Reconsumption
Tu prendi il manuale, leggi, studi e impari la teoria di Hermann Heinrich Von Gossen sulla “legge del piacere decrescente” secondo il quale un consumatore diminuirà il proprio piacere a fruire di un bene o servizio, tante più volte lo fruirà. Motivo per il quale è assai difficile per chi fa il nostro lavoro prevedere la reazione del pubblico ai prodotti audiovisivi che proponi e che, dunque, occorre anticipare il pubblico. Che poi è il mestiere più bello che esista, cioè quello del produttore o del programmatore televisivo. Quel professionista in grado di captare le tendenze e di proporle ai propri pubblici avrà la meglio sui competitori e farà la nuova tendenza. Poi però arriva una ricercatrice di marketing e ti dimostra, con questa ricerca, che tutti noi abbiamo bisogno di conferme razionali ed emotive alle nostre – già acquisite conoscenze – sicché “riconsumiamo”. Interessante no? “La quasi totalità delle persone rivede più volte lo stesso film, ascolta più volte la stessa canzone e va in vacanza sempre nello stesso posto, perché da questi comportamenti reiterati si soddisfano diverse necessità psicologiche.
Il fenomeno è stato analizzato da Cristel Russell, professore di marketing alla American University di Washington, che lo ha chiamato ’re-consumption’, ’fruizione ripetuta’. I dettagli della sua ricerca saranno pubblicati nel numero di agosto di Journal of Consumer Research, ma i risultati preliminari sono già disponibili. Il consumo reiterato di un’opera musicale o cinematografica si motiva con la garanzia dei risultati di azioni ripetute e la soddisfazione delle repliche deriva da una migliore visione. Inoltre, le persone continuano a guardare con interesse anche film già visti nella prospettiva di riscoprire piccoli dettagli che potrebbero aver dimenticato. “I comportamenti basati sul re-consumption ’soddisfano’ cinque necessità: regressiva, progressiva, ricostruttiva, relazionale e riflessiva”, ha detto la Russell. Lo stesso vale per la rilettura dei libri e il ritorno nelle solite località di vacanza: secondo la ricercatrice la ragione è molto più complessa della semplice nostalgia. Le motivazioni per cui le persone si prendono del tempo libero per ripetere sempre la stessa attività sono “profonde e toccanti”, ha detto la ricercatrice, che ha condotto lo studio insieme a Sidney Levy. Naturalmente, dietro il reconsumption si celano anche risvolti economici. “Comprendendo questo fenomeno – ha concluso – le imprese potranno capire meglio i propri clienti e creare prodotti che saranno usati infinite volte”.”
Fonte: La Stampa
Thanks to Daniela.