Cinema in Puglia

28 – LA COMPAGNA DI BANCO

28 – LA COMPAGNA DI BANCO di Mariano Laurenti con Lilli Carati, Lino Banfi, Alvaro Vitali, Gianfranco D’Angelo, Francesca Romana Coluzzi (Italia 1976) – col. – 85’

 

Simona, figlia di un ricco industriale, frequenta l’ultimo anno di liceo in un Istituto scolastico di Trani. Di lei si innamora Mario, suscitando l’invidia delle altre ragazze, le quali convincono Simona che il suo spasimante è un rubacuori che, dopo averle conquistate, è solito “mollare” le sue ragazze. Il film, girato a Trani sempre per la casa Dania, si allinea al modello del precedente Classe mista molto in voga nel decennio. Mariano Laurenti si avvalse anche in questa occasione di un gruppo di attori che sarebbero diventati incontrastati protagonisti della commedia sexy degli anni Settanta.

(v. att.)

27 – CLASSE MISTA

27 – CLASSE MISTA di Mariano Laurenti con Dagmar Lassander, Femi Benussi, Alvaro Vitali, Gianfranco D’Angelo (Italia 1975) col. – 90’

 

In un liceo di Trani insegna una professoressa di lettere, di cui si innamora Felice. Questi, accortosi della indifferenza della donna nei suoi confronti, si consola con la zia venuta dal Nord. L’occasione per stringere rapporti con la professoressa si offrirà quando l’uno e l’altra saranno vittime di un sequestro di persona e segregati in un trullo. Commedia sexy nel cui ramo si era specializzata la casa produttrice pugliese Dania, che in questo campo realizzò una piccola serie fortunata di commedie leggere a metà degli anni Settanta. Alcuni di questi film furono diretti da Mariano Laurenti, regista specializzato in questo genere “posciadistico”, del quale si ricordano, fra i tanti film da lui girati, Quel gran pezzo dell’Ubalda tutta nuda e tutta calda,  e poi, nel ramo “scolastico” La compagna di banco, Classe mista, L’insegnante va in vacanza, La liceale seduce i professori, Pierino torna a scuola. Classe mista fu girato a Trani.

(v. att.)

26 – FLAVIA, LA MONACA MUSULMANA

26 – FLAVIA, LA MONACA MUSULMANA di Gianfranco Mingozzi con Florinda Bolkan, Maria Casarès, Claudio Cassinelli, Laura De Marchi (Italia 1974) – col – 100’

 

Per risentimento verso la famiglia che l’ha costretta a prendere i voti, Flavia si allea con Achmed, capo delle truppe musulmane che sul finire del quindicesimo secolo sbarcarono a Otranto mettendola a ferro e fuoco. Ma quando i saraceni ritornano in patria, Flavia è abbandonata alla vendetta della sua gente come “collaborazionista”. Il sacco di Otranto con i suoi martiri cristiani costituisce lo sfondo storico di questo film il cui personaggio centrale si ispira all’ideologia femminista ampiamente dibattuta in quegli anni. Gianfranco Mingozzi, regista di vasta esperienza nel campo del documentario, autore anche di pregevoli film come Sequestro di persona, La vela incantata, Il frullo del passero, è noto particolarmente per Flavia, la monaca musulmana girato a Trani e Ostuni.

(v. att.)

25 – BIANCHI CAVALLI D’AGOSTO

25 – BIANCHI CAVALLI D’AGOSTO di Raimondo Del Balzo con Renato Cestiè, Jean Seberg, Frederick Stafford, Ciccio Ingrassia – (Italia 1974) col. – 95’

 

Il piccolo Barny si reca con i genitori sul Gargano per trascorrervi le vacanze estive. Qui stringe amicizia con Pasqualino, inserviente dell’albergo dove alloggia con la famiglia. La crisi matrimoniale dei genitori, che per questo motivo trascurano il figlioletto, si ricomporrà quando un brutto incidente metterà in pericolo la vita di Barny. Classico film sull’infanzia, Bianchi cavalli d’agosto fu realizzato in un periodo in cui questo genere cinematografico stava avendo un suo piccolo revival, grazie anche al regista di questo film, Raimondo Del Balzo, che aveva già realizzato Ultima neve di primavera, girato l’anno prima, e successivamente avrebbe firmato Prime foglie d’autunno. Il film fu ambientato a Pugnochiuso, di cui sono felicemente rappresentati gli splendidi paesaggi naturali.

(v. att.)

24 – ALLONSANFAN

24 – ALLONSANFAN di Paolo e Vittorio Taviani con Marcello Mastroianni, Lea Massari, Mimsy Farmer, Claudio Cassinelli (Italia 1974) – col. – 115’

 

Nel clima della Restaurazione conseguente al congresso di Vienna, il nobile Fulvio Imbriani, che aveva abbracciato la causa rivoluzionaria, da ex giacobino ed ex ufficiale napoleonico finisce col tradire ripetutamente quelli che furono suoi compagni di lotta e la causa della rivoluzione neogiacobina. Grande affresco storico sull’Italia del primo Ottocento, il film dei fratelli Taviani (Padre padrone, Il prato, La notte di San Lorenzo), fra i maggiori e più noti registi italiani, dopo l’analogo San Michele aveva un gallo girato qualche anno prima, costituì una svolta nella rappresentazione del passato del nostro Paese. Girato spesso in ariosi esterni sullo sfondo di bellissimi paesaggi, Allonsanfan, per qualche scena ebbe come set alcune località dell’agro della Murgia.

