Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota da Ellemme Group, casa di produzione impegnata nelle riprese della serie tv “Il generale dei briganti” in Gargano.
Un grande cantautore meridionale, Rino Gaetano scrisse nella sua
canzone forse più riuscita, il verso “Mio fratello è figlio unico
perché non ha mai criticato un film senza prima vederlo”. Tutta la
troupe del film “Il Generale dei briganti” ha ripensato a quelle
pungenti parole, leggendo le feroci accuse del signor Rocco Biondi
riguardo al lavoro di cui abbiamo da poco iniziato le riprese. Il
signor Biondi, certamente per amore riguardo la storia del meridione e
delle lotte portate avanti dai briganti, si scaglia contro il nostro
progetto, accusandoci di superficialità e ignoranza storica. Ma il
signor Biondi non solo non ha potuto vedere il film (dovrà aspettare
l’autunno, abbiamo appena iniziato a girare!!) ma non ha nemmeno letto
la sceneggiatura. Se lo avesse fatto avrebbe saputo che “Il generale
dei Briganti” è frutto di oltre due anni di lavoro molto intensi:
ricerca storica, documentazione storiografica iconografica e persino
merceologica, perché non solo le vicende narrate, ma anche costumi,
ambientazioni, acconciature, arredamenti ed ogni piccolo particolare
rispecchi le vicende narrate. Se chi si scaglia contro di noi avesse
letto il copione scritto con profonda cura da Paolo Poeti e Giovanna
Koch, saprebbe che raccontiamo le vicende di cui Crocco fu
protagonista, senza mai falsificare la storia, pur confezionando un
prodotto artistico e non un semplice documentario. Raccontiamo dunque
la delusione dei briganti per come andarono le cose dopo l’iniziale
patto stipulato con Garibaldi, come avremmo potuto fare altrimenti? Se
chi ci attacca avesse contezza del film che stiamo girando, saprebbe
che sull’immagine di una nave che porta lontano il valoroso Carmine
Crocco, si racconta della sua angusta fine nel carcere di
Portoferraio, nonché di come l’iniziale condanna a morte venne
furbescamente tramutata in ergastolo, così da rendere meno pericolosa
l’immagine eroica e simbolica di Crocco fra la sua gente. Vorremmo
rassicurare gli studiosi del brigantaggio, che il nostro lavoro
rispetta profondamente la storia del meridione italiano, e tenta di
raccontarne una parte (peraltro controversa e lunga) proprio nel
150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, per offrirla in prima
serata al pubblico di Rai Uno. Continua la lettura »