Diario
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Generazione oggi.

Sabato sera, per strada a Bari, ho incontrato una coppia di amici “romani” (le virgolette perché lui è barese trapiantato nella Capitale, lei veneta trapiantata tra la Capitale e Bari) che mi hanno detto, a proposito della mia generazione di pugliesi che stanno gestendo progetti e attività innovative (Principi attivi e Bollenti spiriti, dirigenti regionali, giovani Assessori, artisti, professionisti, manager pubblici e privati) che nessuna generazione pugliese, prima della nostra (i trenta e quarantenni di oggi), ha mai fatto meglio della nostra.

Io ho sorriso e condiviso, sebbene in realtà pensi che una sorta di cupio dissolvi impedisca di esprimere tutto il talento alla Generazione X, quella che più di tutte le precedenti altre generazioni, partendo da posizioni non necessariamente borghesi, ha studiato approfonditamente e, senza aiuti particolari provenienti dalle generazioni precedenti, ha saputo stare al mondo con stile e capacità innovative.

Questa dannazione all’autodistruzione generazionale e territoriale, agisce soprattutto alle nostre latitudini, ove il talento altrui non è mai vissuto come un talento socialmente redistribuibile (come nella Firenze rinascimentale delle botteghe artigiane e artistiche), ma come un problema per chi ha scarsi talento e abilità.

Penso che dovremmo amarci di più, rendendoci consapevoli del talento e della preparazione che abbiamo e impedendo alle brutte vecchie abitudini distruttive, di farci richiamare nel gorgo della dissipazione di energie in inutili polemiche, in assurdi e inani salotti, in contumelie e invidie fra pari.

Leggo i libri, per citare così a caso (nessuno si senta escluso oppure offeso da qualche dimenticanza, anche perché cito prevalentemente baresi) di Leonardo Palmisano, Giuliano Foschini, Giancarlo Visitilli, Angela Bianca Saponari, Nicola Lagioia, Andrea Piva, Mario Desiati, Edoardo Giua, Alessandro Leogrande, Marcello Introna, Francesca De Ruggieri, Silvestro Ferrara, Francesco Marocco o vedo film e cortometraggi dei tanti autori e penso che abbiamo già dimostrato abbastanza talento, lucidità, desiderio e capacità di cambiamento che dovremmo smetterla di sentirci una generazione x, iniziando a viverci per quello che siamo. Generazione oggi.

8 Commenti a “Generazione oggi.”

  1. pasquale intranò scrive:

    in buona sostanza … banalizzando … “nemo profeta in patria” se invece volessimo contestualizzare potremmo affermare, riconoscendo ai baresi proprio la “qualità” del disamore per i concittadini … “sanda necòle jè patrune de le forastjire”

  2. pasquale intranò scrive:

    e cmq condivido!

  3. FEDERICO scrive:

    comodo marchiare come istinto di autodistruzione ogni accenno di critica o definire senza talento chi dissente da una gestione evidentemente lobbystica e moralmente deprecabile della cultura.Le dimissioni,i continui scandali sono il campanello che suona per i talentuosi,i quali rimarranno tali finchè il vento politico non cambierà…e cambierà anche grazie a voi.Avete autodistrutto,amzi avete rapito i sogni,e i pugliesi se ne sono accorti.

  4. silvio.maselli scrive:

    Mi piacerebbe, Federico, conoscere il tuo cognome. Così, per eleganza e civiltà della discussione. E per il piacere di rispondere con raziocinio alla tua posizione.

  5. FEDERICO scrive:

    hai la mia mail,così per eleganza puo rispondermi in privato.

  6. silvio.maselli scrive:

    L’unica eleganza che conosco è assumersi sempre le proprie responsabilità. In pubblico.

  7. FEDERICO scrive:

    Non ho scritto il cognome semplicemente poichè non richiesto,mentre la tua insistenza odora di irata schedatura,magari con minaccia di querela,ormai vero topos dell’amministrazione godelliana.Scusami ma questa nota di elegante non ha proprio nulla,oltre che nei contenuti, già nell’uso privato di una pagina pubblica(anche questo ormai un tratto distintivo).Passo e chiudo.

  8. silvio.maselli scrive:

    Hai fatto tutto tu, Federico. Querele, schedature, usi privati di un blog (per definizione pubblico) sono tue invenzioni. Ma siamo ormai abituati all’isteria intorno a noi. Vuol dire che stiamo facendo bene il nostro lavoro, nonostante arrivi potente l’aria di elezioni e gli sciacalli girino vorticosi sulle nostre teste in attesa di qualcosa che, peccato per loro, non arriverà.

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