Similis cum similibus
L’ultimo bollettino Eurostat (utile da leggere e comprendere per chi abbia voglia di cambiare il proprio mondo o, almeno, di capirlo), recita che il 14,8% degli uomini italiani possiede una laurea e il 22,9% delle donne.
La media è del 18,9%. La più bassa d’europa pari solo all’Austria (e questo dovrebbe far molto riflettere, a giudicare dai recenti successi della ultra destra fascistoide che ivi ha vinto alle europee e nelle elezioni regionali).
La media europea, infatti è pari al 30%. Ma, qualcuno direbbe, ora – con questo e con i precedenti governi – va molto meglio…
No, anzi, peggio: secondo il Ministero dell’Istruzione (Miur), infatti, nel 2008 le lauree sono state 293.000 e diminuite del 2% rispetto all’anno precedente e i fuori corso sono aumentati sino a quasi la metà della popolazione studentesca totale, cioè al 47% (laddove erano il 44% nel 2000, quando mi sono laureato io).
E allora io capisco tutto del mio Paese.
Similis cum similibus: ci meritiamo di stare insieme all’Austria (18%), la Slovacchia (17,5%) o la Romania (16,6%).
L’unica salvezza di questo strano Paese è investire tutto, ma proprio tutto, in ricerca, sviluppo, formazione, cultura, ambiente, innovazione tecnologica.
Ma, temo, non siamo “mai stati così lontani dallo stare bene”.
‘Similis com similibus’, però, Silvio, va bene anche se letto al contrario: quel 19% scarso di laureati continui a studiare! a farsi valere, a farsi vedere, a cercare soluzioni ed innovazioni, a mettere a frutto le tante idee. Ed a cercare quei ‘simili’, in una visione necessariamente d’insieme, che riesca a farci stare veramente bene.