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“Storie (in) Serie” al Cineporto di Bari, la rassegna sulle Serie TV come forma di narrazione contemporanea

Le serie televisive offrono oggi uno spettro di possibilità narrative tale da accontentare ogni spettatore – e lettore. La complessità delle trame, la possibilità di esplorare differenti registri di narrazione, la risposta a un bisogno di affabulazione realmente contemporanea sono gli elementi alla base della golden age del nuovo racconto televisivo. Si tratta di un vero movimento artistico, capace di coinvolgere molteplici strumenti di diffusione mediatica, di modificare i termini della fruizione delle storie e di penetrare con eccezionale forza centripeta nell’immaginario popolare del nostro tempo.

Le serie tv sono ormai un prodotto culturale con dignità pari a quella dei romanzi?

Sceneggiatori e registi collaborano alla creazione di storie ben costruite, avvincenti, con protagonisti indimenticabili: è il caso di iniziare a prenderle sul serio.

Anche Carlo Freccero è dello stesso parere: «La nouvelle vague, il cinema d’autore è ormai costituito dalle serie tv, che hanno un pubblico evoluto, che consuma serie al posto dei romanzi».

Se da sempre l’umanità si nutre di storie, come sottolinea Jonathan Gottschall in L’istinto di narrare. Come le storie ci hanno resi umani, è naturale che queste assumano nel corso del tempo forme diverse, e la narrazione seriale sta acquistando un’importanza e una diffusione paragonabile a quella del romanzo nell’Ottocento, con uno spettro di prodotti che va dalle sit-com alle serie drammatiche, passando per le saghe fantasy.

Storie (in) Serie è una manifestazione che si tiene ogni martedì di maggio 2015 nella sala proiezione del Cineporto Bari, organizzata dall’associazione culturale Riga Quarantadue con il sostegno dell’Apulia Film Commission.

Quattro serate per esplorare quattro temi a partire da serie televisive selezionate insieme a giornalisti e blogger appassionati.

 

IL PROGRAMMA

 

martedì 5 maggio, ore 20,30

S01E01

NEW MEDIA HEROES

» con Jacopo Cirillo (creatore di «Finzioni», sceneggiatore di «Topolino»)

» si parlerà di Black Mirror, Sherlock, How I Met Your Mother

» Intervengono Carlotta Susca e Antonietta Rubino (Riga Quarantadue)

Negli scenari distopici di Black Mirror la contemporaneità è distorta, e lo spunto narrativo è dato dalla realtà ingigantita: i reality show diventano il modello di una società in cui gli individui sono alienati; la detenzione può diventare una forma di punizione comminata al nostro alter ego virtuale, costretto per millenni a espiare le nostre colpe.

Sherlock è una traduzione del personaggio letterario e un aggiornamento dello scenario letterario: l’investigatore di Baker Street può ricevere sms da Moriarty, mentre Watson può fargli pubblicità su un blog di successo (realmente esistente).

Ma anche How I Met Your Mother, nella sua leggerezza, regala dei momenti di riflessione sulle nuove tecnologie, e lo fa grazie ai suoi cinque protagonisti a cui ci si affeziona come al sestetto di Friends.

Jacopo Cirillo, che nelle storie che scrive per «Topolino» porta a Paperopoli la rete Papernet e i social network, opportunamente resi ‘fumettosi’, accompagna gli spettatori seriali alla scoperta delle presenze tecnologiche nelle storie a puntate.

 

martedì 12 maggio, ore 20,30

S01E02

IL QUARTO POTERE

» con Francesco Costa («Il Post»)

» si parlerà di House of Cards, The Wire, The Newsroom, The West Wing

» Intervengono Luca Romano (blogger «Huffington Post»), Carlotta Susca e Antonietta Rubino (Riga Quarantadue)

Entrare nella Casa Bianca adottando il punto di vista di un politico spietato come Frank Underwood costringe lo spettatore seriale a considerare il giornalismo uno strumento al servizio del potere, a pensare a come sfruttarlo per diffondere informazioni funzionali, a eliminarlo quando scomodo. Con House of Cards, se si fa propria la causa di Kevin Spacey, il giornalismo è un mezzo per ottenere ciò che si vuole.

