Una generazione al bilancio
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Damiano Russo, ragazzo gentile del cinema italiano, è il centro di bellissimi cerchi di vita. Il primo, il più importante è formato dalle otto persone che hanno ricevuto i suoi organi “vitali”. Ha donato tutto di sé, è morto per un trauma cranico, forse bastava poco così e l’avrebbe scampata quando è caduto dalla sua Honda impattando con un auto che usciva da un passo carrabile sulla via Prenestina. Ma così non è stato. La strada, le traiettorie delle moto e il fato hanno leggi inesorabili e questi giorni ce l’hanno insegnato. E’ stata aperta un’indagine per omicidio colposo, era doveroso farlo.
Nella chiesa dell’Annunciazione nel quartiere Poggiofranco di Bari, il giorno del suo funerale gremito da un migliaio di persone, Damiano Russo è il centro di un altro cerchio che lo piange, sorride a ricordarlo e lo commemora dall’altare con le bellissime parole di Delia che parla per i compagni di scuola dell’Istituto Margherita. E un altro cerchio in lacrime, più in là è composto dai colleghi attori della serie tv “Liceali”, prima e seconda serie. Attoniti, avevano ricevuto una mail da Damiano solo giovedì che li chiamava a raccolta, per una rimpatriata. Appuntamento per domenica. E domenica si sono visti sì ma per commemorarlo al teatro Valle. Perché Damiano era così, amava sentire tutti intorno, da lui partivano gesti d’amore e in questa piccola chiesa che non basta per tutti, in tanti sono qui a restituirglieli.
Stanno accanto alla mamma Rosamaria, al papà Girolamo e alla sorella Luciana che, a un certo punto della funzione, va a dar manforte al coro che non ce la fa. Tutti sono qui a prendere e portare un po’ di Damiano con sé, che vuol dire gentilezza, disponibilità, caparbietà nel proprio lavoro, studio, applicazione, modestia. Un esempio, un piccolo amuleto da portare sul cuore da questo momento in poi. E c’è un altro cerchio, ancora, quello degli attori di “Tutto l’amore che c’è” di Sergio Rubini, nati con quel film come attori, registi, operatori culturali. Michele Venitucci, Pierluigi Ferrandini, Antonio Lanera, Marcello Introna, Francesco La macchia, Antonio Tuzza, che ricorda: “avevamo pensato una bella rimpatriata a dieci anni dal film ma c’è sfuggita per un pelo”.
C’è chi fa il cinema in Puglia, ci sono il presidente e il direttore dell’Apulia Film Commission, Oscar Iarussi e Silvio Maselli, i registi Francesco Lopez, Roberto De Feo, l’attore Fabrizio Buompastore, il responsabile casting Lello Petrone. Ed è prematuro tempo di bilanci. Di guardarsi un po’ persi, occhiali scuri contro occhiali scuri, ad accorgersi di aver perso già qualcuno per strada. Domattina, Damiano continuerà il suo viaggio, sarà sepolto in Calabria, a Cirò, accanto a suo nonno.
(Antonella Gaeta)
Fonte:La Repubblica