“La vostra cultura è la forza. La nostra forza è la cultura”
L’anno politico nazionale sta per chiudersi con i cento cortei di studenti medi e universitari che inondano le piazze contro la vituperata cosiddetta riforma Gelmini.
Il corteo romano, aperto dagli studenti medi che sfilano con le mani alzate e dipinte di bianco, recita “La vostra cultura è la forza. La nostra forza è la cultura”, slogan semplice, efficace e condivisibile. Vieppiù quando il capogruppo alla Camera del partito di maggioranza – notoriamente ex fascista che di manifestazioni ne ha fatte tante in epoche lontane – chiede addirittura gli arresti preventivi, una roba che nemmeno nel Cile di Pinochet ebbero il coraggio di prevedere.
Io non ho letto il testo di legge, ma so che ogni cittadino si forma nel contesto familiare e in quello sociale e che, se sono quel che sono in grado di essere oggi, lo devo anche alle lotte studentesche, alla condivisione di obiettivi e orizzonti alti che ho potuto vivere da ragazzo.
La politica diventa più bella quando si fa lotta collettiva, quando unisce le vertenze e le riassume in uno slogan intelligente che rende nudo il re.