Cinema in Puglia

18 – IL TRAMONTANA

18 – IL TRAMONTANA di Andrea Barbano con Flavio D’Autilia, Brizio Montinaro, Tucci Cavallo, Aladino Ingrosso (Italia 1965) – b/n – 84’

 

Il figlio di una famiglia povera, Flavio, soprannominato il Tramontana, viene affidato ai monaci di un convento dai genitori costretti ad emigrare e impossibilitati a portarselo con loro. Per non rivelargli la verità essi fanno credere al ragazzino che l’affidamento sia causato dalla sua eccessiva vivacità. Il film del salentino Andrea Barbano, primo e ultimo da lui girato come lungometraggio dopo avere realizzato alcuni corti, fu l’antesignano di un cinema che soltanto molto tempo dopo si sarebbe imposto come esempio di una cinematografia pugliese. Girato con pochi mezzi e con attori non professionisti il film ebbe l’attenzione che meritava da parte della critica alla prima Mostra Internazionale del nuovo Cinema di Pesaro (1965). Il Salento, con Castri di Lecce, Cavallino e Maglie, costituì il set de Il Tramontana.

(v. att.)

17 – CASANOVA ’70

17 – CASANOVA ’70 di  Mario Monicelli con Marcello Mastroianni, Enrico Maria Salerno, Margaret Lee, Virna Lisi (Italia.Francia 1965) col. – 102’

 

Semicomiche disavventure di un ufficiale italiano distaccato presso la NATO, che viene accusato dalla sua amante di scarsa virilità. L’accusa sarà poi smentita dalle numerose relazioni dell’ufficiale con altre donne, tutte concluse con successo. Film realizzato nel pieno della stagione della commedia all’italiana e firmato da uno dei suoi maestri, Mario Monicelli (Guardie e ladri, I soliti ignoti, La grande guerra, Amici miei e tanti altri di grande successo). Casanova ’70, nonostante la scarsa considerazione critica con cui venne accolto, fu candidato per la sceneggiatura all’Oscar per il miglior film straniero, mentre insieme con Marcello Mastroianni come miglior attore, Monicelli vinse con Casanova ’70 il premio per la migliore regia al Festival di San Sebastian. Alcuni esterni furono girati a Conversano.

(v. att.)

16 – IL VANGELO SECONDO MATTEO

16 – IL VANGELO SECONDO MATTEO di Pier Paolo Pasolini con Enrique Irazoqui e Margherita Caruso (Italia 1964) – b/n – 137’

Il Vangelo è fra i più noti film di Pasolini, girato dal nostro scrittore-regista sulla traccia delle Sacre Scritture. La storia è quella della nascita, vita, morte e resurrezione di Gesù, secondo lo schema narrativo del cinema cristologico. La novità di questo film consiste nel suo carattere religioso e insieme laico, tipico del dibattito culturale svoltosi in Italia negli anni sessanta, ispirato al Concilio Vaticano II. Il vangelo secondo Matteo fu realizzato in diverse località, senza seguire una traccia geografica precisa. Infatti l’ipotesi di girarlo negli stessi luoghi dove duemila anni fa si svolsero i fatti si rivelò impraticabile a causa del profondo mutamento che aveva subito nel corso del tempo il paesaggio della Palestina. Di qui la decisione di girarlo nell’Italia meridionale (i Sassi di Matera). Per quanto riguarda la Puglia furono Manduria e il castello di Gioia del Colle le località scelte per alcune scene (Gioia del Colle per quanto riguarda l’episodio di Erode e Salomé).

(v. att.)

15 – I BASILISCHI

15 – I BASILISCHI di Lina Wertmüller con Toni Petruzzi, Stefano Satta Flores, Sergio Ferranino (Italia 1963) – b/n – 85’

 

I basilischi sono i giovani di un paesino del Sud, che passano le giornate fingendo di studiare e rimandando a migliore occasione quanto potrebbero realizzare subito. Al centro della storia vi sono Antonio e Francesco, il primo dei quali, quando si presentala la possibilità di trasferirsi a Roma, vi rinuncia per restare nel suo paese. Il film è un ritratto ironico e sarcastico su modi di vita e sui costumi meridionali fortemente legati alla tradizione. Fu l’opera prima di Lina Wertmüller, che in seguito avrebbe rivolto ancora la sua attenzione al Meridione (Io speriamo che me la cavo, Sabato, domenica e lunedì, Ninfa plebea). Gli esterni sfruttano abilmente i bei paesaggi appulo-lucani e le cittadine di Andria, Spinazzola, Minervino e Palazzo San Gervasio, dove fu interamente girato con interpreti improvvisati e con qualche attore professionista (Stefano Satta Flores).

(v. att.)

14 – MACISTE ALL’INFERNO

14 – MACISTE ALL’INFERNO di Riccardo Freda con Kirk Morris (Adriano Bellini), Donatella Mauro (Italia 1962, col. ’90)

 

Le grotte della cittadina barese di Castellana hanno fatto da sfondo ad altre pellicole. A cominciare dal gigante buono Maciste che inizia la sua carriera nel periodo del cinema muto e ripresa qui da Riccardo Freda (1909 – 1999): più e meglio dei confratelli Ercole & C., Maciste rappresenta l’idealizzazione assoluta dell’eroe positivo: coraggio, generosità, schiettezza al servizio di una storia che vede Maciste soccorrere e salvare dalle fiamme una giovane ritenuta una strega e condannata al rogo. Le sequenze infernali non potevano trovare migliore scenario naturale della famose Grotte di Castellana.

