Cinema in Puglia

98 – L’AMORE RITORNA

98 – L’AMORE RITORNA di Sergio Rubini con S. Rubini, Margherita Buy, Giovanni Mezzogiorno, Mariangela Melato (Italia 2004, col. 101’)

Storia di come si possa trasformare la malattia in uno strumento di conoscenza e di autoanalisi. Così avviene al protagonista, attore affermato che scappa dal set di un film di fantascienza perché si sente male e si ricovera in ospedale, dove si avvicendano – intorno al suo letto – le persone a lui più legate. La degenza lo costringe a fare i conti con gli affetti della sua vita: dall’ex moglie alla giovane amante, ai genitori fino alla ritrovata intesa con un vecchio amico che – da scocciatore – si trasforma in angelo custode, accudendolo sino alla guarigione. L’immaginazione s’intreccia alla realtà, con l’evocazione di una vecchia storia familiare che lo riconcilia alle proprie radici meridionali. Le location pugliesi riguardano le cittadine baresi di Binetto, Bitonto, Cassano Murge, Grumo Appula, Palo del Colle.
(a.m.)

97 – SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI

97 – SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI di Nello Correale con Laura Del Sol, Paolo Sassanelli, Regina Bianchi – Italia 2003 col – 85’

Convenuti da diverse città, dove erano emigrati, i fratelli Gagliardi si trovano riuniti per una triste circostanza, la morte del padre. La ricerca di un loculo al cimitero del capoluogo pugliese per dare sepoltura al genitore si scontra con le leggi della malavita che ne dirigono, con mezzi illegali, il commercio. Il film di Correale, regista qui alla sua opera seconda dopo l’esordio del 1999 (Oltremare), racconta la singolare vicenda da un’angolazione semicomica, proponendo una galleria di personaggi descritti con toni grotteschi e caricaturali. Sotto gli occhi di tutti, una produzione indipendente, è stato interamente girato a Bari, anche per gli interni.
(v. att.)

96 – IL MIRACOLO

96 – IL MIRACOLO di Edoardo Winspeare con Claudio D’Agostino, Anna Ferruzzo, Carlo Bruni (Italia 2003, col. 93’)

Attraversando con consapevole e sincera partecipazione emotiva le strade di una Taranto tanto luminosa quanto ferita dal degrado industriale, Winspeare cerca le coordinate di una storia in bilico tra l’ingenuità di una infanzia già infranta e l’aridità e il disincanto dell’età adulta. La storia è quella di un dodicenne che viene investito da una ragazza in auto e scappata, per spavento, senza prestargli soccorso. Prima di perdere i sensi, il ragazzo vede qualcosa che cambierà la sua vita. Risvegliato dal coma, in ospedale viene in contatto con un uomo in fin di vita. Avvicinandosi, l’uomo riprende conoscenza. L’idea che possa trattarsi di un miracolo sconvolge la vita del ragazzo e quello della sua famiglia. Rincontra la sua investitrice e stringe con lei amicizia che – questo è il miracolo – le restituisce il senso della vita.
(a.m.)

95 – MIO COGNATO

95 – MIO COGNATO di Alessandro Piva con Sergio Rubini, Luigi Lo Cascio, Alessandra Sarno, Mariangela Arcieri (Italia 2003, col. 90’)

Interamente girato nella città di Bari, è il secondo film dell’autore de LaCapaGira. Storia on the road, odissea urbana e notturna di due cognati, fra loro assai diversi per ideale e frequentazioni: uno è “navigato” e vive di espedienti, l’altro è un borghesuccio dalla vita grigia. Impegnati nella ricerca dell’auto rubata a quest’ultimo, fanno un giro nei gironi infernali del sottobosco malavitoso cittadino, incontrando malviventi macchiettistici quanto spietati. La ricerca si conclude all’alba, dolorosamente, smentendo l’innocuo folklore comico-deliquenziale e rivelando tutto l’orrore che si cela dietro la connivenza con l’illegalità (nel corso del viaggio, il cognato mite subisce progressivamente la malia furfantesca dell’equivoco parente).
(a.m.)

94 – ITALIAN SUD EST

94 – ITALIAN SUD EST di Fluid Video Crew con Antonio Aloisi, Caterina Tortosa, Matteo Fraterno (Italia 2003, col. 109’)

Il Sud Est è non solo un’area geografica della Puglia ma è anche la ferrovia con i treni gialli (alquanto decrepiti) che una giovane prende ogni giorno. Attraversa la provincia di Lecce (dove è ambientato il film), ascoltando storie e incontrando visi e volti di un Sud dimenticato o ancora tutto da scoprire. Mentre spesso la realtà si confonde con il sogno, lo schermo si diverte a disegnare le coordinate visive ed esistenziali di un Salento sospeso tra tradizione e modernità. A dirigere questo lungometraggio, ricco di sperimentazioni visive ed invenzioni stilistiche, si è impegnato un collettivo sparso fra Roma e il Salento (Davide Barletti, Eldorado Cicchetti, Lorenzo Conte, Mattia Mariani), utilizzando stili narrativi diversi e lontani (dal western al road movie, passando per il documentario). Presentato alla Mostra del cinema di Venezia.
(a.m.)

