Diario
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12/07/2013

Il futuro è cinese

Attenzione a questi numeri…

“Continua a crescere a ritmo esponenziale il botteghino cinese. Nei primi sei mesi del 2013, il box office ha registrato un incasso totale di 1,79 miliardi di dollari, con un incremento del 36,2% rispetto al primo semestre 2012.

Il film con il maggiore incasso in Cina nel 2013 è stato, fino a questo punto, Journey to the West: Conquering the Demons (204 milioni di dollari), coproduzione tra Hong Kong e Cina. (Fonte: Hollywood Reporter)”

Fonte: Il Giornale dello spettacolo

 

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11/07/2013

Assurdo

Oggi una delegazione del cinema e della televisione italiana incontrerà i Ministri Bray e Catricalà (Vice Ministro Sviluppo economico) per chiedere l’immediato ripristino del plafond a disposizione del tax credit.

Prima fu la Legge Veltroni, non priva di enormi contraddizioni rispetto alla sua applicazione. Poi la Urbani, a introdurre il concetto che a finanziare l’audiovisivo nazionale, anche di pura matrice culturale e creativa, dovesse essere in prevalenza il mercato. Poi si affermò il tax credit che servì alle classi dirigenti succedutesi dal 2008 a oggi per taglieggiare pesantemente il Fondo Unico dello Spettacolo scaricando sui territori l’onere di sostenere (circa 40 sono i milioni investiti dalle regioni in audiovisivo) cinema e televisione in funzione attrattiva e sviluppista territoriale.

Ora, nonostante le promesse del Premier Letta, la copertura triennale del tax credit passa – con il decreto “fare” (sic!) – da 90 a 45 milioni di euro.
Vi rendete conto? Così stanno semplicemente decretando la fine del nostro cinema, la chiusura di centinaia di imprese creative indipendenti, la disoccupazione per una intera generazione, la fine di una storia.

Oggi i nostri delegati spiegheranno tutto questo alla politica. Se questa non capirà allora faremo da soli. E, sono certo, troveremo noi qui, nei territori, il modo di continuare a dare al Paese una voce e ai creativi la libertà di espressione che la Costituzione riconosce loro e la peggiore classe dirigente che il Paese abbia mai avuto (quella degli ultimi vent’anni) vuole denegare.

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10/07/2013

Cinema intelligente

Ieri sera, martedì 9 luglio, al cinema ABC di Bari, poco più di 100 posti a sedere discretamente scomodi, per l’inaugurazione della rassegna “Vacanze intelligenti” curata dal nostro Circuito di sale D’Autore, abbiamo registrato il sold out con circa 150 persone fuori.

Passava il film “Gli amanti del pont neuf” di Léos Carax in pellicola, grazie al nostro accordo con la Cineteca Lucana di Gaetano Martino.

Al tempo in cui chiudono i cinema per scarsità di pubblico, cosa ci insegna tutto ciò?
Che il futuro è nelle nicchie e che avere amore per il pubblico è l’unica soluzione. Altrimenti questo andrà su di un altro pianeta.

Fonti:

Vacanze intelligenti

D’Autore

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09/07/2013

Frontiere

Stiamo sulla frontiera.
Nuovi modelli di business stanno sottraendo spazio e ricchezza a precedenti modelli, ma non sono sufficienti a garantire ritorni al sistema di autori e editori.

Sicché a vincere sono i cantori superficiali della libertà della rete.
Ma liberi da cosa?
Sono forse liberi i due terzi di italiani privi di accesso alla rete?
E sono liberi davvero coloro i quali accedono – come me, come tutti – alle informazioni tramite un unico attore del mercato che guadagna aggregando contenuti altrui, senza però riconoscere nemmeno un centesimo ai reali proprietari e autori degli stessi?
E siamo liberi in un mondo dominato dai signori delle lobbies economiche con sede a Mountain View?

A me pare che stiamo entrando, anzi siamo già dentro, la più colossale operazione di trasformismo capitalistico della storia umana.
E chi grida alla libertà, solo perché può scaricare un file ‘torrent’, non ha capito di essere già dentro il meccanismo del dominio.

Perché una umanità senza nuovi contenuti, davvero liberi e non auto censurati dalla necessità di aderire al canone comune, è una umanità persa.

Fonti d’ispirazione:

AgCom

Tafter

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05/07/2013

Caro On. Presidente del Consiglio…

Caro Onorevole Presidente del Consiglio,
Dott. Enrico Letta,

desidero postarle questa semplice allarmata lettera di un produttore inglese* con il quale stiamo discutendo la possibilità di attrarre il suo film – un investimento superiore ai 7 milioni di euro – in Puglia, a proposito di cosa significhi confermare, rilanciare e stabilizzare il tax credit.
Come comprenderà, se non giungono da parte sua immediate rassicurazioni, l’Italia non perderà solo il proprio immaginario, la propria capacità creativa, ma soprattutto la sua credibilità internazionale.

