Diario
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Assurdo

Oggi una delegazione del cinema e della televisione italiana incontrerà i Ministri Bray e Catricalà (Vice Ministro Sviluppo economico) per chiedere l’immediato ripristino del plafond a disposizione del tax credit.

Prima fu la Legge Veltroni, non priva di enormi contraddizioni rispetto alla sua applicazione. Poi la Urbani, a introdurre il concetto che a finanziare l’audiovisivo nazionale, anche di pura matrice culturale e creativa, dovesse essere in prevalenza il mercato. Poi si affermò il tax credit che servì alle classi dirigenti succedutesi dal 2008 a oggi per taglieggiare pesantemente il Fondo Unico dello Spettacolo scaricando sui territori l’onere di sostenere (circa 40 sono i milioni investiti dalle regioni in audiovisivo) cinema e televisione in funzione attrattiva e sviluppista territoriale.

Ora, nonostante le promesse del Premier Letta, la copertura triennale del tax credit passa – con il decreto “fare” (sic!) – da 90 a 45 milioni di euro.
Vi rendete conto? Così stanno semplicemente decretando la fine del nostro cinema, la chiusura di centinaia di imprese creative indipendenti, la disoccupazione per una intera generazione, la fine di una storia.

Oggi i nostri delegati spiegheranno tutto questo alla politica. Se questa non capirà allora faremo da soli. E, sono certo, troveremo noi qui, nei territori, il modo di continuare a dare al Paese una voce e ai creativi la libertà di espressione che la Costituzione riconosce loro e la peggiore classe dirigente che il Paese abbia mai avuto (quella degli ultimi vent’anni) vuole denegare.

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