La Troika
Ho letto ieri un piccolo interessante libro della Einaudi di Ugo Mattei dal titolo “Contro riforme”.
Parla di come, parallelamente al ciclo neoliberista, la sinistra abbia fatto proprie le idee della destra economica, divenendo “riformista”.
E come le cosiddette riforme propugnate al popolo italiano siano in realtà delle contro riforme devastanti, che spogliano i beni comuni per spostare quote di reddito verso imprese multinazionali e poteri privati.
Fatto il paio con un altro libro che ho letto la scorsa settimana dal titolo “Chi tutto, chi niente” di Emanuele Ferragina, cervello economico in fuga a Londra, il racconto di questi anni è devastante.
La cosiddetta Troika ha fatto digerire ai popoli europei – al pari di quello che Bildeberg o FMI e Banca Mondiale hanno fatto ingoiare ai popoli di mezzo mondo – l’impoverimento delle masse a fronte dell’arricchimento di pochi ammanicati potenti. Che peraltro manco fanno bene il loro lavoro.
In tal senso la notizia dello spegnimento del segnale della TV pubblica greca a me sembra paradigmatica di una scelta folle e criminosa: togliere pluralismo, cioè voce a tutti, per darla solo a pochi editori multimilionari.
Leggetevi un libro epocale “Con lo stato o con il mercato” di Angelo Zaccone Teodosi e Francesca Medolago per i tipi di Mondadori di 11 anni fa per capire di cosa parlo.
Che un ente pubblico chiuda in passivo, non significa che si debba chiudere. Ma semmai risanare e moralizzare.
I privati oltre a non svolgere il servizio pubblico devono anche realizzare un utile. Ma come si fa a non capirlo?
Oppure lo sanno benissimo, loro.
A voi intanto la notizia cruda.
“Il Governo greco ha annunciato la chiusura temporanea della Ert, la radiotelevisione pubblica, che – alla mezzanotte di ieri – ha cessato le sue trasmissioni: i canali sono stati oscurati e il ripetitore principale situato su una montagna vicino ad Atene, è stato neutralizzato dalla polizia, secondo quanto riferito da fonti sindacali. L’operazione prevede il licenziamento di quasi 2.800 dipendenti e rientra nel piano di dismissioni imposto dalla Troika. Sarà creato un nuovo ente radiotv, non più a controllo statale e con meno personale. I dipendenti potranno presentare richiesta di riassunzione. La tv era amministrata male e costava agli utenti circa 300mln di euro all’anno.”