedente. E amo quel momento perché rileggo carte e contratti di un intero anno di lavoro, come se mandassi avanti veloce in forward un film.
E adoro questo loro atteggiamento competente e prezioso, perché è l’unico possibile. Ed io sono orgoglioso di questa squadra di ragazzi e ragazze stupendi che si chiama Apulia film commission.

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22/02/2011

Due notizie

Due notizie merita un approfondimento.
La Lombardia che (finalmente) vara un fondo di un milione di euro a sostegno delle opere filmiche, purché queste spendano almeno il 50% dell’intero budget del film in regione.
E i 100Autori che correggono la propria posizione sul prelievo di scopo sul biglietto cinematografico, contestatissima scelta del Governo centrale, inizialmente appoggiata dall’associazione degli autori. Posizione oggi rettificata, se ne parla qui:

“L’associazione dei 100Autori, che finora aveva difeso il prelievo di un euro sul biglietto del cinema contenuto nel decreto Milleproroghe, ritratta la propria posizione. Precisano gli autori: “La nostra associazione non ha mai richiesto che venisse imposta al pubblico una tassa sul biglietto d’ingresso in sala. Da sempre sosteniamo la necessità di un prelievo di filiera sui proventi di tutti coloro i quali utilizzano le opere dell’audiovisivo. Per quanto riguarda le sale, la nostra posizione è sempre stata quella di un prelievo percentuale sul costo del biglietto come avviene in Francia. O addirittura l’esenzione per i circuiti più deboli e che si sono sempre dimostrati attenti alla promozione del cinema di qualità italiano ed europeo, come i cinema d’essai”. Tra le proposte dei 100Autori c’è anche una revisione dei meccanismi di finanziamento “per favorire i prodotti di alto interesse culturale ma con potenziali difficoltà di mercato come richiesto dalle direttive europee. Chiediamo che venga messo un tetto (cinque milioni di euro?) ai cosiddetti ristorni, che rischiano di far piazza pulita di tutte le risorse destinate alla produzione. Chiediamo inoltre l’applicazione di un criterio di rigore per l’attribuzione della qualifica di interesse culturale nazionale in modo da escludere i prodotti con fini scopertamente commerciali, a tutto vantaggio dei produttori indipendenti le cui opere, a dispetto di condizioni distributive meno favorevoli rispetto a quelle delle major, siano riuscite a conquistarsi una fetta anche piccola di mercato. Ribadiamo la nostra richiesta di rendere permanenti le misure di tax credit e tax shelter. Chiediamo infine una immediata revisione dei meccanismi che regolano il funzionamento delle commissioni ministeriali responsabili dei finanziamenti alla produzione cinematografica. Ferma restando la nostra volontà di portare avanti un progetto di riforma del sistema audiovisivo che porti alla creazione di un Centro Nazionale dell’Audiovisivo sganciato dal controllo della politica e finanziato dal prelievo di scopo, chiediamo che alle commissioni venga anzitutto conferito un potere decisionale e non più consultivo”.

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22/02/2011

Bertolucci

Bernardo Bertolucci torna dietro la macchina da presa per un film in 3D tratto dall’ultimo piccolo romanzo di Niccolò Ammaniti “Io e te”.
E’ una bella notizia. Anche se il romanzo è certamente il più deludente del mio amato autore romano, perché figlio evidente di un amplesso interrotto.
Spero che il grande regista e autore saprà inventarne il seguito.

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22/02/2011

Libia

Quel che sta accadendo in Libia è orrendo.
E rappresenta la nostra coscienza sporca di opulenti occidentali che si indignano dinanzi all’immigrazione clandestina, ma non si scompongono dinanzi agli oltre trecento morti per mano di Gheddafi, storico amico degli italiani e di certi suoi dirigenti di destra come di sinistra. Il tutto in nome della trinità petrolio, strade, azioni finanziarie.
Odio gli indifferenti.

