Da oggi nasce un nuovo diario. Un luogo virtuale dove, settimanalmente, ospiteremo le impressioni, le suggestioni, le opinioni dei registi, degli attori, dei direttori della fotografia, delle maestranze che nei prossimi mesi lavoreranno in Puglia e che vi hanno lavorato di recente. Una sguardo altro sulla nostra regione e sul lavoro dell’Apulia Film Commission. Gli autori presenti sui set, gli ospiti dei Cineporti, della Mediateca regionale e del Circuito D’Autore saranno quindi i nuovi protagonisti del Diario di AFC e il loro vivere e sentire la Puglia, anche solo per poche settimane o giorni, saranno il contenuto principale.
Buona lettura!
La luce in un van, filtra sempre in maniera strana.
Quando sei seduto in fondo, in un pullmino da nove posti, la tangenziale di Bari la vedi come mai l’avevi vista in vita tua, la strada ti sembra lontana e puoi goderti senza paura le uscite che una dopo l’altra, vorticose, ti accompagnano verso il paradiso, il più bel posto che tu abbia mai visto, a pochi chilometri da casa tua : Poliganano a Mare.
Alla guida, uno degli aiuto regia più bravi con cui abbia mai lavorato canta un vecchio brano di Gino Paoli, e quell’eccezionale donna che cura l’edizione di questo bel film, ancora si chiede l’esatta pronuncia di Grumo Appula.
La tangenziale accompagna, in questo sabato pomeriggio in cui ti senti a casa come non mai, di fronte all’ultima settimana di riprese di un film che tanto hai amato, in cui tanto hai riso e tanto speri che gli altri ridano. Perché i due registi sono bravi, e bravi davvero. E la nostra produttrice ce la mette tutta, come forse nemmeno lei immaginava di dover fare.
E quando il bivio di Polignano si fa presente, tu dici a te stesso e agli altri che hai bisogno di vederla. Di vedere la terrazza. La scogliera. Il punto più alto della tua infanzia. E ci vai da solo. E guardi quella che, come la più bella donna che tu abbia mai incontrato, si presenta quasi con ferocia, per ricordarti che è lì, bellissima e irraggiungibile, ammaliante e incantevole, forte e imperitura. Per sempre.
E li capisci.
Capisci perché questa terra continua e continuerà a sfornare talenti, idee, sensazioni, profumi.
Perché noi siamo abituati al bello, a tratti anche al bellissimo. Di quello che ti sorprende e ti rapisce, e non ti lascia più andare. Perché viviamo nella terra in cui, i sogni sono davanti al nostro sguardo, nei nostri profumi, negli odori che hanno riempito la nostra il nostro passato e di cui lasciamo che il nostro futuro si cibi.
Caro Daniele mio, qui viene il difficile. Adesso questi profumi, queste sensazioni, questa bellezza, sono (anche e soprattutto) nelle tue sapienti mani.
Ecco perché tutti questi set aperti, questi colleghi che incontri nei borghi, nei ristoranti, davanti al mare, sorridenti in un bar.
Perché abbiamo imparato a non aver paura dei nostri talenti, delle nostre debolezze, delle nostre spiagge, della nostra Murgia, del nostro barocco, dei nostri boschi, del nostro Gargano.
Perché abbiamo imparato a dar corpo ai nostri sogni senza dimenticare quello con cui li abbiamo nutriti fino al giorno della nostra partenza, verso il sogno più grande.
Noi non facciamo questo lavoro per la fama. Per il denaro. Per essere riconosciuti. Per il piacere di restare, per il piacere di ricambiare un sorriso d’ammirazione. Quello, se arriva, arriva dopo.
Noi lo facciamo per l’entusiasmo. Quell’egoistica motivazione che è il nostro carburante, linfa, spinta.
L’entusiasmo.
Ed è quello, di cui questa terra è carica. Entusiasmo. È quello che ci scorre nelle vene, che esplode nei nostri petti, nei nostri sorrisi. Entusiasmo. Ed è questo che nessuno riuscirà mai a toglierci. Perché se perdiamo l’entusiasmo non avremmo più un motivo, che sia uno, reale, per farlo. Ed è questo che ci regala ogni giorno il respiro di questa terra, a me, ai registi, ai miei colleghi, a chi mai c’era venuto e a chi ci vive da una vita : entusiasmo
E tutta questa poesia è tutta lì, si racchiude in un istante solo, in quella parola che di colpo ti blocca il respiro, aumenta la tua sudorazione per la disperazione del reparto trucco, ti sveglia di colpo e ti riporta alla realtà, quella parola che il grande Alex urla per ricordarci che stiamo per rendere vero tutto quanto, che riaccende ogni senso e che ti costringerà a dare tutto te stesso fino allo stop.
È li, quando l’aiuto urla “motore”, che tutto sta per diventare vero.
Silenzio. Respira. Lascia che il fuoco arda. E in bocca al lupo, Puglia Puglia mia.
Motore
(Nicola Nocella – dal set de “Le frise ignoranti” di Antonello De Leo e Pietro Loprieno)