163/2006.
Io odio il codice dei contratti e degli appalti.
Lo odio perché è ipocrita e spesso folle.
Il Cineporto di Bari sarebbe pronto già da dieci mesi se non ci fosse stato un legislatore ubriaco di regole pensate per frenare la volontà e la passione dei manager e dei politici e consentire di cavillare per mesi a tecnici e ditte appaltatrici.
La responsabilità, sia chiaro, è della norma, non di chi le interpreta. E i miei fremori aumentano, la febbre incalza, la voglia di rompere a testate ogni spigolo con essi.
Mangio la foglia e vado avanti.