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16/02/2011

L’Italia di oggi

L’Italia di oggi per me è quella rappresentata ieri, all’inizio del festival di Sanremo.
Sul palco canoro sale Antonella Clerici, la conduttrice dell’anno precedente, un classico passaggio di testimone cui sono assurdamente affezionati gli autori sanremesi.
E che mi combina la rutilante biondona?
Duetta squallidamente con la figlioletta ultra minorenne Maelle, esibendone il corpo impaurito e impacchettato a festa.

Ultimamente pare vada di moda esibire in pubblico corpi e minorenni.
Ma non è questa l’idea di cultura popolare e di spettacolo per la quale anni fa decisi di lavorare in questo settore immaginando così di rendere migliore il (nostro piccolo) mondo.
Il cambiamento (in meglio) del Paese passa necessariamente dal rinnovamento dei quadri che si occupano di televisione.
Altrimenti questo paese lo avremo perso per sempre e, con esso, uno straccio di identità civile dei suoi abitanti.

Per approfondire: Pier Paolo Pasolini Laterza

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15/02/2011

L’importanza di leggere (e capire) i numeri

Dino Amenduni è un giovane analista e stratega che si occupa di nuovi media per conto di un’agenzia di comunicazione pugliese.
Da qualche tempo scrive un blog sul portale del quotidiano “Il fatto quotidiano”.
Posto questo interessante pezzo sui sondaggi politici italiani di questa ultima settimana.
E penso Dino abbia ragione.
Un conto sono i numeri, altro il racconto che ci viene propalato dagli “apparati ideologici”, altro ancora la sensibilità del paese reale. +
Quello che vivo io, nel sud del Paese, dice di non farcela più a sopportare anni di immobilismo.
Comunque la si pensi e si voti, questo nostro orticello ha bisogno di una bella scossa e di una nuova classe dirigente.
La parola all’analisi dei numeri.

“Sto leggendo i dati di due rilevazioni:

1. Ipsos (Nando Pagnoncelli), realizzato il 7 febbraio e reso pubblico durante il consueto appuntamento settimanale di Ballarò;
2. Demos (Ilvo Diamanti), realizzato tra il 9 e l’11 febbraio e pubblicato ieri da Repubblica;
Sono dati per certi versi incredibili, soprattutto dopo settimane in cui i media (e anche alcuni sondaggi) hanno continuato a ribadire che “il bunga bunga non sposta un voto”. Floris, durante l’ultimo appuntamento con il suo talk show su Rai 3, aveva parlato di un sondaggio particolarmente clamoroso, e non a torto. A quei dati, che sono sempre da interpretare sulla base di un trend temporale e mai sul dato crudo, si aggiunge un’altra rilevazione, anch’essa effettuata sistematicamente dall’istituto Demos, che non si discosta di molto dalle rilevazioni di Ipsos. Questi due sondaggi disegnano una nuova conformazione dell’opinione pubblica italiana. Incrociando i dati, provo a illustrare quali sono le principali interpretazioni che i rilevamenti autorizzano a portare alla vostra attenzione;

-          Il Pdl è sotto il 30%. Circa tre italiani su quattro non intendono votare Berlusconi;

-          La coalizione di centro-sinistra vince con qualsiasi configurazione e con qualunque candidato leader tra quelli “chiacchierati” in questi mesi. Anche se con differenti sfumature, a due o a tre poli, con Bersani, Casini o Vendola, il centro-destra perde sempre. L’unica eccezione a questa regola, per altro inverosimile, è che il Pd rompa con Vendola e Di Pietro e che questi ultimi vadano da soli, tra l’altro ottenendo un’incredibile risultato elettorale almeno stando alle rilevazioni di Diamanti (28%, solo due punti in meno della somma di Pd + Terzo polo. Vendola supererebbe così il 20%);

-          L’ipotesi di “tutti contro Berlusconi”, almeno per ora, porta a una coalizione che veleggia oltre il 50%. L’ipotesi “tattica” dell’alleanza anti-berlusconiana sembra dunque quella più blindata, ovviamente a condizione che si riesca a tenere insieme le forze politiche da Vendola a Fini e al netto di una campagna elettorale che, con questa configurazione, sarebbe molto facile per Berlusconi;

