I modi sbagliati
Le film commission possono appartenere a due grandi famiglie. Ci sono, infatti, quelle che, come la nostra, credono nell’audiovisivo come fattore di sviluppo locale. Più addetti, più competenze, più ricadute economiche produrranno progressi significativi nel campo sociale, economico e culturale. Dunque in via indiretta anche maggiore visibilità per il territorio. E poi ci sono le film commission che credono nel cineturismo, come ragion d’essere fondante del proprio lavoro. Più film ambientati e localizzati nelle proprie location, traineranno il comparto turistico, stimolando l’immaginario turistico globale e orientandolo verso il proprio territorio. Due approcci che possono fondersi, intrecciarsi e, in definitiva, integrarsi nell’ottica della crescita di un territorio. Nell’uno e nell’altro caso, però, è la politica che deve dare uno stimolo forte affinché la film commission scelga la propria missione in modo strategico. E il presidente della regione Lombardia, per esempio, secondo me commette un errore strategico poderoso. Il motivo è sempre l’annosa “questione settentrionale”. I provvedimenti di questi politici, invece che favorire il progresso delle proprie comunità verso una idea universale di cultura, ne restringono l’orizzonte, alzando steccati, creando “piccole patrie” asfittiche. E non capiscono che, così facendo, si auto limitano. Fonte: Un riconoscimento di qualità, una sorta di “denominazione d’origine controllata” per le produzioni cinematografiche di rilievo regionale. E’ quanto prevede una delibera approvata dalla Giunta regionale, su proposta del presidente Roberto Formigoni, di concerto con il sottosegretario al Cinema Massimo Zanello. “La nostra regione è caratterizzata da una straordinaria ricchezza culturale e paesaggistica – ha sottolineato Zanello – che ben si presta alle ambientazioni cinematografiche. Con questo nuovo strumento, dunque, vogliamo certificare le opere cinematografiche di qualità che promuovono e valorizzano il nostro territorio”. CHI POTRÀ RICHIEDERE IL RICONOSCIMENTO – La “certificazione” – che non sarà accompagnata da alcun contributo economico pubblico – è destinata a tutti i soggetti, privati e pubblici, profit e no profit, che realizzino opere cineaudiovisuali (film, cortometraggi, lungometraggi, documentari, docu-fiction e film di animazione) in “salsa lombarda”, spendendo almeno il 50 per cento del budget complessivo per la produzione in regione e che abbiano effettuato almeno metà delle riprese in Lombardia. La valutazione delle domande presentate per ottenere il riconoscimento è affidata a un comitato, composto tra gli altri da un rappresentante della fondazione Lombardia Film Commission. La struttura verificherà, oltre all’aderenza del progetto all’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale, storico e territoriale lombardo, le possibilità di sviluppo dei progetti nella rete e nei social media. Ulteriore elemento per la valutazione sarà rappresentato da premi e riconoscimenti ottenuti da regista, sceneggiatore e produzione, oltre che dal numero di film già realizzati.
Fonte: Mi-lorenteggio