Cinema in Puglia

9 BIS – IL PREZZO DELLA GLORIA

IL PREZZO DELLA GLORIA di Antonio Musu, con Gabriele Ferzetti, Eleonora Rossi Drago, Pierre Cressoy, Mike Bongiorno, Fiorella Mari (Italia 1956)

Fra il comandante del cacciatorpediniere Sagittario e il primo ufficiale non c’è accordo. Ma quando il primo viene ferito, l’altro conclude felicemente una pericolosa missione. Film nel solco di quelli sull’ambiente della Marina Militare Italiana girati nello stesso decennio da Francesco De Robertis e Duilio Coletti. Anche questo, dunque, era centrato sugli stessi motivi dei più noti film dei citati registi: dovere e disciplina militare, eroismo quotidiano, esaltazione dei sani valori della tradizione. Interpretato da un cast di prim’ordine (fra gli altri c’è anche Mike Bongiorno in uno dei pochissimi ruoli al di fuori del suo personaggio televisivo), Il prezzo della gloria fu diretto da Antonio Musu, sceneggiatore e produttore nonché autore, come regista, soltanto di un altro film, Totò e Marcellino, di due anni dopo. Girato a Taranto, location ideale per questo tipo di film.
(v. att.)

8 – DONNE SENZA NOME – LE INDESIDERABILI

8 – DONNE SENZA NOME – LE INDESIDERABILI di Geza von Radvanyi con Simone Simon, Vivi Gioi, Gino Cervi (Italia 1950) – b/n – 90’

 

Nell’immediato dopoguerra fu allestito ad Alberobello un campo-profughi dove venivano raccolti gruppi di donne appartenenti a diverse nazionalità europee. In Donne senza nome sono narrate le vicende una giovane vedova jugoslava in attesa di un bambino insieme con altri episodi che hanno come protagoniste alcune donne provenienti da varie parti d’Europa. Nonostante la singolarità del paesaggio di Alberobello, il film è del tutto esente da tentazioni folkloristiche. La scelta della cittadina pugliese fu dettata da esigenze di  ambientazione reale, tipiche del cinema neorealista. L’autore del film era un regista ungherese (fratello dello scrittore Sandor Marai), attivo anche nel cinema tedesco, che tre anni prima delle Indesiderabili aveva realizzato È accaduto in Europa, uno dei film più rilevanti sull’infanzia abbandonata del dopoguerra.

(v. att.)

7 – IL GRIDO DELLA TERRA

7 – IL GRIDO DELLA TERRA di Duilio Coletti con Andrea Checchi, Marina Berti, Luigi Tosi (Italia 1948) – b/n – 90’

 

Subito dopo la fine della guerra, un gruppo di ebrei scampati ai campi di concentramento tenta di raggiungere clandestinamente la Palestina, dove è in corso la guerriglia fra pattuglie di partigiani della causa ebraica e truppe inglesi di occupazione. Il film affronta per la prima volta uno dei problemi politici internazionali più rilevanti nel dopoguerra. La sua realizzazione, contemporanea alla soluzione della questione palestinese, è a suo modo un esempio di cinema in diretta, influenzato evidentemente dal coevo neorealismo. Il campo di raccolta dei profughi ebrei che era stato effettivamente allestito a Palese, frazione del capoluogo pugliese e sede del suo aeroporto, fu l’ambiente reale della prima parte del film fino all’imbarco clandestino degli ebrei. Alcuni esterni ambientati in un centro abitato della Palestina furono girati nella città vecchia di Bari. Duilio Coletti, regista del film, aveva iniziato la sua attività nel 1939 con Il fornaretto di Venezia e avrebbe poi firmato alcuni interessanti film fra gli anni Cinquanta e Sessanta (Il lupo della Sila, I sette dell’Orsa maggiore, Il re di Poggioreale).

(v. att.)

6 – FANTASMI DEL MARE

6 – FANTASMI DEL MARE di Francesco De Robertis con Raf Pindi, Anna Arena, Nicola Morabito (Italia 1948) – b/n – 95’

 

L’ufficiale della Marina Militare, Capo Arena, già comandante di una nave in disarmo, rievoca un episodio dell’8 settembre del 1943, quando, al comando della stessa nave, sulla quale era imbarcato suo figlio, dovette prendere una drammatica decisione circa le sorti dell’equipaggio militare di cui era responsabile. Dopo la guerra e in concomitanza col già affermato neorealismo, Francesco De Robertis dedica il suo quarto film al mondo della marina militare, ricostruendo con aderenza alla realtà e senza retorica un periodo particolarmente drammatico dell’ultima fase della seconda guerra mondiale. Per questo film il regista utilizzò attori poco conosciuti, fra i quali Raf Pindi (originario della Puglia). Fantasmi del mare fu interamente girato in un set allestito nell’Arsenale Militare di Taranto.

(v. att.)