Si rimane nei pressi della Sala Ovale con The West Wing, una serie che segue i due mandati presidenziali di Martin Sheen e il lavoro del suo staff.

The Newsroom ci porta, come suggerisce il titolo, all’interno di una redazione: le dinamiche, lavorative e personali, dello staff e dell’anchorman Jeff Daniels consentono agli spettatori di prendere parte alla messa in onda di un tg serale.

Anche una serie come The Wire, considerata una delle meglio scritte di sempre, esplorando i vari livelli sociali di Baltimora incrocia i mass media e le loro responsabilità.

Francesco Costa, fra i fondatori del «Post», giornalista e appartenente a una generazione che ha con le nuove tecnologie allo stesso tempo familiarità e distanza, può incrociare i due ambiti e riflettere sulle loro interrelazioni.

 

martedì 19 maggio, ore 20,30

S01E03

NELLA STANZA DEI BOTTONI

» con Andrea Coccia («Linkiesta»)

» si parlerà di House of Cards, Game of Thrones, The Walking Dead

» Intervengono Carlotta Susca e Antonietta Rubino (Riga Quarantadue)

Ogni narrazione non può prescindere dalla costruzione di un sistema di poteri, i cui contrasti sono spesso oggetto stesso – potremmo dire protagonisti – di una categoria di storie, quelle che portano lo spettatore nella ‘stanza dei bottoni’.

È ancora House of Cards a mostrare il lato privato del potere, le strategie e i compromessi (e i crimini) considerati il giusto prezzo per il raggiungimento di una posizione strategica, un ruolo chiave nei meccanismi della società.

Cambiando lo scenario e spostandosi nell’immaginario Westeros, frutto della prolifica mente di George R.R. Martin, la sostanza non cambia: tutto Game of Thrones è una intricata rete di relazioni intessuta da ciascun personaggio ai fini del raggiungimento di un vantaggio personale – ossia, sempre, l’avvicinamento al trono.

Se al fantasy si sostituisce la distopia zombie, è ancora una serie di modelli di società e di relazioni interpersonali quella che mette in scena The Walking Dead, mostrando la tirannide, l’oligarchia, lo Stato di polizia e numerose altre dinamiche sociali, tutte riconducibili al principio dell’homo homini lupus.

Andrea Coccia, giornalista e blogger («Linkiesta»), osserva le costruzioni di potere all’interno delle serie tv.

 

martedì 26 maggio, ore 20,30

S01E04

BAD GUYS

» con Marina Pierri («Wired»)

» si parlerà di Breaking Bad, Better Call Saul, True Detective, Twin Peaks

» Intervengono Michele Casella («Pool Magazine») Carlotta Susca e Antonietta Rubino (Riga Quarantadue)

L’antieroe è il protagonista a cui siamo abituati (e che preferiamo), ma come si diventa cattivi? Le cinque stagioni di Breaking Bad mostrano, puntata per puntata, il processo che porta un professore di liceo a sacrificare vite umane come accidente lungo il percorso che lo rende Heisenberg, il cuoco di metanfetamine pure al 99%.

Con lo spin off Better Call Saul rimaniamo ad Albuquerque ma per seguire le vicende di qualche anno prima, quelle che hanno portato l’avvocato Jimmy McGill a diventare l’azzeccagarbugli Saul Goodman.

È un bad guy al servizio di una buona causa, la cattura del re Giallo, Rust Cohle in True Detective, con il suo sistema filosofico di matrice nietzscheana.

Se i primi sono bad guys, il male nella sua essenza (e molteplici manifestazioni) permea invece Twin Peaks, serie cult creata dal genio di David Lynch.

Marina Pierri, «giornalista e nerd» («Wired»), presenta i cattivi seriali e la loro messa in scena a puntate.

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Storie (in) Serie è anche una pubblicazione gratuita

che sarà distribuita al pubblico della manifestazione:

http://www.storieinserie.it/pubblicazione/

 

Cineportio di Bari (Fiera del Levante), Lungomare Starita, 1 – Bari