Il chiacchiericcio.
Il chiacchiericcio che si fa sul cinema italiano ha costretto finanche i redattori della newsletter del Mibac (il ministero che per delega si occupa, tra le tante altre cose, di cinema e retto dall’On. Sandro Bondi) a scrivere quanto segue.
Segno che di cose se ne sono dette tante e non sempre a proposito.
“Negli ultimi giorni, gli organi di informazione hanno dato spazio a un dibattito composito e interessante a proposito del sostegno pubblico al Cinema italiano. Tra notizie, dichiarazioni e commenti diffusi dagli organi di informazione, però si incontrano imprecisioni, disattenzioni e anche, purtroppo, omissioni evidenti da parte di alcune testate giornalistiche.
A questo proposito, per chiarezza e completezza di informazione, riteniamo utile segnalare il servizio pubblicato da Cinemagazine, rivista del Sindacato giornalisti cinematografici italiani, intitolato “2005 – 2009 Una stagione con il sostegno del MiBac”, pubblicato anche nel sito internet www.cinegiornalisti.com.
Il bilancio pubblicato dalla rivista è frutto di un’accurata e fedele elaborazione dei dati pubblicati regolarmente nel sito internet della direzione generale per il Cinema, che divulga con criteri di trasparenza le delibere della commissione per la Cinematografia e le relazioni annuali sul sostegno alla produzione cinematografica. Vale la pena di ricordare che le stesse notizie riguardanti le delibere della commissione, consultabili da parte di chiunque, vengono trasmesse alla Corte dei conti per la loro registrazione, prevista dalle norme vigenti.
E’ utile anche sottolineare come, a differenza di quanto letto in alcune dichiarazioni e articoli di stampa, la produzione cinematografica sia l’unico ambito dello spettacolo a non ricevere finanziamenti a fondo perduto da parte dello Stato, che a suo favore eroga solo contributi per i quali vige l’obbligo della restituzione, ove il film riporti proventi (incassi sala, diritti video, diritti televisivi…).
A proposito degli incassi indicati nel servizio di Cinemagazine, riportati sulla base dei dati Cinetel, occorre segnalare che gli stessi riguardano esclusivamente i proventi derivanti dal botteghino, ma non quelli relativi alla vendita dei diritti televisivi, all’home video, alle vendite estere e ai nuovi media (internet, telefonia mobile…).
Per quanto riguarda i ritorni economici degli investimenti pubblici, va ricordato che gli incassi indicati sono lordi e comprendono le imposte versate al fisco. Per esempio, su 10 milioni incassati dal film, 1 entra nelle casse dello Stato. In più, allo Stato arrivano altri introiti fiscali dalle spese effettuate per la produzione del film, dai contributi lavorativi e anche dalla tassazione sul lavoro degli addetti.
E ancora, non sono riscontrabili i dati riguardanti gli effetti benefici della realizzazione dei film sull’economia del territorio in cui sono girati, ad esempio attraverso il fenomeno del cineturismo, in costante crescita negli ultimi anni.
Così come non sono quantificabili numericamente i risultati in termine di ritorno di immagine del Paese, grazie ai successi internazionali conseguiti dai film italiani.”
Fonte: MiBAC 21.09.2009