Mirko Locatelli a Bari per “Registi fuori dagli Schermi”
Per il quinto appuntamento di “Registi fuori dagli sche(r)mi”, rassegna organizzata da Apulia Film Commission, curata dal critico cinematografico Luigi Abiusi in collaborazione con UZAK e ancora ispirata dal volume “Il film in cui nuoto è una febbre. Registi fuori dagli sche(r)mi” (CaratteriMobili 2012), è di scena il regista Mirko Locatelli con il suo film “I corpi estranei” (Italia, 2013). La pellicola sarà proiettata, martedì 18 alle 20.30, al Cineporto di Bari e in streaming nei Cineporti di Lecce e Foggia, ingresso libero fino ad esaurimento posti. A introdurre il film sarà lo stesso regista e il critico cinematografico Luca Pacilio (Gli Spietati).
Mirko Locatelli è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico milanese. Nel 2002 ha fondato con Giuditta Tarantelli la casa di produzione Officina Film, mediante la quale ha realizzato i suoi primi lavori: corti e documentari che, come afferma lo stesso regista, “nascono sempre da un’urgenza, dal desiderio di raccontare storie e temi di rilevanza sociale”.
Nel 2008 ha presentato nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia il suo lungometraggio d’esordio, “Il primo giorno d’inverno”. Il suo cinema colpisce per l’onestà e la rettitudine con cui affrontata temi difficili e delicati; avulso da vezzi estetici, esso si sostanzia in un’indagine antropologica, rivolta soprattutto al mondo dell’adolescenza e portata avanti con sincerità e speranza.
Il suo sguardo sensibile non si trasforma mai in giudizio, né cede a facili compromessi; mantiene invece la giusta distanza, affidandosi alle immagini e alle parole, specie quelle non dette, che segnano indelebilmente lo schermo e restituiscono, pur nella finzione cinematografica, qualcosa di profondamente vero.
Presentato in concorso all’ultimo Festival Internazionale del Film di Roma, “I corpi estranei” è l’opera seconda di Mirko Locatelli, scritta ancora una volta con la moglie Giuditta Tarantelli, con protagonisti Filippo Timi e l’esordiente Jaouher Brahim che rappresentano due anime impaurite, due “corpi estranei” alle prese con il dolore.