(v. att.) 

23 – IL SAPROFITA

23 – IL SAPROFITA di Sergio Nasca con Al Claver, Valeria Moriconi, Leopoldo Trieste (Italia 1973, col. 100’)

 

Come l’organismo vegetale omonimo, così l’ex seminarista di estrazione borghese, cresciuto nell’ ambiente in decomposizione di una famiglia allo sfascio di una cittadina meridionale (che è poi la brindisina Ostuni) fa presto a trasformarsi in magnaccia e assassino. Il film segna l’esordio di Sergio Nasca, che viene dal clan di Bellocchio (e si vede) con l’ansia di profanare la famiglia e di contestare l’educazione clericale.

(a. m.)

22 – POLVERE DI STELLE

22 – POLVERE DI STELLE di Alberto Sordi con Monica Vitti, Alberto Sordi, John Philip Law (Italia 1973) – col. – 140’

 

Nell’immediato dopoguerra una piccola compagnia teatrale di avanspettacolo, capeggiata da Mimmo Adami e Dea Dani, è alla continua ricerca di una scrittura presso qualche teatrino di provincia. La grande occasione viene loro con l’invito a rappresentare, al Teatro Petruzzelli di Bari, uno spettacolo destinato alle forze armate alleate appena sbarcate in Italia. Il successo fa nascere la speranza, subito delusa, di poter proseguire con ingaggi sempre più grossi. Per il suo sesto film come regista Alberto Sordi scelse un soggetto che gli offrì l’occasione per descrivere una delle forme di intrattenimento più popolari, l’avanspettacolo appunto, che ebbe larga diffusione negli anni Quaranta e Cinquanta e che fu il trampolino di lancio per molti nostri attori comici. Secondo il copione le scene relative alla rappresentazione teatrale furono girate nel teatro Petruzzelli, che poco meno di vent’anni dopo sarebbe stato distrutto dalle fiamme, sicché il film di Sordi è, con Giselle e Il giovane Toscanini, una preziosa testimonianza del teatro barese.

(v. att.)

21 – NON SI SEVIZIA UN PAPERINO

21 – NON SI SEVIZIA UN PAPERINO di Lucio Fulci con Tomas Milian, Florinda Bolkan, Irene Papas (Italia 1972, col, 110’)

 

Nei titoli di coda non figura nemmeno la citazione della location della cittadina garganica di Monte S. Angelo, un luogo che ben si prestava per ambientare a una storia di sottocultura superstiziosa tra donne dissolute, fattucchiere, pedofili e serial killer. A girare questa pellicola rurale in chiave antropologica è il prolifico e poliedrico artista romano Lucio Fulci (1927 – 1996) che ha attraversato a passo di carica quattro decenni di cinematografia “minore” all’insegna di un gusto barocco e survoltato che resta un po’ la sua cifra. Il film è anche il primo prodotto dalla casa di produzione Medusa film.

(a. m.)

20 – LA RAGAZZA CON LA PISTOLA

20 – LA RAGAZZA CON LA PISTOLA di Mario Monicelli con Monica Vitti, Stanley Baker, Carlo Giuffré, Tiberio Murgia, Aldo Puglisi (Italia 1968) – col. – 102’

 

Assunta, una bella giovane siciliana, viene sedotta da Vincenzo, il quale temendo di dover “riparare” col matrimonio, fugge a Londra, dove qualche tempo dopo lei si trasferisce  armata di una pistola e decisa a vendicarsi. A contatto con una nuova e più evoluta realtà, Assunta  rinuncia ai suoi propositi di vendetta. Secondo e più riuscito film di Mario Monicelli realizzato in Puglia (alcune scene furono girate a Polignano a Mare). La ragazza con la pistola è un significativo esempio di film ispirato al profondo rivolgimento dei costumi che stava interessando il nostro Paese nonché uno fra i più riusciti esemplari della commedia all’italiana. Ebbe la nomination all’Oscar come miglior film straniero.

(v. att.)

19 – NOSTRA SIGNORA DEI TURCHI

19 – NOSTRA SIGNORA DEI TURCHI di Carmelo Bene con Lydia Mancinelli, Carmelo Bene, Ornella Ferrari, Salvatore Siniscalchi (Italia 1968) – col. – 124’

 

Fantasie e visioni interiori di un giovane meridionale, in cui ricorrono alcuni episodi storici lontani nel tempo che coinvolsero le terre pugliesi, come lo sbarco e la successiva strage compiuta dai turchi a Otranto nel 1480, ma anche reminiscenze più vaghe, sempre legate comunque al Salento. Il film fu il secondo (dopo Hermitage) della breve stagione cinematografica di Carmelo Bene, successiva al suo clamoroso esordio nel teatro italiano d’avanguardia dei tardi anni Cinquanta. Di lui si ricordano pure Salomé, Capricci, Don Giovanni e Un Amleto in meno. Privo di un filo narrativo, Nostra Signora dei Turchi è svolto sulla libera associazione di sensazioni e riflessioni secondo lo stile caratteristico dell’attore-regista. Le bellissime immagini, ricche di fervida immaginazione, sono un omaggio alla terra salentina, in particolare a Otranto, dove Nostra Signora dei Turchi  fu girato.

(v. att.)

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