Registi Fuori dagli Schermi II / Shinya Tsukamoto a Bari
Shinya Tsukamoto sarà al Cineporto di Bari martedì 30 Aprile 2013 per l’apertura della rassegna “Registi Fuori dagli Schermi II“. Tsukamoto è considerato tra gli autori più originali e influenti dell’ultimo cinema giapponese. Regista, montatore, direttore della fotografia, scenografo, soggettista, sceneggiatore, spesso anche attore dei suoi film, nel 1989, con il suo primo lungometraggio, Tetsuo, si è imposto sulla scena globale, rivoluzionando il modo di concepire, prima ancora che realizzare, film. Definitosi “figlio di Cronenberg”, influenzato soprattutto dal cinema di David Lynch e di John Carpenter, Tsukamoto ha sviluppato negli anni una poetica ed uno sguardo inimitabili. Con opere quali Tetsuo, Tokyo Fist, Vital, ha portato avanti un’indagine estrema sul corpo umano, convinto che solo attraverso quest’ultimo si potesse arrivare a ritrarre lo spirito.
Il suo è un cinema ibrido, polimorfo, che sotto una pelle cyberpunk nasconde una carne profondamente umanista, incentrato com’è sull’eterno conflitto cultura/natura: la cultura del metallo, la natura dell’uomo.
Vincitore nel 2011 della sezione Orizzonti del festival di Venezia, Kotoko, è l’opera più recente di Shinya Tsukamoto. Il film ruota attorno al personaggio interpretato dalla cantante giapponese Cocco, una giovane madre affetta da disturbi psichici che la portano a vedere la realtà duplicata: ogni cosa nella sua mente si presenta con due sembianze, una negativa ed un’altra positiva.
Ancora una volta è il corpo, e la sua dolorosa percezione, l’unico strumento mediante il quale riconoscersi vivi, l’unico mezzo che permette alla giovane protagonista di ricondurre (provvisoriamente) ad unicità il mondo. Sarà l’incontro con Kanaka, impersonato dallo stesso Tsukamoto, che le consentirà di superare l’abisso nel quale costantemente ricade e di rimpadronirsi della propria vita.
Con Kotoko, quel conflitto che percorre l’intera opera del regista si è spostato completamente dall’esterno all’interno dell’uomo, nella sua psiche, regione misteriosa e inesplorata, labirinto entro cui l’immaginazione si fonde con la realtà. Ed è in questo luogo che Tsukamoto trascina lo spettatore, facendogli condividere ogni singola paura, ogni singola emozione: in questo luogo che poi è il (suo) cinema.