Il vero spread
Capita spesso a noi pugliesi di sentirci lusingare, nei colloqui con colleghi e amici del centro e del nord del Paese, perché in molti ritengono che abbiamo “una marcia in più”.
Io sorrido quando sento questi complimenti, perché penso al vero spread che ci condanna alla minorità. Siamo una Regione con enormi potenzialità, diffusi talenti, una propensione alla conoscenza più alta di qualunque altro territorio nazionale.
Eppure i nostri colleghi napoletani o campani, impiegano 1.05 ore per arrivare da Napoli centrale a Roma Termini e i nostri colleghi siciliani hanno molti più voli diretti su Roma e Milano di quanti ce ne conceda l’insopportabile e inutile Alitalia.
Ancora, il sig. Moretti Mario, furbissimo amministratore delle Ferrovie dello Stato, ha tagliato i principali collegamenti notturni e diurni da e per Milano e Torino. Il tutto in nome del mercato.
L’autostrada con il tutor impedisce a qualunque imprenditore o manager di essere a Roma in orari civili e di rientrare a casa in giornata, aumentando i costi per la notte in albergo.
Mentre i collegamenti ferroviari dentro la Regione sono mutilati da politiche del trasporto nazionale incapaci da sempre di compensare le differenze orografiche, sociali ed economiche.
Ma come si fa a competere e crescere così?
Lo Stato, all’epoca del turbo capitalismo, ha rinunciato a svolgere il proprio ruolo riequilibratore. Ed eccoci qui. A denunciare ancora una volta il vero spread che ci condanna alla perifericità.
Ma noi siamo più forti, bravi, preparati e tenaci di lorsignori. E verremo a prendervi presto.
Quanto è vero quello che scrivi, si percepisce tutta l’amarezza di un giovane talento che si sente frustrato da una realtà inadeguata e da una classe politica che non sa fare nulla per tentare di dare soluzioni concrete. Come al solito soltanto l’iniziativa privata può tentare di dare risposte positive, ma esse possono essere inevitabilmente costose e disorganiche pur apparendo, al momento, l’unico strumento per il nostro Sud. Ricordiamocene per il prossimo appuntamento elettorale anche se( e non voglio essere “sfascista” a tutti i costi) non riesco a scorgere all’orizzonte politico una forza che offra garanzie in tal senso.
Non ho capito… secondo la sua visione i manager quindi possono, anzi devono, violare i limiti di velocità per rientrare prima a casa, giusto?
Ovviamente ho detto e penso esattamente il contrario: per rispettare i limiti di velocità occorrono oltre 4 ore per arrivare al casello di Roma, cosa che, ancora una volta, ci tiene lontani dallo sviluppo.
Personalmente penso anche che il limite di 130km/h sulla tratta Napoli-Roma sia semplicemente ridicolo.
Perchè vi ostinate a trattare di limiti di velocità in autostrade e superstrade quando i problemi di collegamento profondo sud-nord sono di ambito molto più ampio? Sembra che la politica locale e nazionale si sia, forse ad arte, dimenticata che i problemi logistici generano arretratezza e mancato sviluppo. E parlo sia di opportunità cultural-creative che meramente commerciali. Quindi turismo balneare senza dubbio ma anche offerte culturali qualificate. Proviamo a volare più alti. Se diamo per scontato che la nostra maggiore industria possa essere il turismo dovrebbe essere assiomatico che esso vada supportato e incrementato da comunicazioni più rapide ed organiche, naturalmente favorendo anche altri rami della produzione più tradizionale.