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Cinethica / Amore carne con Roberto Corradino

Un film diario di Pippo Delbono che docilmente cade dentro se stesso. “Amore carne” è la proiezione che chiude e saluta la terza edizione di “Cinethica – energia diversamente rinnovabile”, martedì 26 novembre alle 21 al Cineporto di Bari. In apertura della serata l’attore barese Roberto Corradino. Ingresso libero.

Supporti ultraleggeri, un cellulare e una piccola telecamera, per una storia sì autobiografica, ma che di fatto ne racconta molte altre; tutte quelle che incrociano e riescono a immagazzinarsi in fondo a quel minuscolo occhio digitale.

Amore carne è l’ultimo appuntamento di CinEthica, martedì 26 novembre alle 21 al Cineporto di Bari (ingresso libero). La rassegna, promossa dall’associazione Cinethic con il sostegno economico di Apulia Film Commission (iniziativa cofinanziata dal PO FESR Puglia 2007-2013), avrà come ospite, in apertura della serata, l’attore Roberto Corradino.

Pippo Delbono (visto in Pulce non c’è di Giuseppe Bonito, secondo film della presente rassegna) sceglie – come nel precedente Paura – uno strumento moderno che, come insegna un’importante tesi comunicativa, è già portatore di un messaggio: dietro immagini, parole e situazioni “rubate”, altre si svelano quasi senza fatica e le rughe espressive di un volto diventano strade invisibili che uniscono presente, passato, luoghi.

“Perché le cose nella vita sono così – dice il regista -: tutto si mischia, anche le persone che incontri. Voci quotidiane, lontane, che non ci sono più, ma che a volte risuonano, contaminandosi”.

Ecco dunque che in “Amore carne”, struggente dichiarazione alla vita nella sua finitezza, e all’amore come panacea, Delbono filma le persone che della sua fanno parte: la musica di Laurie Anderson si frappone a quella del violinista Alex Balanescu o di Michael Galasso. La poetica leggerezza della maestra Pina Baush diventa un campo di garofani mentre Marisa Berenson condivide un chiassoso silenzio con Bobò, attore sordomuto della compagnia di Delbono con un lungo trascorso in un ospedale psichiatrico. Fino a quando quella telecamera non la rivolta verso se stesso, svelando la propria sieropositività con cui convive da 22 anni.

Molto apprezzato anche all’estero, Delbono ha ottenuto diversi riconoscimenti tra cui due volte il Premio Ubu (per “Barboni” e “Dopo la battaglia”). La sua compagnia ha fatto tappa in più di cinquanta paesi nel mondo rappresentando un caso unico nella storia del teatro italiano.

Bio

Pippo Delbono, classe 1959, è autore, attore, regista.

Negli anni 80 inizia gli studi di arte drammatica in una scuola tradizionale che lascia in seguito   all’incontro con Pepe Robledo, attore argentino proveniente dal Libre Teatro Libre. Insieme si trasferiscono in Danimarca e si uniscono al gruppo Farfa, diretto da Iben Nagel Rasmussen, attrice storica dell’Odin Teatret. Poi Delbono si dedica allo studio dei principi del teatro orientale che approfondisce nei successivi soggiorni in India, Cina, Bali, con un lavoro minuzioso e rigoroso sul corpo e la voce. Nel 1987 crea il suo primo spettacolo, Il tempo degli assassini e nello stesso anno incontra Pina Bausch.

Nel 1989 compone Morire di musica, allestita in una grossa stanza piena di barchette di carta, a cui seguono Il Muro (1990) ed Enrico V (1992), tratto da Shakespeare, la sua unica opera ispirata a un testo teatrale.

Ne La rabbia, un omaggio a Pier Paolo Pasolini, si riscontra  una modalità diversa di fare teatro, che si esprime compiutamente in  Barboni (1997), vincitore del premio speciale Ubu 1997 che vede protagonista Bobò, piccolo uomo sordomuto, analfabeta, incontrato nel manicomio di Aversa dove era stato rinchiuso per 45 anni.  Del 1998 è lo spettacolo Guerra (1998) da cui nel 2003 l’omonimo film che vincerà anche il Donatello. Il suo non è teatro sociale o psicologico, ma basato sulle persone. Seguono Esodo, Itaca e Her bijt (formula di congedo in lingua curda, “che tu possa vivere per sempre”), composta per la Biennale di Venezia .

Altri spettacoli Il silenzio (2000), ispirato al terremoto del Belice del 1968, Gente di plastica (2002), Urlo (2004) e da una serie d’incontri sul tema dell’amore, nasce il monologo Racconti di giugno (2005), poi anche libro edito da Garzanti. Nel 2006 crea Questo buio feroce mutuato dal titolo del libro autobiografico che racconta gli ultimi giorni dello scrittore americano Harold Brodkey, ucciso dall’AIDS. Nello stesso anno il secondo lungometraggio: l’autobiografico Grido.

Segue nel 2008 La Menzogna uno spettacolo che risponde a un doppio appello: l’intolleranza nei confronti degli immigrati e la tragedia degli operai della Thyssen Krupp di Torino. Nel 2009 realizza il suo terzo lungometraggio “Paura” (premio Boccalino d’Oro), interamente girato con un telefonino, presenta inoltre il suo primo cortometraggio “Blue Sofa”, Grand Prix nel Festival di Clermont Ferrand. Nel 2011 al Teatro Verdi di Padova debutta il suo ultimo lavoro Dopo la battaglia, un ulteriore omaggio agli ultimi che vede la partecipazione del violinista Alex Balanescu e dell’ étoile dell’Opera di Parigi Marie Agnès Gillot (Premio UBU 2011). La Compagnia Delbono, ha fatto tappa in più di cinquanta paesi al mondo rappresentando un caso unico nella storia del teatro italiano.

Roberto Corradino, attore e autore, classe 1975. Nato a Bari.
In teatro lavora con Mimmo Cuticchio, Maria Maglietta, Pippo Delbono, Federico Tiezzi e il Teatro Kismet OperA. Nel 2000 fonda il Reggimento Carri.
Con il Reggimento, produce, nel 2003 Piaccainocchio, spettacolo finalista al Premio Scenario dello stesso anno e, nel 2005, Perché ora affondo nel mio petto, una riscrittura dalla Pentesilea di von Kleist. Nello stesso anno, La commedia al sangue, dal romanzo intitolato Di questa vita menzognera di Giuseppe Montesano, in coproduzione con il Festival Castel dei Mondi di Andria.
Nel 2006 scrive lo spettacolo Conferenza / Nudo e in semplice anarchia, dal Riccardo II di Shakespeare, in coproduzione con il Festival Es.Terni.
Ha debuttato il 27 agosto 2009 Le muse orfane di Michel Marc Bouchard, in coproduzione con il Festival Castel dei Mondi. Ora lavora al progetto intitolato Censimento dell’attore del Polo Sud.