(a.m.)

13 – ANNI RUGGENTI

13 – ANNI RUGGENTI di Luigi Zampa con Nino Manfredi. Gino Cervi, Salvo Randone (Italia 1962, b/n 110’)

 

Ispirato a L’Ispettore Generale di Gogol, questo film, girato a Ostuni, rientra nel novero della commedia italiana che, all’inizio degli anni Sessanta, rivisita il Ventennio fascista. Il film di Zampa racconta con impietosa ironia la storia di un paese senza morale, riuscendo a far ridere dei tic, delle disgrazie e delle manie degli italiani attraverso le vicende di un assicuratore scambiato dagli abitanti della cittadina pugliese per un gerarca in incognito e dunque trattato e ossequiato come un semidio, fino alla sua malinconica scoperta. Grande prova attoriale di Nino Manfredi e di una compagnia di ottimi interpreti, tra cui spicca Salvo Randone.

(a.m.)

12 – I CANNONI DI NAVARONE

12 – I CANNONI DI NAVARONE  (The guns of Navarone) di Jack Lee Thompson con Gregory Peck, Anthony Quinn, David Niven, Irene Papas (USA 1961) col. – 157’

 

Durante la seconda guerra mondiale un commando di partigiani deve impossessarsi di due grossi cannoni tedeschi che cercano di sbarrare il passo alle navi inglese dirette all’isola di Kyros. La missione andrà a buon fine. Grossa produzione hollywoodiana con un cast di alto livello, come è prassi di questo tipo di film realizzato con grande ricchezza di mezzi e destinato ad un altrettanto grande successo di pubblico. Fu candidato a sette Oscar (ne vinse soltanto uno, quello per gli effetti speciali). Parte degli esterni fu girata alle Isole Tremiti, per la loro somiglianza con quelle greche. Jack Lee Thompson è autore di molti film inglesi e americani di successo (Frontiera a Nord Ovest, Il promontorio della paura, L’oro dei MacKenna e molti altri ancora)

(v. att.)

11 – LA LEGGE

11 – LA LEGGE di Jules Dassin con Yves Montand, Gina Lollobrigida, Marcello Mastroianni (Italia-Francia 1958) – b/n – 126’

 

La legge cui si richiama il titolo è quella vigente in un paesino meridionale, e consiste in un gioco nel quale chi perde deve sottostare ad una serie di umiliazioni da parte del vincente. È la stessa legge che impera in un paese nel quale a farla da padrone è un signorotto con i suoi accoliti. Il film, frutto di una co-produzione franco-italiana secondo una prassi corrente negli anni Cinquanta, fu girato dal regista americano Jules Dassin (Forza bruta, Città nuda, I trafficanti della notte, Rififi), trasferitosi in Europa in seguito alle discriminazioni maccartiste di cui erano rimasti vittime negli USA i cineasti sospettati di simpatie comuniste. In Italia Dassin realizzò La legge prima di sistemarsi definitivamente in Grecia. Nonostante il grosso cast internazionale, il suo film non ebbe molto successo. Il paese immaginario di Porto Manacore dove si svolgono i fatti narrati è in realtà Peschici e Rodi Garganico, località in cui il film fu girato.

(v. att.)

10 – GAMBE D’ORO

10 – GAMBE D’ORO di Turi Vasile con Totò, Rosario Borelli e Memmo Carotenuto (Italia 1958, b/n, 109’)

 

Tra i pochi film ambientati a Foggia e provincia, Gambe d’oro appartiene al piccolo filone della commedia calcistica che ha avuto epigoni come Majano, Comencini e Puccini. I tempi sono ancora quelli di quando il gioco del calcio aveva una sua connotazione solo sportiva e romantica. La storia gira attorno al tentativo (poi rientrato, anche per motivi sentimentali) di cessione di due bravi calciatori della squadra del Cerignola ad un industriale milanese. Musicato da Lelio Luttazzi, il film del regista Turi Vasile (qui pure sceneggiatore e in seguito, anche scrittore e produttore) è vincitore dell’Ulivo d’oro al festival del film comico e umoristico di Bordighera.

(a.m.)

9 – IL FIGLIO DELL’UOMO

9 – IL FIGLIO DELL’UOMO di Virgilio Sabel con Eugenio Valenti e Fiorella Mari (Italia 1954) – col. – 75’

Storia della vita di Gesù, dalla nascita alla morte, alla resurrezione. Il film fu prodotto dalla “San Paolo Film”, casa di distribuzione di pellicole per il circuito alternativo dei circoli del cinema cattolici. Inizialmente Virgilio Sabel – regista apprezzato di alcuni documentari, qui alla sua prima prova nel campo del lungometraggio – avrebbe dovuto girare un cortometraggio centrato soltanto sulla Passione, ma nel corso della lavorazione pensò di ampliare la materia narrativa e di inserire la parte realizzata in un vero e proprio film di più ampie proporzioni sull’intera vita di Gesù. Pur non potendo fare affidamento su un budget adeguato, Sabel seppe tuttavia trarre il miglior partito dalle scarse risorse finanziarie messe a disposizione. Il film, a parte Fiorella Mari, attrice professionista di origine sudamericana, fu interpretato da pescatori di Peschici e da contadini di Rodi Garganico, dove furono girati gli esterni.

(v. att.)

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