Lascio a Lei ogni ulteriore capacità interpretativa.

Con stima

Silvio Maselli

Direttore generale Fondazione Apulia Film Commission e Presidente nazionale Associazione Italian Film Commissions

- – - -

Buongiorno Silvio,
I am sure you are obviously all aware of yesterday’s ‘tax credit’ announcement by the new Italian prime minister, Enrico Letta.
These are pretty shocking news, – in case this is indeed becoming a reality.
Our team is wondering though, if this is a government measurement kicking in with immediate effect, or is this meant for the beginning of 2014 or by the end of 2014 …?  Do you have any more precise information here?  You can imagine this would have a huge effect on our project, and in case the tax credit is axed now we might indeed have to consider taking “*****” to a different country.  Something we so not want to do!  But our investors are firmly sold on the tax credit benefit in Italy (or otherwise elsewhere for that matter). It’s part of the overall financing schedule …
BTW, I had a great conversation with our friend ***, who only had the very best to say about you guys, and also says hello.
Looking forward to hear back from you shortly, – hopefully with not too bad news.
Best,
***

*Per eleganza ometto di riportare qui, in sede pubblica, il nome del produttore. Ma se Lei, Onorevole Presidente del Consiglio, vorrà conoscerne le generalità, sarà un piacere fornirgliele riservatamente.

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02/07/2013

Sei anni.

Oggi sono sei anni che dirigo la Fondazione Apulia Film Commission.
Un ciclo entusiasmante in cui abbiamo imparato a fare cose che non immaginavamo nemmeno possibili.
Le start up istituzionali si iniziano da soli, ma si fanno in compagnia di professionisti dalla cui qualità dipende l’esito finale.
Senza i nostri magnifici ragazzi, una banda di professionisti in gamba, oggi non sarei così felice di dire che io sono stato parte di una storia importante.
Di cui parlano oggi manuali, tesi di laurea, giornalisti, critici. Ammirati da tanta efficienza e pulizia.
Si, perché questi sono i nostri valori fondativi e a questi ci richiamiamo ogni giorno, provando a migliorarci e rendere sempre migliore la nostra terra.

A tutti i lavoratori e le lavoratrici – presenti e passati – della Fondazione Apulia Film Commission, ai consulenti, ai due Consigli di Amministrazione che si sono succeduti con il Collegio dei revisori, ai Soci tutti, semplicemente grazie.

Ce n’est qu’un début, continuons le combat!

Silvio Maselli

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01/07/2013

Da tenere d’occhio

Amici che seguite questo diario, fate come me, tenete d’occhio il prof. Stefano Balassone e quel che scrive.
Se volete capire tramite il consumo di televisione cosa succede al Paese, leggetelo spesso.

Fonte:

Stefano Balassone

Un esempio:

Pubblicato su Europa il 1 luglio 2013

Ieri è stata la prima giornata di vero, pianificabile mare per gli italiani. Tutti di corsa a mostrare le carni chiare? Neanche per sogno: rispetto all’anno passato qualche milione in più ha deciso di restarsene a casa e di vedere la televisione. Magia del mezzo? Naturalmente no: questioni di temperatura. Un anno fa la minima stava sui 26° e la massima svettava ai 38°. E con quel caldo la fuga da casa era quasi un obbligo, tranne che per i nonni, tranquilli a casa con ventilatori e televisori. Mentre quest’anno la temperatura minima prevista era di 17° e si sapeva che la massima non avrebbe oltrepassato i 27°.
Aggiungete le ristrettezze economiche e la scelta è fatta: si sta a casa. E così ieri è massicciamente aumentata nei conti della tv la presenza dei giovani e degli adulti fino a cinquanta anni. Del resto si sa che la televisione non viene mai cercata di per sé, ma sempre e solo come scelta di default, una volta che le circostanze ti rinchiudano in casa.
Quale televisione hanno visto i bagnanti mancati? Essenzialmente Sky, complice sì il Gran Premio di formula Uno dall’Inghilterra, ma confermando peraltro il bilancio dell’ultimo anno: Sky sta sottraendo stabilmente agli altri più di un milione di spettatori giornalieri. Tant’è che ieri pomeriggio Mediaset e La7 hanno quasi chiuso bottega mentre la Rai, grazie a Rai1, e suscitando l’entusiasmo di nonne e zie, se l’è cavata solo con l’aiuto di Matrimoni e Pregiudizi, film di Gurinder Chada, del filone indiano (tipo Il Milionario) scoperto dagli angloamericani che in queste cose hanno l’occhio lungo dei dominatori del mercato.
Quando si dice “stare a casa a vedere la televisione”: ma quella degli altri! Ovviamente pagata tramite Murdoch o con quella fettina di canone che sarà servita alla Rai per comprare – come d’uso – un pacchettone di film d’oltre oceano. Un pomeriggio esemplare del soffocamento della industria audiovisiva italiana. E sì che ieri faceva anche fresco.

