Il coraggio che manca
In queste ore si recita il ‘de profundis’ del cinema italiano e la difficoltà di varcare i confini nazionali. Se l’export di film italiani all’estero si ferma al 9,2% nel 2012, quelli francesi arrivano – pensate – al 24,9%. E parallelamente crolla la quota nazionale di film più visti dal pubblico italiano in sala.
Molte sarebbero le riflessioni da fare, passando dalla pirateria alla vetustà delle sale, dalla crisi economica all’incidenza del consumo casalingo, dai vincoli distributivi all’assenza di una diffusa cultura audiovisiva, da una stagione troppo corta alla lunghezza dell’estate italiana, dai costi di produzione all’assenza di star system, dalla difficoltà produttiva all’assenza di un vero e libero mercato dei diritti.
Ma nessuno mi pare stia avendo il coraggio di dire quel che davvero manca: un prodotto fresco, innovativo e appetibile che emerga forte e chiaro, superando i vecchi generi e il deja-vu.
Combattendo tra le commedie leggere leggere e film autoriali pensosi pensosi, il pubblico italiano si sta orientando verso il prodotto nord americano o europeo.
E la Rai, unica vera finanziatrice del cinema nazionale, continua a finanziare opere che sul mercato troverebbero comunque le risorse necessarie al loro facimento, sottraendo risorse a prodotti di ricerca e innovazione.
Il coraggio che manca a una generazione di produttori e di editori che non sa più essere in sintonia con il Paese reale ci sta depauperando tutti.
Occorrono “new comers”. E occorrono subito.
Anche a questo devono servire le film commission.
Fonti:
Dati export cinema italiano e internazionale
Mi sembra logico che la gente si orienti sui film americani se il cinema italiano propone prodotti come I Soliti Idioti e punta esclusivamente sul “tutto e subito”, senza pensare al futuro.
In uscita nelle sale in questo periodo ci sono dei film di altissima qualità e di grande appeal (Lo Hobbit, Django Unchained, Ralph Spaccatutto, Frankenweenie, Vita di P, ecc). La gente quei film li va a vedere. Sebbene la pirateria tolga una fetta dei guadagni, il pubblico i film che meritano li va a vedere.
Ovviamente io non vado al cinema per I Soliti Idioti, Tutto Tutto Niente Niente e compagnia bella. Sono film che presentano una comicità trita e ritrita, molto ripetitivi e che puntano solo su una moda del momento. Sono film molto dimenticabili e che non lasciano il segno.
Bisogna puntare sull’originalità, su talenti emergenti e non solo sui nomi. Bisogna rischiare, anche con film a basso budget ma che offrano qualcosa di nuovo.
I prodotti freschi e innovativi ci sono. La maggior parte è nei cassetti e nei computer di chi li ha scritti perchè in Italia non si rischia sui prodotti nuovi. Qualcuno è sul web, basta vedere che idee geniali ci sono nelle web series che stanno invadendo youtube.
A mio parere i problemi fondamentali delle film commission sono due che vado a spiegare di seguito.
Innanzi tutto i paraocchi di chi le gestisce: La maggior parte delle film commission pretendono che si parli del territorio.. un poco come se la Nuova Zelanda Film Commission avesse costretto Peter Jackson a dire nel film che la storia si svolgeva in Nuova Zelanda invece che nella terra di mezzo. Questo ovviamente tronca sul nascere qualunque film di tipo fantasy o fantastico in genere. Non è necessario specificare dove si gira, se il film funziona la gente lo viene a sapere, se invece non funziona anche se lo si dice non serve a niente. C’è anche il limite sulle tematiche: la maggior parte delle regioni tende ad evitare storie che riguardano sparatorie e omicidi, che poi si pensa che in quel posto quelle cose succedono… pensate a tutti i film di morti ammazzati e sparatorie che abbiamo visto su Los Angeles, eppure è una delle città più visitate del mondo. In questo modo rimane da fare e proporre sempre e solo le classiche “commedie”.
Secondo problema: le film commission danno i soldi solo a chi i soldi li ha già. Ti diamo 200.000 euro se ne spendi altri 200.000. Bene, e se un giovane regista non ancora famoso volesse fare un piccolo film con pochi soldi come fa? Se avesse 200.000 euro non verrebbe certo a chiederli alla film commission… Una film commission intelligente istituirebbe un fondo apposito per giovani registi o anche per film a budget ridotto dove una cifra standard viene data al portatore del progetto (50/100/150) e con quei soldi lui si può fare il film. Ovviamente il tutto a stato di avanzamento lavori, per evitare i soliti furbetti. Allora così magari avremmo la possibilità che qualche piccolo genio che non ha avuto l’abilità/fortuna di trovare un produttore, possa prodursi da solo un qualcosa che gli permetta di farsi notare.