-          Nell’ipotesi a due poli, Bersani avrebbe un +10% nei confronti di Berlusconi; Casini addirittura un +12%. A tre poli, Bersani avrebbe un +4% (con Casini candidato al 19%) e Vendola sarebbe avanti di un punto rispetto al premier (con Casini al 21%), un dato che fece indignare Sacconi durante la diretta di Ballarò di martedì;

-          L’unico assetto premiante per il Pd è in compagnia di Sel e Idv. Nelle due ipotesi alternative (grande coalizione o in alleanza con il solo terzo polo), il Partito Democratico subirebbe un’emorragia di voti, nel primo caso verso destra, nel secondo verso sinistra. Nella migliore delle ipotesi, facendo la media delle due rilevazioni, il Pd si assesta attorno al 25% e dunque continua a calare con la stessa velocità del Pdl;

-          Isoliamo i trend delle forze politiche nell’intervallo temporale compreso tra le politiche 2008 e febbraio 2011, circa tre anni di storia politica italiana. Pdl: – 10%; Pd: -9%; Lega: +3,5%; Udc: +1,5%; Idv: +1,5%; Sel: +5% rispetto alla Sinistra Arcobaleno, somma di Sel + Fds. A questi vanno aggiunte le forze politiche non in lizza nelle ultime politiche: Fli, che vanta un 5% abbondante, e il Movimento 5 Stelle che viaggia intorno al 3%.

-          Il primo effetto del calo dei partiti principali è che Pdl + Pd sono intorno al 50%: il bipartitismo all’italiana è dunque definitivamente fallito;

-          Il 52% degli italiani pensa che Berlusconi è colpevole e non sarà condannato, il 59% che il premier continuerà a governare. Emerge un atteggiamento quasi arrendista dell’opinione pubblica, parzialmente compensato dal fatto che il 26% degli intervistati si dichiara pronto a manifestare continuativamente contro il Governo (dato Demos);

-          La fiducia degli italiani nei confronti di Silvio Berlusconi è al 30,4% (-4,6% in un mese). Sette italiani su dieci non si fidano più del premier. Nel frattempo Tremonti cresce di quasi 8 punti (50,4%, primo posto in assoluto, fatto salvo l’80% abbondante di Napolitano); Vendola di 7% (48,8%, secondo); Casini di quasi 5 punti (40,2%); Bersani di quasi 4 punti (39,2%). Persino Fini cresce di ben 6 punti, posizionandosi al 35,3%. In sintesi, cresce la fiducia in tutta la classe politica italiana (a sorpresa), eccezion fatta per Silvio Berlusconi.

Perché ho messo insieme tutti questi dati? Per una semplice ragione: sono profondamente sorpreso che nessuno, a sinistra o al centro, ne abbia parlato.

1. Nessuno ha detto esplicitamente, dati alla mano, che andando a votare Berlusconi perderebbe. Questo, in verità, si era intuito, ma è sempre bello dirlo ad alta voce, per galvanizzare gli elettori di sinistra e demotivare ulteriormente quelli di centro-destra;
2. Nessuno ha detto che Berlusconi ha perso circa tre milioni di voti in due anni e mezzo e che la storia della legittimazione popolare non regge, dato che tre quarti del Paese non lo votano;
3. Ma soprattutto, nessuno ha detto che la fiducia e il consenso personale di Berlusconi non è mai stato così basso nella storia recente dell’Italia. Nessuno sbatte quel 30% in prima pagina e il premier continuerà a confondere l’elettorato parlando di dati che non esistono, di sostegno popolare senza pari nel mondo occidentale.
So bene che fare la guerra dei sondaggi è poco elegante, ma anche fare la parte dei fessi lo è.”

