A Venezia
A Venezia si va per lavorare, e noi lo abbiam fatto, con la consueta lena e producendo risultati sia immediati, sia sul medio periodo.
La eco del Bari International Film & Tv festival è molto buona e dice di un interesse reale. E molte sono le produzioni che ci (mi) hanno cercato a Venezia per discutere e capire le modalità di sostegno alla produzione cinematografica da parte pugliese.
Segnalo gli esiti di un dibattito tenuto dalla rivista Box Office su windows, mercato free e pay tv. Mi sembra interessante per comprendere il livello del dibattito in corso:
Festival di Venezia: il convegno di ‘Box Office’
Lo sfruttamento dei film in tutta la filiera nell’incontro organizzato venerdì nello spazio di Cinecittà Luce
Window, filiera, redditività dei film, situazione dell’esercizio. Di tutto questo si è discusso venerdì pomeriggio presso lo spazio Cinecittà Luce al Festival di Venezia, nell’ambito del convegno organizzato da ‘Box Office’, dal titolo: “La fruizione del prodotto cinematografico: problemi, evoluzioni, opportunità”; l’incontro è stato introdotto dal direttore del quindicinale Antonio Autieri e moderato dal presidente di Editoriale Duesse, Vito Sinopoli. Nel suo intervento, Riccardo Tozzi, presidente Cattleya, è tornato sulla difficile situazione dei cinema cittadini che penalizzano il cinema italiano e ha affrontato il problema del download illegale: “Noi dobbiamo far diventare cliente chi in questo momento scarica illegalmente i film. La repressione seria va bene se affiancata a un’efficace offerta legale di contenuti. La nostra legge antipirateria va bene, va migliorata e applicata. Invece di pensare a nuove leggi, come quella francese, credo che dobbiamo recuperare Internet come strumento di ricavo e potenziare l’offerta legale”. Giampaolo Letta, vicepresidente e amministratore delegato di Medusa Film si è soffermato sul tema delle window: “Sulle window abbiamo perso tempo arroccandoci su posizioni anacronistiche, il mercato è cambiato. Io non sono d’accordo su finestre da 17-20 settimane, né per il day and date, ma sono favorevole a una ragionata flessibilità. Ci sono esempi di film diversi che vanno analizzati caso per caso”. Sulla pirateria ha aggiunto: “Purtroppo e per diversi motivi è successo ben poco in questo campo. Ci vuole un salto di mentalità: irrigidire la repressione dell’utilizzo illegale di film ma proporre un’offerta legale”. Paolo Ferrari, presidente e amministratore delegato Warner Bros. Italia, ha spostato l’accento sui limiti del mercato italiano: “Warner ha fatto scelte importanti per il mercato estivo. Vedo, però, che non tutti siamo d’accordo. Non c’è volontà comune tra i distributori; alcuni non vogliono rischiare ma se non allunghiamo la stagione non avremo mai un mercato. La situazione è ingarbugliata. Abbiamo una stagione di otto mesi. Quale industria regge? Questo è il problema. Quando ci siamo incontrati nel settore per parlare seriamente di questi problemi? Dobbiamo sederci tutti intorno a un tavolo e trovare soluzioni; finora ci siamo presi in giro su questi temi”. Di window ha parlato anche Andrea Stratta, direttore generale Uci Italia: “Le window, sala – home video, vanno regolamentate a livello europeo. In Francia c’è una legge che regola la window a 4 mesi. Su ‘Box Office’ Giampaolo Letta ha sostenuto che una window soddisfacente oscilla tra le 8-10 settimane. Le nostre associazioni, Anec e Anem, hanno risposto dicendo che non si può accettare una window di questo tipo. In questo caso testimonio la compattezza di tutto l’esercizio che deve difendere il proprio business”. Sulla situazione dell’home video ha parlato Gian Maria Donà dalle Rose, amministratore delegato 20th Century Fox Home Entertainment: “C’è un trend per cui si sta sostituendo il rental con uno sfruttamento in parte legale di contenuti su Internet. In base ad alcune ricerche sul mercato Usa, risulta che circa il 40% del profitto degli studios è dato dall’home video grazie anche allo sfruttamento della library tramite dvd, che permette di dare vita poi a budget alti nella produzione; noi vogliamo difendere questo business che permette di dare vita a grandi produzioni, importanti per tutto il settore. Senza lo sfruttamento della library non ce la faremmo”. Paolo Del Brocco, direttore generale Rai Cinema, si è soffermato sull free tv: “La free tv è ancora il mezzo più utilizzato: oltre 50 milioni di persone vedono i film in tv e 17 milioni solo in free tv. Il gradimento della fruizione è molto alto. Alla gente piace vedere i film, anche quelli vecchi. C’è un problema, però, sull’utilizzo dei film in tv perché arrivano più usurati, ma non dobbiamo essere pessimisti: il film è sempre importante per i palinsesti. In realtà c’è una diminuzione di programmazione di film in prima serata ma non c’è una flessione nelle 24 ore. La Rai trasmette 1.100 film all’anno e 300 sono italiani”. Di difficoltà dei film in tv ha parlato anche Nils Hartmann, direttore Cinema & Intrattenimento Sky Italia: “I film in pay non performano come prima. Il blockuster di Natale due anni registrava un milione di spettatori ora arriva a 700mila. I motivi? Il problema può essere anche la pirateria. Oggi, poi, la gente guarda più le serie, meno i film. Le serie sono di grande qualità e impegnano meno lo spettatore. Se un film ha successo in sala per noi è importante, perché questo vuol dire successo anche per noi. Ci sono, però, prodotti direct to video che stanno avendo grande successo”. Per Marco Leonardi, direttore contenuti e marketing Mediaset Premium: “Ci sono segnali preoccupanti importanti. Canale 5 non ha in palinsesto film nel periodo di garanzia, perché non hanno audience. Questo è un dato importante per la filiera nella sua completezza. Il prodotto arriva alla free tv logoro e questo è il rischio. Il problema è la free che vive di ritorno commerciale immediato. Non sottovaluterei il cambiamento del consumatore. La gente chiede contenuti in modalità non lineare; cioè vuole scegliere quando e come vedere i contenuti preferiti”.