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21/06/2013

I tematici

Mentre i due consiglieri di amministrazione di area PD (Colombo e Tobagi) votano contro la programmazione Rai per la prossima stagione adducendo, tra i vari altri motivi, la debolezza della programmazione dei canali tematici su cui si sta spostando rapidamente il pubblico italiano in seguito alla introduzione del digitale terrestre universale; la lotta auditel produce morti e feriti.

Ecco a voi i dati:

Negli ascolti di maggio continua a vincere la Rai contro Mediaset, sia nel giorno medio sia in prima serata. Secondo i dati Auditel, viale Mazzini registra, rispettivamente, uno share del 40,43% (+0,5%) e del 41,64% (+1,6%), mentre il Biscione si ferma nel giorno medio al 31,48% (-0,6%) e al 32,72% (-1%) dalle 20.30 alle 22.30. Nello stesso periodo calano gli ascolti di La7 che, nel giorno medio, perde 0,8 punti (a quota 4,07%) e, in prima serata, scende a 5,32% (-0,7 punti). A tenere alti gli ascolti della tv pubblica è soprattutto RaiDue, che cresce nel giorno medio di 0,9 punti (7,38% di share) e in prime time dello 0,8%. A Cologno, invece, Canale 5 va bene di mattina con una punta di +0,8 punti, al 17,1% di share dalle 7 alle 9, ma perde poi dalle 15 alle 20.30 e anche dalla prima serata in poi (-0,5 punti). I canali tematici, secondo Starcom, crescono complessivamente, rispetto a maggio 2012, dell’11%, con il 35,9% di share nel totale giorno.

Fonte: Editoriale Duesse

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13/06/2013

Tatticismi.

Non sono sicuro che, se si votasse a suffragio universale, l’attuale Presidente della Commissione Europea signor Manoel Barroso, verrebbe eletto.
Di fatto egli non risponde alle esigenze delle popolazioni europee, ma solo ai mercati e alle lobby economiche.
La dimostrazione?

Eccola.

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12/06/2013

La Troika

Ho letto ieri un piccolo interessante libro della Einaudi di Ugo Mattei dal titolo “Contro riforme”.
Parla di come, parallelamente al ciclo neoliberista, la sinistra abbia fatto proprie le idee della destra economica, divenendo “riformista”.
E come le cosiddette riforme propugnate al popolo italiano siano in realtà delle contro riforme devastanti, che spogliano i beni comuni per spostare quote di reddito verso imprese multinazionali e poteri privati.
Fatto il paio con un altro libro che ho letto la scorsa settimana dal titolo “Chi tutto, chi niente” di Emanuele Ferragina, cervello economico in fuga a Londra, il racconto di questi anni è devastante.

La cosiddetta Troika ha fatto digerire ai popoli europei – al pari di quello che Bildeberg o FMI e Banca Mondiale hanno fatto ingoiare ai popoli di mezzo mondo – l’impoverimento delle masse a fronte dell’arricchimento di pochi ammanicati potenti. Che peraltro manco fanno bene il loro lavoro.

In tal senso la notizia dello spegnimento del segnale della TV pubblica greca a me sembra paradigmatica di una scelta folle e criminosa: togliere pluralismo, cioè voce a tutti, per darla solo a pochi editori multimilionari.
Leggetevi un libro epocale “Con lo stato o con il mercato” di Angelo Zaccone Teodosi e Francesca Medolago per i tipi di Mondadori di 11 anni fa per capire di cosa parlo.

Che un ente pubblico chiuda in passivo, non significa che si debba chiudere. Ma semmai risanare e moralizzare.
I privati oltre a non svolgere il servizio pubblico devono anche realizzare un utile. Ma come si fa a non capirlo?

Oppure lo sanno benissimo, loro.

A voi intanto la notizia cruda.

“Il Governo greco ha annunciato la chiusura temporanea della Ert, la radiotelevisione pubblica, che – alla mezzanotte di ieri – ha cessato le sue trasmissioni: i canali sono stati oscurati e il ripetitore principale situato su una montagna vicino ad Atene, è stato neutralizzato dalla polizia, secondo quanto riferito da fonti sindacali. L’operazione prevede il licenziamento di quasi 2.800 dipendenti e rientra nel piano di dismissioni imposto dalla Troika. Sarà creato un nuovo ente radiotv, non più a controllo statale e con meno personale. I dipendenti potranno presentare richiesta di riassunzione. La tv era amministrata male e costava agli utenti circa 300mln di euro all’anno.”

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