Diario
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Lavorar con questa donna.

Innegabile, abbiam beccheggiato tra i marosi, all’atto dell’abbandono dell’ex Presidente.
Giunte inaspettate e non auspicate, le dimissioni sono state cavalcate da ingenerosi commentatori, da politici moralisti, da perdigiorno inconsistenti, da ipocriti di ogni risma. Dimostrando che, nei momenti topici, le scarse qualità delle persone emergono prepotenti.
Ma dal guasto, si dice alle nostre latitudini, vien l’aggiusto.

Perché è giunta nelle nostre vite una ragazza dal passo solo apparentemente goffo, eppure straordinariamente acuta nel traguardare ogni giorno ed ogni ora nuove conoscenze e competenze, nel sommare dati e informazioni in un prisma creativo, ché il piglio dell’innovatrice non le manca.

L’antipasto fu vederla assisa a pranzo, il primo giorno nel pieno possesso delle sue nuove funzioni, assieme ai generosi ragazzi del team di lavoro quotidiano: abbattuti tutti i muri del reciproco sospetto, in un colpo solo, una di noi che lavora con noi, non tramite noi per altri scopi. E fiducia fu, al primo sguardo.

Il prosieguo fu vederla alle prese con la conduzione di un luogo di maschi in attesa delle novità. Ogni parola venne spesa per dispensar coraggio, visione, passione, riconoscenza per il lavoro fatto e da fare.

Il quotidiano è animato di progetti straordinariamente innovativi, di idee ogni giorno fresche, sbarcate da notti serene; di mediazioni sempre al rialzo, mai pensate per accontentare qualcuno o qualcosa e poi morirne inconsapevolmente ogni giorno più del giorno precedente. Di confronti orizzontali, senza la barriera del ruolo eretto a protezione di un fortino vuoto come gli pneumatici. Di ascolti reciproci. Di dialogo che non vive della somma di due monologhi, ma di comprensione vera dell’altrui pensiero. Di carezze, mai di sberle. Perché anche una carezza data con minor trasporto, fa comunque capire che il tiro va aggiustato. Di riflessioni, più che d’impulsi irretiti dal testosterone. Di attese in macchina, perché una donna ti fa sempre aspettare e ti dice semmai “cosa vuole che muoia”?! se non ce la fa ad esser lì quando la vuoi tu. Di ricerca permanente, di equilibrio necessario, di compenetrazione tenace, di spavento e stupore, di stanchezza felice, di rispetto fraterno.

Lavorar con questa donna, dona sensazioni incantevoli, perché davvero capisci d’esser parte di un tutto, finalmente.
E di aver trovato la tua parte migliore. Per fare migliore il tempo nostro.
Una presidente così se la sognano altrove.
Da dove sei arrivata? Dove andiamo adesso? Non lo so, l’importante è andare.
Diceva il vecchio saggio Kerouac.
E allora andiamo per vie che ancora non conosciamo Antonella, andiamo, ci sarà da divertirsi.

2 Commenti a “Lavorar con questa donna.”

  1. Piero Leccese scrive:

    Volevo complimentarmi con lei questi attestati di ammirazione e fiducia lavorativa nei confronti di una propria collaboratrice sono rari o forse inesistenti nel panorama lavorativo di solito la condotta di altri e molto più ermetica per non dire altro….L ammiro

  2. Michele Cuonzo scrive:

    E conoscendo Antonella, avrà pure apprezzato lo stile del linguaggio, che pare molto avvicinarsi a quello usato dal maestro Monicelli nei suoi film su Brancaleone…;)

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