Diario
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Il dibattito, si…

Nella mailing list dei Recidivi, compare oggi questo post di Paolo De Cesare, storico facitore di film commission. Ed io, senza la sua autorizzazione esplicita, ma sperando nel suo consenso (viceversa sono prontissimo a cancellare dal diario questo post), ne pubblico il contenuto che mi sembra molto denso di spunti di riflessione.
Ora non ho tempo, ma appena possibile dirò la mia che, in verità, non tacito mai, proprio grazie a questo diario.

“Un po’ di giorni orsono Silvio Maselli publicava sul suo “Diario AFC” una nota circa il ruolo della vetrina di Cannes, di Kiarostamì e della Binoche per la scarcerazione di Panahì. Tutte parole giustissime. Ma colgo l’occasione per invitare tutta RE.CI.DI.VI. ad una riflessione. Perché Maselli, come fa in altri casi, non si è sentito di ricordare “orgogliosamente/territorialmente” che il soggetto dell’associazionismo no-profit, in Italia, che più, e meglio, si è mosso per la scarcerazione di Panahi è stato un “soggetto pugliese“..RE.CI.DI.VI!!!, e che esso ha anche “dato la linea”, nel suo piccolo, ad altre regioni come la Campania, la Toscana e il Lazio. Cosa è che non funziona? Comunica male RECIDIVI? Non fà arrivare bene a tutti il valore delle sue iniziative? Oppure RECIDIVI non è ascrivibile alla retorica da…”Fabbrica di Nichi” per la quale tutte le “anomalie positive”, nelle Puglia di oggi, sono solo ed esclusivamente il frutto dell’avvento dell’ “Era Vendola”? Io so che Maselli personalemte non la pensa così, perchè egli è un “LOGICO”, di formazione “LOGICA”, e non è di formazione emotiva, sentimantale e romantica. Ma la “Logica” è uno strumento di “storicizzazione”. Nell’esercizio della storicizzazione una scienza matematica come la “statistica” si incontra con le “emozioni”. Quindi è tempo che si faccia un pò di “storia” e un po’ di “statistica”. Ma questa è un altra storia.

Torniamo a Panahì. Panahì è stato incarcerato il 1 marzo, e RECIDIVI si è mobilitata dal 2 marzo, con una capacità di articolazione e di “rete” che non ha uguali in nessun “associazionismo audiovisivo” di altre regioni. Certo la capacità di “stare in piedi” di RECIDIVI, di dare motivazioni per la sua esistenza dipende anche dal fatto che esiste ed opera, tra le migliori in Italia, la Apulia Film Commission. Esiste un interlocutore! Un interlocutore che, come tutti sanno, era stato già imposto, legislativamente, dall’Associazionismo Categoriale (Agis e c.). Un interlocuotore che oggi è visto come punto di riferimento da forse troppi a livello nazionale, a fronte di una debolezza finanziaria del Ministero, di una terrificante indisponibilità dei palinsesti e di tanta “indecisione strategica” delle altre Film Commission.
In verita’ molti “indipendenti di altre regioni” si interessanno alla AFC e liberano i loro desideri molto attratti da Vendola, ma solo dopo si rendono conto che
c’è il regolamento del Film Fund. C’è un rischio di “Effetto Eldorado”. Ma non bisogna temerlo. Possiamo davvero diventare “la California”. Ma per fare questa California c’è bisogno della collaborazion e partecipazione di tutti. Delle idee e delle “critiche” di tutti. La “California” con modello “californiano e newyorkese” vero!Si!Talento-formazione-creatività-competitività-regole-libertà-mercato. Non la nuova “Milano da bere” o la nuova Roma dell’ “Edonismo Veltroniano”, dal denaro pubblico facile. Ripartire dalle cose dette da Vendola: - al Lido il giorno della presentazione, quando invitava gli autori a non fare solo “marketing turistico” ma a “criticare il potere”, “criticare anche lui”, – alla presentazione del primo Bari Film Fest quando dichiarava: ”…Contro la mondanità, per un modello italiano fondato sulla cultura”. Questo è il Vendola che preferisco. Le parole di Vendola con la festa in discoteca a Roma in occasione del David di Donatello sembrano un pò distanti e dimenticate. Cosa c’azzecca una festa in distcoteca a Roma la sera per i David utilizzando 15.000 euro di fondi FESR turismo? C’erano produttori esteri e stampa estera? Sarebbe stato meglio spenderli a Cannes, quello che fai a Cannes lo vede tutto il mondo. Se vogliam essere la California ci dobbiamo liberare della sudditanza psicologica da Roma. Non ne abbiamo più bisogno, anzi un Cinema basato sul talento non ne ha bisogno. E’ la ”mediocrità” che ha bisogno del Ministero, come diceva Carmelo Bene! Grazie a “Mine Vaganti” e al “Tribeca” la riconoscibilità internazionale dell’immaginario collettivo delle nostre storie e delle nostre ambientazioni è ormai un dato di fatto. Dovevamo raggiungere l’obiettivo di essere per gli americani “uno specifico esplicito” come la Tuscany, Venice, Capri and Rome, e ci siamo riusciti. Adesso tutto è più facile scrivere qualunche cosa è più facile. Qualche hanno fà, per difendere il diritto di Province e Comuni ad avere le loro Film Commission, dicevo che se l’Italia ha il 60% del patrimonio mondiale artistico, una provincia italiana di questo patrimonio da sola ne può avere l’8%…e non vogliamo dare il diritto ad avere una Film Commission a chi ha l’8% del Patrimonio Mondiale? Andate a vedere “Copia Conforme”, una straordinaria operazione di marketing circoscritta a favore del Comune di Lucignano e della Provincia di Arezzo. Siamo in una nuova stagione. Per creare le condizioni per progetti come quello di Kiarostami occorre anche il “Karisma” automatico di un luogo che stimola “firme” come Kirostami. Occorre utilizzare bene i nostri Festival come luoghi di “libera fecondazione”. La sfida si alza di tono, dobbiamo essere tutti più responsabili.”

fatemi sapere
Paolo L. De Cesare

 

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