Fonte:Il Fatto Quotidiano

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10/02/2011

Numeri

Mi piace riflettere sui numeri che raccontano il Paese e le sue tendenze culturali e politiche.
Possiedo un bellissimo libro della Zanichelli sui flussi elettorali dal 1848 a oggi che spiega tante cose del Paese. E mi diverto intellettualmente ogni tanto a consultarlo per capire le tendenze e i flussi.
Leggo questo articolo e lo posto qui perché mi sembra molto interessante:

Fonte:Il Tempo

Centrosinistra vittorioso alle urne? Si può fare. O meglio così sostiene l’ultimo sondaggio Ipsos realizzato per la puntata di Ballarò in onda martedì 8 febbraio. Infatti, secondo le rilevazioni di Nando Pagnoncelli, se si andasse oggi a elezioni, sia la coalizione di centrosinistra formata da Pd, Idv, Sel e altre liste riconducibili a questa area, sia la grande alleanza “tutti contro Berlusconi”, uscirebbero vittoriose dalle urne. Ma spulciando tra i dati emergono alcuni elementi che meritano di essere approfonditi. Per cominciare è utile paragonare l’indagine Ipsos con quella realizzata il 4 febbraio da Euromedia Research, l’istituto diretto da Alessandra Ghisleri sondaggista di fiducia del premier.
Un sondaggio che consegna al centrodestra la possibile vittoria elettorale. Ad un primo confronto non sembrano esserci discrepanze significative. Per Euromedia la Lega è ferma all’11,6% mentre Ipsos la dà all’11,5%, la Destra oscilla tra l’1,8% della Ghisleri e l’1,1% di Pagnoncelli. Minima anche la differenza sui consensi dell’Udc (6,5% Euromedia, 5,8% Ipsos), dell’Api (0,5% contro 1%), del Pd (25,2% o 25,8%), dell’Idv (6,3% O 6,8%), della Federazione della Sinistra formata da Prc, Pdci e Socialismo 2000 (2,5% o 1,7%). E anche Mpa (0,8% o 0,6%) e i grillini (2% o 2,4%) non hanno differenze sostanziali.
A questo punto la domanda nasce spontanea: ma se i dati sono così simili come è possibile che Ipsos dia la vittoria al centrosinistra e Euromedia al centrodestra? Anzitutto va sottolineato che Pagnoncelli non assegna rappresentanza né all’Adc di Francesco Pionati (per Ghisleri è allo 0,4%) né ai Radicali che in questi anni hanno comunque dimostrato di poter contare su uno zoccolo duro del 2% (1,7% per Euromedia). Ma il vero asso nella manica è un altro. Se il centrosinistra riuscirà a vincere le elezioni anticipate, infatti, sarà tutto merito di Nichi Vendola. Secondo Pagnoncelli, infatti, il governatore della Puglia e il suo partito Sinistra Ecologia e libertà rappresenterebbero il vero ago della bilancia. La differenza è enorme. Per Ghisleri Sel è intorno al 5,5%, per Ipsos al 9,7%. Quattro punti percentuali che, conti alla mano, risultano decisivi. Infatti, tirando le somme, un’alleanza tra Bersani-Di Pietro-Vendola-Ferrero-Diliberto otterrebbe il 44% (41% se si tiene conto di una oscillazio fisiologica) mentre Lega-Pdl-La Destra si fermerebbero al 40,2% (38,7%). E il Terzo Polo? Entrambi gli istituti concordano sul fatto che se il Pd dovesse decidere di allearsi solo con Fli-Udc-Api-Mpa sarebbe condannato ad una cocente sconfitta.
Diverso, invece, lo scenario che contempla la Grande Alleanza, che vincerebbe con uno scarto nettamente più ampio. Anche se al momento appare alquanto improbabile mettere insieme un “Comitato di liberazione nazionale” che vada da Fini a Vendola. Per completezza di informazione va detto che i due istituti si differenziano anche su Pdl (Euromedia lo dà al 30,7% contro 27,6%) e Fli (3,1% contro 5%). Ma questi elettori, inseriti in un bacino di centrodestra, difficilmente potranno decidere di spostarsi verso la sinistra radicale. Insomma Vendola, almeno stando alle rilevazioni di Ipsos, è l’unico in grado riconquistare i “delusi” del centrosinistra. E non è un dato da poco visto che il Pd sta facendo di tutto per respingere l’”opa ostile” di Nichi. Si conferma così la “maledizione democratica”: anche quando i sondaggi lo danno vittorioso, non è mai una buona notizia.

Nicola Imberti
10/02/2011