Corso Salani: un ricordo di Carlo Michele Schirinzi
Riceviamo e pubblichiamo questo ricordo del regista pugliese Carlo Michele Schirinzi dedicato a Corso Salani.
Avevo sentito parlare molto di Corso Salani nei festival cinematografici e negli ambienti indipendenti. Massimo Causo mi spronava a non perdermi d’animo e non arrendermi per il lungometraggio, pensa a Corso Salani, diceva, ha dei budget ridottissimi ma riesce a fare delle grandi cose.
Fu proprio nel suo Taranto Film Festival del 2007 che lo conobbi con i suoi Confini d’Europa tristemente spacciati per documentari da qualche critico: tutto m’aspettavo tranne la poesia!
Film d’inchiesta? Ma non simili agli altri!
Documentari? Ma molto diversi dagli altri!
In questi lavori una nube, o meglio, una nebbia poetica sfocava tutto pur, paradossalmente, rimarcandone i profili: documentari d’inchiesta implosi nella vita dell’autore (poeticamente).
Rividi Corso l’anno successivo in una delle tante Cene di Emmaus a Vaste: fu un incontro felice, si parlò del coraggio delle proprie scelte e delle proprie azioni in un panorama (cinematografico) atrofizzato. Parlammo anche d’altro cercando di evitare l’argomento calcio e tergiversando su quella meravigliosa fucina musicale che era Firenze negli anni ottanta. Son cresciuto a pane e Diaframma dissi, e lui mi sorrise portando alla bocca un altro pezzo di pizza, impeccabile nella sua giacca bianca in quella calda notte dell’estate del 2008.
In entrambi i casi ciò che mi colpì fu l’eleganza dell’uomo e la sua sospirata lotta poetica.
La notizia della sua improvvisa scomparsa mi ha gelato.
Ho sentito il bisogno di scrivere questi ricordi perché Corso è stato uno dei pochi “addetti al mestiere” a trasmettermi sicurezza e coraggio, non tanto con le parole, ma con la sua eleganza e pacatezza, con il suo esempio pratico.
…una bandiera alta tra i venti del cinema italiano.
Ciao Corso.
Carlo Michele Schirinzi
18/06/2010