5 – L’ATLETA DI CRISTALLO

5 – L’ATLETA DI CRISTALLO di William Bird (Enzo Fiermonte) con Enzo Fiermonte,  Marisa Vernati, Peppino Spadaro  (Italia 1946) – b/n – 72’

 

Un pugile decide di ritornare sul ring, dopo essersene ritirato a causa della sua salute compromessa, per aiutare una donna di cui era stato innamorato. Ma lo sforzo dell’ultimo incontro pugilistico gli sarà fatale. Girato nell’immediato dopoguerra, L’atleta di cristallo è un film in cui Enzo Fiermonte (che lo firma con lo pseudonimo di William Bird) trae spunto da alcune sue esperienze autobiografiche, essendo stato pugile in gioventù prima di iniziare l’attività cinematografica come attore di un certo successo negli anni a cavallo dei Quaranta. Il film, che il suo regista/attore aveva voluto fortemente, era il risultato di una forma di produzione improvvisata e ciò nocque alla sua circolazione, che fu molto incerta. L’atleta di cristallo fu girato per gli esterni e in parte anche per gli interni a Bari, città natale di Enzo Fiermonte.

(v. att.)

4 – LA NAVE BIANCA

4 – LA NAVE BIANCA di Francesco De Robertis con attori non professionisti (Italia 1941) – b/n – 74’

 

Nel corso della seconda guerra mondiale sulla nave ospedaliera “Arno” vengono trasferiti alcuni marinai feriti durante un’azione bellica. Uno di loro ha una corrispondenza con una crocerossina, madrina di guerra. La nave bianca, ritenuto anticipatore del neorealismo, fu diretto da un alto ufficiale della Marina Militare, Francesco De Robertis, nativo di San Marco in Lamis, che avrebbe dedicato poi gran parte della sua filmografia al mondo militare della marina. Il film fu supervisionato da Roberto Rossellini, che quattro anni dopo avrebbe dato inizio al nuovo cinema postbellico in Italia, appunto il neorealismo (ma non si è mai chiarita la natura della sua collaborazione al film di De Robertis). Gli esterni furono realizzati nel porto di Taranto, che di lì a poco sarebbe stato uno dei bersagli principali di attacchi aerei nemici.

(v.att.)

3 – IDILLIO INFRANTO

3 – IDILLIO INFRANTO di Nello Mauri con Ida Mantovani e Filippo Ilbello (Italia 1931) – b/n – 53’

Terzo (e ultimo) dei film muti girati in Puglia, Idillio infranto nacque come produzione indipendente e la sua lavorazione ebbe inizio nel 1930, quando nella nostra cinematografia si era ormai imposto il cinema sonoro. Si tratta perciò di un film anacronistico, destinato ad una circolazione molto precaria, quale in effetti ebbe prima di sparire. L’unica copia fu conservata nella casa del produttore Orazio Campanella, un ricco possidente di Acquaviva delle Fonti, dove fu ritrovata una ventina d’anni fa circa. In occasione della realizzazione del film, Campanella creò l’ “Apulia Film”, che ebbe vita altrettanto breve. Regista di Idillio infranto fu Nello Mauri e il ruolo di protagonista femminile fu affidato a Ida Mantovani, unica professionista in un cast formato da attori dilettanti. Il film è la storia di un amore contrastato da ragioni di classe fra la figlia di un contadino – che poi andrà sposa ad un fattore – e il figlio di ricchi proprietari terrieri. La campagna pugliese della Murgia, fra Cassano, Acquaviva e Santeramo, con alcuni scorci cittadini di Bari, vi fa da sfondo.

(v. att.)

P.s.

Di Idillio infranto esiste una copia in 35mm depositata presso la Cineteca Nazionale da Angelo Amoroso D’Aragona, regista e animatore culturale barese, che ha meritatamente recuperato da una cassapanca i positivi originali e li ha salvati dall’incuria e dall’oblio. (s.m.)

2 – L’INTRUSA

2 – L’INTRUSA di C. Louis Martini con Pina Serena (Italia 1927) – b/n

 

Quattro anni dopo la realizzazione di Maria…viene a Marcello la “Garganica Film” mise in cantiere un secondo film, l’ultimo della sua breve ed effimera stagione di cui si sa ben poco; allo stato delle cose infatti non è stata reperita alcuna copia delle due pellicole da essa prodotte. Anche in questo secondo film ricorrono alcuni nomi presenti nel primo, come quello del regista e dell’operatore. L’intrusa ha un secondo titolo, Una straniera a San Menaio. Secondo quando suppone Vittorio Martinelli, autore con Aldo Bernardini di un monumentale repertorio del cinema italiano muto, il sottotitolo farebbe pensare ad un film di chiara impronta turistica, un richiamo per il pubblico che non conosceva ancora le bellezze naturali di una località, come San Menaio, che solo in seguito sarebbe stata meglio reclamizzata.

(v. att.)

1 – MARIA…VIENE A MARCELLO

1 – MARIA…VIENE A MARCELLO di Jovine con Liana Vittori e Gennaro Sebastiani (Italia 1923) – b/n

Primo film muto realizzato in Puglia e prodotto dalla “Garganica Film” di Lucera. Maria …viene a Marcello fu girato da un regista sconosciuto, presumibilmente un dilettante, che firmò il suo film col semplice cognome. Altrettanto sconosciuti sono i comprimari, che infatti non si incontreranno in seguito in nessuna filmografia. La storia era ispirata ad un fatto di cronaca, quello di un ambulante che reclamizzava le focaccine e le pizze che vendeva richiamando i passanti, specialmente le donne, con l’invito “vieni a Marcello!” (Nella realtà le cronache a suo tempo riferirono che Marcello fece una brutta fine per mano di una donna che non gradiva le sue avances). L’interprete principale, Gennaro Sebastiani, era attore di qualche notorietà nel cinema napoletano. Girato a Lucera.

(v. att.)

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