Diario
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Paradossi francesi

Buon anno cari amici, ben ritrovati in questo piccolo spazio di riflessioni e pensieri.
L’anno si apre, come sempre con un po’ di numeri.
Quelli francesi sono stupefacenti, come quelli americani. Ma non paghi del successo di un cinema molto fertile e creativo, anche nel dibattito d’oltralpe ci sono punti di vista differenti che vi segnalo.

“Secondo le prime stime del CNC, la frequentazione delle sale cinematografiche in Francia nel 2012 si è attestata su 204,26 millioni di presenze, in calo del 5,9% rispetto al 2011 che però è considerato un anno eccezionale con oltre 211 milioni di presenze. La performance del 2012 è nettamente al di sopra della media degli ultimi dieci anni e segna per il quarto anno consecutivo il superamento dei 200 milioni di biglietti staccati. I film francesi hanno ottenuto una quota di mercato del 40,2% (era del 40,9 nel 2011) con 82 milioni di presenze (-7,7%), un dato comunque superiore alla media degli ultimi 10 anni (75,4 milioni). Secondo i dati del CNC nel 2012 i film nazionali hanno incontrato un largo pubblico: quattro film francesi hanno totalizzato oltre tre milioni di presenze (erano 2 nel 2011) e 7 titoli hanno totalizzato oltre 10 milioni di presenze (erano 4 nel 2011). Per quanto riguarda il parco sale, il passaggio al digitale sarà completato nel 2013: nel 2012 oltre 4.800 schermi sono dotati di impianti digitali (l’88% degli schermi francesi contro i due terzi dell’anno prima). Sono stati 42 i film usciti in 3D (contro 43 nel 2011, 23 nel 2010 e 16 nel 2009), che hanno totalizzato oltre 48 milioni di presenze. Intanto divampa la polemica in Francia dopo un editoriale al vetriolo pubblicato su Le Monde da Vincent Maraval, manager alla guida di Wild Bunch. Maraval ha criticato alcuni aspetti dell’industria cinematografica francese, in particolare gli alti salari pagati agli attori e gli eccessivi contributi pubblici erogati al cinema. Nonostante i dati confortanti del CNC, secondo Maraval nel 2012 tutti i maggiori film francesi hanno deluso le attese perdendo milioni di euro. Per il manager il cinema francese è imperniato su un’economia dipendente dai sussidi statali sempre più in crescita e anche il maggiore successo commerciale in realtà perde denaro.”

Fonte: Eduesse

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