93 – IO NON HO PAURA

93 – IO NON HO PAURA di Gabriele Salvatores con Giuseppe Cristiano, Dino Abbrescia, Diego Abatantuono (Italia 2003, col. 108’)

Girato fra la Puglia (valle dell’Ofanto, in Capitanata) e la Basilicata, il film prende le mosse dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti. Ambientato in un Sud rurale e fiabesco, racconta di un gruppo di ragazzi col tipico accento meridionale immersi nelle campagne baciate dal sole, che scorrazzano in bicicletta, tutt’intorno ampie distese gialle di grano, l’aria sonnolenta della calura estiva di certi lunghi pomeriggi solitari. Un giorno, in una delle sue scorribande nei pressi di una masseria abbandonata, il piccolo protagonista svela una piccola grotta sottoterra, dove scopre un suo coetaneo, incatenato, denutrito e terrorizzato. Lo rifornisce di cibo e acqua, se lo fa amico: il detenuto è figlio di una ricca famiglia milanese, rapito a scopo di estorsione. Accortosi che nel rapimento è coinvolto il padre, si sostituisce al rapito…
(a.m.)

92 – CATTOLICA

92 – CATTOLICA di Rudolpf Jula con Lucas Gregorowicz, Merab Ninidze, Vanessa Compagnucci (Svizzera, Germania 2003, col. 85’)

Primo lungometraggio, presentato solo in alcuni festival, del regista e scrittore Rudolph Jula (classe ’65), padre italiano e madre svizzera: un road movie che percorre le strade pugliesi tra Sant’Agata di Puglia, Gravina, Castel del Monte e Trani. Narra di due fratelli (protagonisti del film), quanto mai diversi per scelta di vita e inclinazioni sessuali, ognuno in precedenza ignaro dell’esistenza dell’altro. Il più giovane è gay e fa il barista, conosce un uomo e crede di diventarne amante, ma questi gli si rivela essere suo fratello. Iniziano così un viaggio in Italia alla ricerca del padre naturale e soprattutto per conoscersi. Il tutto avviene dopo la morte della madre e il ritrovamento di un album di fotografie di loro piccoli durante una vacanza a Cattolica, assieme a due lettere. Che rivelano un segreto di famiglia: una storia d’amore tra la madre ed un immigrato italiano.
(a.m.)

91 – LA CASA DELLE DONNE

91 – LA CASA DELLE DONNE di Mimmo Mongelli con Vito Bruno, Stefania Caito, Ilaria Cangialosi, Anna Capriati (Italia 2003, col. 98’)

Ispirato al romanzo omonimo di Maria Marcone, è l’opera prima del regista teatrale Mimmo Mongelli che l’ha girata a Conversano, Molfetta, Bisceglie, Noci e nella campagna barese. E’ un mélo familiare a centralità totalmente femminile: quasi un sessantennio di un pezzo della società rurale e matriarcale del Sud. E lo fa attraverso la storia di tre generazioni, del tutto avulsa dai profondi ed epocali mutamenti della società italiana. Nel passaggio dalla campagna alla città, ciò che resta ferma è la figura della donna meridionale: la grande madre alla quale gli uomini si affidano, cercandovi rifugio. E nella più giovane delle donne è riposta la speranza di un possibile ed armonico equilibrio nei rapporti con l’altro sesso.
(a.m.)

90 – L’ANIMA GEMELLA

90 – L’ANIMA GEMELLA di Sergio Rubini con Valentina Cervi, Violante Placido, Michele Venitucci, S. Rubini (Italia 2003, col. 104’)

Al suo sesto film, Rubini si diverte a mettere in scena una commedia ebbra e magica, pervasa di erotismo e scandita da riti di stregoneria domestica (il lato magico del “suo” Sud). La storia riguarda due cugine divise dalla condizione sociale (una ricca e viziata, l’altra povera ma bella) innamorate dello stesso ragazzo, che non esita a preferire le grazie della meno dotata economicamente. L’altra non esita allora a far ricorso alle malie di una vecchia fattucchiera di paese. Che rifiuta ma sarà il figlio di quest’ultima, un barbiere truffaldino che fiuta l’affare, a mettere in pratica le sue antiche ricette, finendo però col ritrovarsi coinvolto in una faccenda troppo intricata per essere tenuta sotto controllo e debitamente sfruttata.
(a.m.)

89 – IL VENTO DI SETTEMBRE

89 – IL VENTO DI SETTEMBRE di A. J. Seiler (Svizzera, Italia, Germania, Francia 2002, b/n 107’)

Dopo 40 anni, l’autore di Siamo italiani, interpella alcuni di quei lavoratori (uomini e donne) emigrati (quasi 500mila) che arrivarono in Svizzera dal Sud Italia. Oggi in pensione, le giovani coppie di allora rientrate a casa si godono i frutti del loro duro lavoro in terra straniera, aspettando con impazienza la visita dei figli rimasti in Svizzera. Non sono solo gli italiani della seconda generazione a sentirsi “metà- svizzeri e metà-italiani” ma un gran numero di emigrati rientrati nel paese natale che passano “la maggior parte del tempo coi pensieri in Svizzera. Manca sempre qualcosa a 40 anni di distanza…La distanza e il desiderio ti spezzano il cuore”. Le riprese sono state effettuate ad Acquatica del Capo.
(a.m.)

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