La forza delle musica.
Se qualcuno mai leggerà questo mio diario in questi giorni, mi piacerebbe potesse acquistare (ove mai non lo conoscesse già) uno dei dischi più importanti della storia della musica contemporanea e, per me, nei primi dieci posti della lista definitiva. Si, lo ammetto, amo le liste alla Nick Hornby…e poi sono malato in questo weekend e me ne sto al caldo a leggere, vedere film, scrivere, ascoltar musica. Di questo solo dovrebbe poter vivere l’essere umano.
Ah, il disco è “Velvet Underground & Nico”, quello con la banana in copertina, prodotto da Andy Warhol nel 1966. A quei tempi i Velvet Underground erano solo una band della scena musicale newyorkese ed i suoi componenti Lou Reed, John Cale, Sterling Morrison e Maureen ‘Moe’ Tucker passavano di locale in locale senza alcuna possibilità di emersione, affrontando temi nichilisti quali morte, droga, sesso, solitudine della metropoli. Fu il regista Paul Morrisey a segnalarli a Warhol che pensò bene di affiancare ai quattro musicisti una cantante tedesca, poi prematuramente e assurdamente scomparsa: Nico.
Quando l’ho ascoltato la prima volta, a casa di amici a Palermo ne sono rimasto assolutamente stregato e ho desiderato averlo, ascoltarlo, possederlo. In questo weekend lo sto ripossedendo. Mi piace condividerlo.
Brian Eno ha detto di questo lavoro “ Soltanto cento persone acquistarono il primo disco dei Velvet Underground, ma ciascuno di quei cento oggi o è un critico musicale o è un musicista rock “
Meraviglie del rock.
Ho provato solo un’altra volta lo stesso flusso potente ed il desiderio di possedere un disco. E’ stato molti anni dopo, stavolta in una indimenticata casa di amici fuori sede a Firenze, era “Ok Computer” dei Radiohead. Era il 1997. Una vita fa, pare.